Salvini, Musk e Trump, il terzetto malefico. Pace e rispetto le parole più condivise per il 2025. L’intelligenza artificiale che incuriosisce e spaventa. Lasciateci i dolci, che c’è bisogno di compensare. La Bibbia e Ulisse sul podio dei libri da leggere. Anche la Recherche ma c’è invece chi ha giurato di non aprirla. E poi gli incontri dell’aldilà e la domanda a piacere… Sul modello del famoso questionario di Proust noi di Cultweek – non tutti, hanno latitato i più giovani! – abbiamo iniziato l’anno con un gioco che qui trovate. Da leggere, condividere, fare da soli o in compagnia
La persona da conoscere nel 2025: Tommy Caldwell; ?; Chi tira le fila dell’Intelligenza Artificiale; Riccardo Falcinelli, graphic designer di genio; Yezid Arteta; Pedro Almodovar; Marina Abramović, per parlare del corpo come macchina immaginaria; Cecilia Sala. Vorrebbe dire che è tornata a casa sana e salva; Qualcuno che riesca davvero a suscitare la mia curiosità; Motaz Azaiza; Quelli che davvero vorrei incontrare non ci sono più, forse una mini audizione col Papa o il fantasma del barone di Charlus; L’AI; Mia o mio nipote (che non c’è e non ci sarà prima del 2026); Scienziato/a che mi spieghi a che punto siamo nella lotta al cancro; Quello che ha coniato la frase “scusa, ma sono in call”. Ben Pastor. Anzi, a dirla tutta: Ben Pastor e Fred Vargas, per intervistarle insieme. Nessuno è sceso nella storia contemporanea e nei miti di fondazione della paura come sono state in grado di fare queste due scrittrici.
Quella che non vorreste vedere (sincerità): Elenco troppo lungo; ?; Elon Musk; Elon Musk; Roberto Vannacci; Salvini e Trump; La maggior parte dei miei vicini di casa (soprattutto, vorrei non sentirli); il dentista; Salvini; Elon Musk; Non vorrei vedere su alcun canale o giornale Matteo Salvini; Benjamin Netanyahu; Trump e Feltri. Anche Gasperini; Lunga lista. Un nome solo: Trump; La mia ex professoressa di matematica, Silvana Butta. E non solo (ma anche) perché mi dava sempre “quasi scarso”; Non si ha mai voglia di vedere chi ci ha fatto del male nella quotidianità, figurarsi chi, avendo potere, agisce per il malessere dei più. Peró in questo tempo di fratture penso che le ritirate sull’Aventino non sono solo inutili: lasciano proprio sgombro il campo a chi fa sistema di prepotenza e violenza. Fare argine significa non rinunciare alla parola, mai; anche quando si ha a che fare con cervelli lontani, sbruffoni e indigesti.
Quella che vorreste incontrare nell’aldilà : La mamma, i nonni, il mio amico Ale; Etty Hillesum, il mistero di un cuore pensante incapace di odio; Mia moglie Milena Pini; Maria Grazia Cutuli; Dio (obviously); Sylvia Plath, per parlare di suicidio; Mio padre; Mio marito; Mio papà; Vorrei che dall’al di là Fellini mi raccontasse la sua Divina Commedia 2; Lev Tolstoj; Mozart o Cartesio. E tutti i Marx, fratelli o no; Un amore andato via troppo presto. E Olympe de Gouges; Il signor Siliprandi, proprietario della latteria sotto casa mia, che quando ero piccola e incontravo, faceva sempre finta di cadere dalle scale; Eleonora Duse. Ah, la curiosità di sentirla parlare con quella sua voce leggendaria…
Il libro che volete leggere: Inverness di Monica Pareschi; la Bibbia; Ulisse di Joyce; La Recherche di Proust finalmente per intero, senza fermarmi al secondo volume; Israele, storia dello Stato di Claudio Vercelli; Il capitale nell’antropocene di Saitō Kōkei, Volga Blues di Marzio Mian con la speranza (o l’illusione?) di capire un po’ di più; La Bibbia, perché sembra che tutti l’abbiano letta tranne me; Sapiens di Yoval Noah Harari. E’ sul mio tavolo da troppo tempo; Finire la Recherche; tutto Simenon; Vorrei colmare una lacuna, il Don Chisciotte che ho sempre temuto essere noioso; Spinoza, Trattato teologico-politico; Patria o Ulisse (Joyce); Ulisse; Un qualsiasi libro erotico (ma non Lolita o robe importanti dal punto di vista letterario), soprattutto adesso che sono in menopausa e ho bisogno di idee; L’avvento della meritocrazia di Michael Young (Edizioni di comunità). Ce l’ho in scaffale da un pezzo: mi aspetta. Insieme alla rilettura di Descolarizzare la società di Ivan Illich so che sarà una batosta. Ma tocca.
