I 2Cellos infiammano Milano

In Musica

I due violoncellisti slavi fanno tappa al Fabrique e coinvolgono il pubblico in una cavalcata “elettrica” tra i successi degli ultimi trent’anni di musica

A raccontare il concerto dei 2Cellos, al Fabrique il 14 dicembre, basterebbero i pezzi di apertura e chiusura: il Benedictus di Karl Jenkins (dalla sua messa The Armed Man, 2001) che introduce gli U2 di Where the Streets Have No Name, e un coinvolgente mash-up tra Rossini e The Trooper degli Iron Maiden.

Il duo formato dai pluripremiati violoncellisti Luka Šulić, sloveno classe ‘87, e Stjepan Hauser, croato di un anno più grande, ha fatto della commistione tra classica e rock una bandiera da sventolare al mondo intero, tale è il loro successo planetario; video su Youtube che contano decine di milioni di click, tour in arene stracolme e collaborazioni con il gotha del pop – inteso nel senso più ampio possibile, da Elton John e Steve Vai fino a Lang Lang e Bocelli.

Tra gli estremi, cronologici e di genere, di una messa e l’headbanging metallaro più spinto, un’ora e mezza di spettacolo aperta da un set raccolto: Viva la Vida, Shape of my Heart, Resistance, Californication e With or without You hanno arrangiamenti semplici, alla ricerca di un’intimità che funziona però forse solo come attesa dell’esplosione rock.

Lo spartiacque della serata è quella Smooth Criminal che nel 2011 portò la coppia al successo fulmineo; delay, distorsioni e veloci cavalcate degli archetti accendono un pubblico che fino a quel momento pareva più interessato a girare video che a essere parte del concerto.

Il sound si fa duro e pieno con l’ingresso del batterista Dušan Kranjc per Guns n’ Roses, Nirvana e, soprattutto, AC/DC – quattro brani in scaletta! – e il parterre, che evidentemente condivide con i 2Cellos la passione per quel rock, è infiammato; se poi Hauser, furbacchione e ammiccante verso il pubblico femminile per tutta la sera, suona imitando le mitiche mosse di Angus Young, anche i rockettari duri e puri sono conquistati.

Lo show di Luka Šulić e Stjepan Hauser, come si conviene al rock, è ben curato: violoncello elettrico bianco per l’uno, nero per l’altro, luci d’effetto e schermi alle loro spalle che ne mostrano i funambolismi alla folla di un Fabrique esaurito nonostante un biglietto – 36 € – certo non economico.

Da Celloverse, l’album in uscita a gennaio 2015, ci si aspetta forse un salto di qualità nelle proposte e nell’inventiva degli arrangiamenti: i 2Cellos hanno grandi capacità e possono osare anche oltre i grandi classici del rock.

2Cellos (Luka Šulić, Stjepan Hauser) – Fabrique

Foto di Simone Di Luca

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