A villa Litta per una gita fuori porta, per sfuggire alla canicola estiva. E reimparare a divertirsi anche con la cultura e la storia. Anche in Lombardia.
Milano d’agosto. Un po’ meno frenetica, un po’ più vuota. Dover aspettare qualche minuto in più i mezzi pubblici e trovare qualche bar con la saracinesca abbassata. Ma soprattutto caldo, tanto caldo, umido e insopportabile. Quando non ti sorprende il temporale, che costringe pure a tirar fuori per qualche ora la felpa, giustamente dimenticata in fondo al guardaroba.
Secondo il milanese doc, è questo il periodo migliore dell’anno per godere della città, per girare con calma e scoprire angoli che di solito non si ha mai il tempo di visitare. E il copione perfetto prevede di farsi accompagnare da chi questi posti li conosce e sa raccontarne storia e curiosità. Tuttavia, fra guide tascabili, siti dedicati e tour organizzati – che in tempi di Expo fioccano manco fosse dicembre – a cercare la Milano nascosta e segreta rischiate di imbattervi in più comitive di quelle in attesa davanti al Cenacolo o, peggio, di dover pagare il biglietto d’ingresso.
E allora, sia che siate in attesa di partire per il mare o che siate appena tornati, se volete sfuggire la canicola alla ricerca di un po’ di refrigerio senza rinunciare alla giusta dose di divertimento e cultura, vi consigliamo di fare come i nobili di una volta, e andare in campagna. Le ville gentilizie che costellano l’hinterland milanese sono dei piccoli gioielli, perfetti per una riposante gita fuori porta.
A meno di mezz’ora da Milano, Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate rimane ancora oggi una perla di rara preziosità, che si può persino raggiungere in bici.
Veduta della villa. Fotografia di Marco Rimoldi Kaosrimo
Ben prima di Acquatica, della Darsena o di Expo, Villa Litta era una delle attrazioni estive più esclusive per milanesi e forestieri di stanza in città. Costruita a partire dal 1585 circa, il conte Pirro I Visconti Borromeo la immaginava come una villa di delizie, da fare invidia a quelle celeberrime della Toscana medicea.
Oggi, purtroppo, la villa è molto cambiata: i tanti passaggi di proprietà e le ristrutturazioni, soprattutto quelle settecentesche, hanno modificato quasi completamente l’aspetto originario. Vale comunque la pena di fare un giro nelle stanze dove la meglio nobiltà di Milano passava le sue estati: ci sono ancora un paio di soffitti affrescati da Camillo Procaccini e dal Morazzone che meritano di essere visti.
La vera attrazione del complesso, oggi come allora, restano però i giardini: una parte all’italiana, con le sue aiuole regolari contornate di bosso, e un’altra all’inglese, un innesto ottocentesco per aggiornare il parco secondo la moda dell’epoca. Fra serre, fontane e Ginko Biloba secolari, spicca una costruzione anomala: il Ninfeo, o Palazzo delle Acque.
Questa struttura, un’infilata di grotte artificiali di quasi 1000 mq, interamente ricoperta di incrostazioni di tufo, conchiglie, pietre e mosaici, era stata costruita per diversi scopi. Non ultimo quella di ospitare una collezione di dipinti, sculture, fossili, minerali, naturalia e artificialia di vario genere. Purtroppo questo scenografico scrigno è stata spogliato quasi completamente del suo bizzarro contenuto, ma mantiene tutt’oggi la sua funzione primaria, quella di essere un luogo di divertissements acquatici.
Il Ninfeo di Lainate infatti non è solo un fantasioso padiglione espositivo o un’opera d’arte in se stesso: è l’antenato di Gardaland. Camminando fra stanze e cunicoli si rischia di rimanere vittima dei getti d’acqua che zampillano a tradimento dal pavimento, dalle pareti e dai soffitti. Non fidatevi neanche delle statue, dei sedili o dei gradini: il Ninfeo è cosparso di trabocchetti con i quali il conte Pirro si divertiva a prendere in giro i propri ospiti, grazie anche alla complicità degli abili fontanieri, incaricati di azionare le pompe idrauliche al momento più opportuno. Studiatissimi giochi d’acqua, riflessi, arcobaleni e addirittura effetti sonori fanno del Ninfeo un gioiello da ogni punto di vista, non solo artistico o naturalistico, ma anche tecnico.
Dal 1971 la Villa e il Ninfeo sono di proprietà del comune di Lainate, costantemente impegnato nel restauro e nel mantenimento del complesso. Le visite guidate invece sono curate dai volontari dell’Associazione Amici di Villa Litta, che lungo il corso dell’anno si preoccupano di differenziare l’offerta con iniziative di vario genere, visite in costume, visite notturne, spettacoli pirotecnici. Un posto dove ritornare insomma.
Per le visite guidate http://www.amicivillalitta.it/orariprezzi.htm
Immagine di copertina di Eye