Quello che proprio no: Il Nome della rosa; Perché l’Italia è di destra di Italo Bocchino; impossibile scegliere; Il nuovo Haruki Murakami. Colpa mia senz’altro, ma non lo reggo; La scelta di Sigfrido Ranucci; Sarà perché non brucerei neanche il libro più spregevole, non mi viene in mente nulla; Moby Dick, perché sono stufa di sentirmi dire che è un libro indispensabile; I fratelli Karamazov; un best seller a caso; la Recherche di Proust (che noia…); L’autobiografia della Ferragni; Nessuno; Qualunque cosa possa scrivere Mario Sechi; La pseudoletteratura ombelicale italiana; Sempre dandolo, mai prendendolo, autopubblicato da un signore di cui non ricordo il nome; In cartaceo, leggo tutto, modello idrovora benevola. Con il diritto di abbandonare.
La dieta che non farete: Dieta vegana; Dieta punti; Vegetariana; Quella per perdere peso, visto che l’ho perso; Digiuno intermittente; Non ho bisogno di non fare diete; La dieta del minestrone, perché il minestrone è una madeleine per me, e non sprigiona bei ricordi; Né carne né pesce, sono una vegetariana felice; Dimagrante: mi sa che mi tocca!; La dieta che mi proibisce i marron glacé; Paleo; No dolci, salumi, rum, caponata di melanzane e mille altre cose; Temo, tutte; Quella senza carboidrati e senza alcolici; I dolci. C’è bisogno di compensare, per far fronte all’aegritudo di questo periodo storico (ci vuole avere un poco di scorta calorica, suvvia…)
Il proposito da non mantenere: Non li mantengo mai, quindi ampia scelta; Non scrivere più neanche una riga; Sistemare gli armadi; Lavorare di meno; Non andare mai più in Paesi incasinati; Non ho propositi da non mantenere; Essere pazienti e gentili con tutti, ma proprio tutti; Ginnastica appena sveglia; Fare la protesi al ginocchio (ma prima o poi mi toccherà); Andare in piscina; Non mangiare dolci; Fare una dieta seria; Tenere in ordine bollette, fatture, note, tasse ecc; Fare la brava; Usare meno Vinted (ma che: scherziamo?!).
Una cosa buona da fare: Aiutare qualcuno che ne ha bisogno; Scrivere qualche riga; Lasciar correre; Lasciar perdere, quando non ne vale la pena; La volontaria in un rifugio per cani; Evitare di fare cattiverie; Camminare camminare camminare, fino a farlo diventare un viaggio; Scrivere tutti i giorni; Più esercizi per i quadricipiti, magari comprare la cyclette; Scegliere con oculatezza alcuni libri e darli dove è utile; Invecchiare; Coltivare di più le amicizie. E andare a sciare; Ridere; Fumare nei luoghi pubblici a Milano; Regalare a Matteo Salvini un mese di frequenza in una classe di scuola serale. Potrebbe rendersi conto di cos’è il tessuto sociale dell’Italia di oggi: complesso, umano, molteplice, desideroso di felicità. Tasterebbe cosa sono il coraggio di credere nell’apprendimento, il rispetto per il sapere, il valore della democrazia.
