Il Piccolo Teatro, con Strehler 100, prepara un cartellone dedicato al genio della regia in occasione del centenario dalla nascita
Foto tratta da © https://www.piccoloteatro.org/it/pages/strehler100
Un anno intero per ricordare e festeggiare Giorgio Strehler, il genio della regìa italiana che avrebbe compiuto 100 anni il 14 agosto ed invece se ne è andato nella notte di Natale del ’97, una data speciale per morire, che lo accomuna a Chaplin.
Ora il Piccolo Teatro, in piena collaborazione con tutte le istituzioni e le fondazioni milanesi partendo dalla Scala che l’ha visto protagonista di serate memorabili e che l’ha già omaggiato con la ripresa delle Nozze di Figaro, ha annunciato il cartellone di questo Strehler 100 che porterà al Piccolo il teatro del mondo con un festival internazionale composto di 20 spettacoli. Ma non solo, ci saranno tante iniziative, mostre, incontri, lezioni universitarie, convegni, partendo dalla Statale, e alcune iniziative editoriali con gli scritti del regista: il primo, curato da Ferruccio De Bortoli ed edito dal Saggiatore, è Lettere agli italiani, scritte dall’84 al ’92, periodi anche non facili per il regista alle prese con un cambio di rotta politico cittadino, ma sempre il maestro che ci ha fatto conoscere il teatro di Brecht e quello di Goldoni, Shakespeare e Cechov con altri occhi.
Abituati alle sue grandi magìe, avremmo gradito che si mostrasse di nuovo in scena vestito in nero, in quel minuscolo spazio del teatro di via Rovello, da lui fondato con Paolo Grassi nel ’47, dove fece dei capolavori anche logistici, spaziali, dando luce a un metodo Strehler: teatro d’arte per tutti, come diceva il manifesto e come Arlecchino, l’eterno Arlecchino, avrebbe presto dimostrato come fosse il sunto delle sue poetiche teatrali.
Il 14 agosto 2021, sarà emesso un francobollo e inizieranno al Castello Sforzesco a Milano con uno special di Felice Cappa girato per Rai5, dove tutta la giornata sarà dedicata al lavoro strehleriano anche con due suoi allestimenti goldoniani, l’Arlecchino ovviamente, in una delle prime edizioni, e Le Baruffe chiozzotte con cui si aprì il suo lavoro al Lirico.
Alle iniziative editoriali partecipano Skirà, Mondadori, Feltrinelli, impresari e banche illuminate, le università, Brera, Triennale perché c’è anche una storia del design del Piccolo e perfino la Veneranda Fabbrica del Duomo, che scoverà le implicazioni spirituali, alcune visibilissime, del teatro di Strehler.
E spettatori di buona memoria perché tutto sta a cavalcioni tra ieri e oggi: il Piccolo sta per compiere 75 anni e la prossima stagione sarà a lui dedicata. Il 1 ottobre un galà di ricordi e nostalgie, in cui arte e passione saranno evocati da attori amati come Jonasson, Dettori, Piccolo, Soleri, Villoresi e Federica Rosellini, new entry. E la Rai che sta realizzando il documentario di Alessandro Turci Strehler diario di bordo, oltre a un docu-film della 3D di Didi Gnocchi.
È una festa pensata in divenire, come un cantiere di lavoro aperto, soprattutto a Milano e ai suoi luoghi, vedi la Mostra con Scala e Fondazione Corriere della Sera Strehler e i palcoscenici milanesi, dove vivono felici e contente le due anime del regista, la musica e la parola. E inoltre ci sarà spazio per lo Strehler politico (socialista, amico di Mitterand, anche parlamentare europeo), e un nuovo sito, giorgiostrehler.it, che raccoglie, per chi non c’era, commenti e spettacoli, mentre Stella Casiraghi prepara Voci e volti femminili del teatro strehleriano, le sue donne in scena e fuori scena, l’Ornella, la Valentina, l’Andrea.
Programma ricco e articolato presentato da Claudio Longhi, neo direttore, affiancato da figure istituzionali, assessori appassionati (Del Corno e Galli, Comune e Regione) e convinti mecenati, sempre a fianco del Piccolo. Ma sarà soprattutto una festa per Milano stanata in tutte le sue valenze sociali e culturali, partendo da via Dante e Loggia dei mercanti: «Milano e Strehler sono un unicum del teatro italiano» dice Longhi «la città deve rinascere come nel ’46 da una crisi diversa, la pandemia, ma che richiede uguale sforzo per uguali elementi di criticità. Da un lato ci sarà un fronte teatrale, dall’altro un lavoro di riflessione, ricerca, archivio, un cantiere di pensiero, un dialogo con la città che si prolungherà per l’intera stagione».
Insomma, uno Strehler non soltanto monaco chiuso a provare nella penombra della sala le sue 219 regìe, ma uno Strehler testimone del suo tempo, regista di etica e politica, militante della poesia del palcoscenico. «Il mio mestiere è raccontare storie» diceva Strehler, e oggi la sua storia più nota resta Arlecchino, che comprende tutte le sollecitazioni della sua poetica, recitato dal ‘47 in dieci edizioni sempre in divenire per 2978 recite, di cui 625 con Marcello Moretti, 2283 sulle spalle di Ferruccio Soleri, Guinness dei primati, ora con Enrico Bonavera che lo riprenderà dal 12 al 31 ottobre ’21 al Teatro Grassi.