Le biografie di Susan Sontag e Marcella Di Folco, la storia pilota del Cassero, i disperati di San Berillo. Ma anche i film da festival, tra Honoré e Dolan
C’è molto della storia del “movimento” e della cultura gaylesbica e queer, soprattutto ma non solo italiani, scorrendo i titoli della quarantina di film, tra lungometraggi e corti, proposti dal 29mo Festival Mix Milano al Teatro Strehler, realizzato in collaborazione con Immaginaria, Festival del cinema delle donne ribelli, in un programma fittissimo, raggruppato in soli quattro giorni, dal 3 al 6 luglio. Biografie importanti, da Una nobile rivoluzione di Simone Cangelosi, che documenta la vita di Marcella Di Folco, leader del movimento LGBT italiano, scomparsa nel settembre 2010, che ha avuto una vita maschile (Cerbero del Piper negli anni ‘60) e una femminile, da caratterista del cinema italiano dei maestri, Fellini in primis, a Regarding Susan Sontag di Nancy Kates, ricerca a tutto campo su una delle più profonde pensatrici del XX secolo, icona letteraria e politica, forse la femminista più importante della sua generazione, ricordata con immagini sperimentali, materiali d’archivio, testimonianze di amici, familiari, colleghi e amanti, e le sue stesse parole lette dall’attrice Patricia Clarkson.
Torri, checche e tortellini di Andrea Adriatico rievoca l’esperienza pilota, nella Bologna rossa, del Cassero di Porta Saragozza, luogo simbolico italiano e internazionale dato che nel 1982 il Comune affidò lo storico monumento al movimento lgbt, che ne fece la sua sede per attività culturali, sociali, politiche, e fu una “prima volta” in Europa, mentre Gesù è morto per i peccati degli altri di Maria Arena racconta la vita di Franchina, Meri, Marcella, Santo, Totino e Wonder, trans che si prostituiscono da decenni nel quartiere San Berillo di Catania, con una donna, Alessia. Il quartiere, un pugno di vie lasciate al degrado da 50 anni, è oggi conteso da interessi economici sempre più importanti e pressanti.
Non so perché ti odio di Filippo Soldi, infine, è un originale documentario sull’omofobia che mette a confronto chi ha subito aggressioni e persone che le hanno compiute, come un uomo condannato per l’omicidio di un omosessuale o un giovane che ha sparato a un tassista che secondo lui gli aveva fatto proposte. E parla anche chi rappresenta i movimenti contrari alle istanze del mondo lgbt, come il presidente di “Giuristi per la Vita”, che ha inviato una lettera aperta ai parlamentari italiani perché non approvassero il disegno di legge che intende punire l’omofobia.
Per il resto, il cartellone riunisce titoli importanti prodotti nell’ultimo anno in 4 continenti, da Brasile e Argentina a Canada e Australia, da Messico e Usa a Filippine, Francia e Gran Bretagna. Tra i titoli di maggior richiamo c’è Metamorphoses di Christophe Honoré, una delle sorprese della Mostra di Venezia 2014, e dopo il successo mondiale di Mommy potremo vedere una nuova prova d’attore di Xavier Dolan, Elephant Song di Charles Binamé, storia del rapporto tra il navigato psichiatra David Green e Michael, giovane paziente dello scomparso dottor Lawrence, che sostiene di aver ucciso la propria madre e pensa di essere in possesso di preziose informazioni. Nel cast anche Bruce Greenwood, Carrie-Anne Moss e Carherine Keener.
29° FESTIVAL MIX MILANO di cinema gaylesbico e queer culture, 3-6 Luglio, Teatro Strehler