Una cosa cattiva da fare anch’essa: Prendere a calci nel sedere un leghista; Rispondere a tono sempre, senza badare all’interlocutore; Gioire con moderazione della cattiva sorte dei cattivi; Mettere Salvini su un gommone e affidarlo alle onde, aspettando che lo salvi una ong; Menare pesantemente gli amici che a novant’anni sono ancora lì a raccontarmi in tempo reale le loro pene amorose; ACC! 😎; Poltrire poltrire poltrire, fino a farlo diventare un felice stato di trance; Guardare a ripetizione reel di cibo spazzatura, mio guilty pleasure; Rimbambirmi di serie tv; Rimandare telefonate con amici cui l’avevo promesso; Pensare solo a se stessi; Gufare l’Inter (nonostante sia la squadra di mio figlio); Dare un ceffone a Teo Mammuccari, così impara a mettere le donne sotto il tavolo; Ascoltare le canzoni dei Pooh; Nessuna.
Una speranza per il mondo: Giustizia; Un po’ di pace ; I ragazzini migranti che arrivano qui pieni di sogni, nonostante tutto; La pace e l’attenuazione delle disuguaglianze; Il perdono; Banale ma imprescindibile, purtroppo: la pace; Meno stupidità diffusa tra gli umani a ogni latitudine e longitudine (vasto programma, lo so); La scuola; Che qualcuno tolga di mezzo Netanyahu, Trump, Putin, ayatollah iraniani, talebani, Huti…; Che non sia dominato dall’intelligenza artificiale; Denaro ai bisognosi; Pace (non tregua di un mese) dove ci sono guerre e che non vinca la destra in Europa (tipo AFD); Il futuro; La scoperta scientifica che sei gianduiotti al giorno fanno bene alla salute; La comprensione. Dell’altro da sè. Delle parole. Dei contesti.
La parola che scegliete per il 2025: Smettetela; Rispetto; Mi adeguo alla Treccani: Rispetto; Dignità; Tolleranza; Giustizia sociale; Libertà, senza se e senza ma; La stessa che ha scelto la Treccani per il 2024: Rispetto; Più che una parola, un concetto, un invito, pensando a Amos Oz: contro i fanatismi; Abbraccio; Perdersi; Razionalità; Fantasia; Stocazzo; Immaginare oltre.
Una domanda e una risposta a piacere: Vorresti un gatto? No / Quanto durerà Meloni? Forse se ne occuperà Renzi/ Cose che avresti voluto fare e sai che non farai più? Arrampicare in montagna, parlare l’inglese come una madrelingua, avere il pollice verde/ La risposta è sì, qual è la domanda?/ Qual è il tuo obiettivo per il 2025? Chiarirmi le idee su alcuni punti esistenziali dirimenti, ché ormai l’età ce l’ho/ ——Perché hai risposto di slancio, senza fermarti prima a pensare, alle domande precedenti? Perché di solito penso fin troppo, e il pensiero su di me ha spesso un effetto paralisi tipo gatto in tangenziale. Per il 2025 mi auguro di pensare meno e fare di più / Cosa ti manca di più? Il tempo / Ma dai, non sono mica Marzullo/ Un desiderio? Telefonare al numero di Proust a Parigi e sentire che risponde anche con un po’ di ansia asmatica/ Mi ami? Sì/ Ma si può discutere di qualunque cosa (politica, calcio, gender, cucina) senza insultarsi anche se fare gli hater “rende” in rete? Si, perché serve a capire le cose di cui si parla (forse). Ma interessa?/ E per te, cosa nel 2025? Sorprendermi / Hai mai pensato ai bitcoin? No/ Una musica per entrare nel nuovo anno? Claudio Monteverdi, “Sì dolce è ‘l tormento”: canta Philippe Jaroussky con l’Arpeggiata di Christina Pluhar.
Hanno partecipato in ordine alfabetico: Roberto Casalini; Andrea Contin; Lillina D’Orazio, Francesca Filiasi; Michela Fregona; Valeria Gandus; Aldo Maggioni; Marina Morpurgo, Gabriele Porro; Maurizio Porro; Raffaella Romagnolo; Paola Rizzi; Gabriella Saba; Assunta Sarlo; Marina Viola; Marina Visentin.
In apertura: foto di Danil Aksenov/unsplash