La vecchia volpe ha cent’anni: auguri

In Cinema

Super-compleanno (più o meno) per la 20th Century Fox, la major miliardaria di Shirley Temple, Marilyn e Rita Hayworth, Mash e Star Wars, Avatar e Titanic

La 20th Century Fox, una delle major hollywoodiane, festeggia i 100 anni. O quasi. Perché cinque anni fa ha festeggiato ufficialmente il 75° anniversario. Allora tocca dare una spiegazione. La società come la conosciamo oggi, in effetti, è nata nel 1935 dalla fusione tra la Twentieth Century Pictures di Darryl F. Zanuck e la Fox Film Corporation presieduta da Sidney Kent, il quale aveva estromesso dalla leadership il fondatore William Fox, che in realtà si chiamava Wilhelm Fried. E a lui si deve il pretesto centenario: perché, mentre la società di Zanuck era relativamente recente (fondata nel 1933 dopo che il suo creatore aveva lasciato la United Artists), la Fox Film Corporation fu davvero fondata da William il primo febbraio 1915.

William, che non era tanto interessato alla produzione, quanto all’acquisizione di sale e di palazzi, indirizza la Fox delle origini verso la realizzazione di cinegiornali muti sin dal 1919, recuperando sui concorrenti che già operano da tempo, e con risultati ottimi, tanto che il presidente Wilson avrà parole d’elogio per le Fox News. Negli anni successivi il prestigio viene consolidato da servizi spesso esclusivi su grandi eventi, come un reportage su Pancho Villa e uno sul Ku Klux Klan, e con incursioni verso l’Italia, rappresentate dal racconto del dirigibile Roma, che l’esercito statunitense compra dal governo italiano nel 1921 e da un servizio sull’attività del Vesuvio nel 1922.

Un’attenzione verso il volo ribadita nel 1926: quando la società costitusce la Fox Movieton Corporation per produrre cinegiornali in grado di fornire il sonoro, tecnologia che la Fox ha appena acquisito, la cerimonia della partenza di Lindbergh per il primo volo transoceanico tra America e Europa diventa anche l’occasione per il primo servizio sonoro nella storia del “rullo di notizie”, il newsreel.

Al momento della fusione del 1935, Zanuck non trova però granché nel patrimonio Fox. Una catena di sale e uno studio a Los Angeles, ma anche una situazione produttiva relativamente problematica. La star dello studio, Will Rogers, è morto in un incidente aereo poco dopo l’accordo, l’attrice di punta Janet Gaynor sta perdendo smalto e popolarità e le giovani promesse James Dunn e Spencer Tracy sono state allontanate perché grandi bevitori. Resta però il precoce talento di Shirley Temple che sarà miracolosa. Nonostante sia di dimensioni più modeste, nella nuova società sarà proprio la 20th Century Pictures a ricoprire i ruoli operativi più importanti e a imporre l’ormai celebre logo dei titoli di testa. Il monumento con la scritta e i fari che la illuminano muovendosi, creato da Emil Kosa jr, rimane quasi inalterato – la sola dicitura Pictures viene sostituita da Fox – e su tutto aleggia la fanfara prepotente che Alfred Newman aveva composto nel 1933. Con poche varianti, quello che vediamo ancora oggi.

Zanuck la sa lunga e in poco tempo mette sotto contratto molti giovani attori: Tyrone Power, Linda Darnell, Carmen Miranda, Don Ameche, Henry Fonda, Gene Tierney, Betty Grable, ma i primi successi sono legati a Shirley Temple, la bimba “mostruosa” che sbanca il box-office. La Fox in quegli anni produce anche L’incendio di Chicago e Alba di gloria sul giovane Lincoln, e quando arriva la Seconda guerra mondiale, grazie a musical e biografie popolari, non solo ha ottenuto notevoli profitti, ma si è anche piazzata al terzo posto come studio più redditizio. Mentre Zanuck è al fronte, il management sfrutta il fascino di Betty Grable, il talento di John Ford (Com’era verde la mia valle), i bellissimi Rita Hayworth, Linda Darnell e Tyrone Power, il successo di Sangue e arena. Quando Zanuck torna, decide di dare nuovo impulso alla società con produzioni rivolte a un pubblico adulto. Ecco Femmina folle con Gene Tierney, poi accanto a Power in Il filo del rasoio, Barriera invisibile di Elia Kazan con Gregory Peck, Dorothy McGuire e John Garfield infine Eva contro Eva.

Quando la presenza della tv si fa prepotente, Hollywood pensa al Cinerama, al 3D e ad altre diavolerie che possano far prevalere il cinema in sala. La Fox nel 1953 lancia il CinemaScope con La tunica e il dinamico Zanuck offre agli esercenti finanziamenti per le spese necessarie agli adattamenti tecnici. Il successo è clamoroso, bissato da Come sposare un milionario con il trio Betty Grable, Lauren Bacall e Marilyn Monroe che diventa la star per eccellenza dello studio (lo è ancora oggi). Tutte le major si convertono al CinemaScope, ma si tratta di una fiammata. Quando Zanuck lascia per andarsene in Europa il management è in crisi. Si sommano scelte sbagliate, come il costo sproporzionato del kolossal Cleopatra con Elizabeth Taylor e Richard Burton, e molta sfortuna: Marilyn muore e Something Got to Give rimane incompiuto. E nonostante il successo di Il pianeta delle scimmie, la compagnia è in crisi. Come e più di tutte le major.

Per la ripresa bisognerà aspettare gli anni ’70, che si aprono con un successo di proporzioni clamorose e totalmente inaspettato, MASH di Robert Altman. Terzo film di guerra della Fox in quell’anno, costato 3milioni e mezzo di dollari ne porta a casa 81, mentre i giganteschi Patton e Tora! Tora! Tora! si fermano il primo a 65, il secondo a 29. La nuova Hollywood irrompe. Gli anni a seguire sono connotati da Star Wars, saga davvero inesauribile per la Fox, che ha poi ceduto i diritti alla Walt Disney. Per dare la misura del trionfo, anche economico, di Guerre stellari basti dire che l’incasso record (per l’epoca) è di 300 milioni di dollari e le azioni Fox, quotate in borsa 6 dollari l’una, dopo i risultati del film balzano a 27 dollari.

Negli anni ’80 arriva l’australiano Rupert Murdoch che prende in mano tutto, compresa la tv (ancora oggi è tutta roba sua). James Cameron con Abyss, la serie Die Hard, La guerra dei Roses, Edward mani di forbice, A letto col nemico, Point Break, Hot Shots! Mamma ho perso l’aereo, Mrs. Doubtfire, Speed, True Lies, Independence Day, Tutti pazzi per Mary! portano incassi clamorosi, ma è ancora Cameron a chiudere il cerchio con Titanic.

Il resto è storia recente, con Cameron che spopola di nuovo con Avatar, diversi film d’animazione al top e l’irruzione dei fumetti su grande schermo. La Fox cura i vari X men e I fantastici 4 e al recente “Comic con” di San Diego la compagnia ha brillato grazie alle proposte dei prossimi titoli delle saghe e con Deadpool affidato a Ryan Reynolds. Storie, idee, spunti, che hanno spinto Wow, spazio milanese dedicato al fumetto, a realizzare una mostra (sino a fine luglio, viale Campania 12, dalle 15 alle 19) in cui propone un’esposizione tematica dedicata agli X-Men e l’anteprima di alcuni contenuti di X-Men giorni di un futuro passato: The Rogue Cut. Oltre a diverse immagini fotografiche volte a ripercorrere i cosiddetti cento anni della Fox.

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