Stronzo, geniale o scemo? Channing Tatum guida di nuovo la sua band di spogliarellisti superdotati in “MMXXL”. Produce Soderbergh: che ci sia dell’autoironia?
MMXXL (Magic Mike XXL, di Gregory Jacobs), è il trionfo della tartaruga.
Il secondo episodio della saga degli stripper americani ha ben tre livelli di lettura, quasi quanto Inside out della Pixar o un film di Ingmar Bergman. Oh yeah!
1) È una scemenza megagalattica. Il film racconta il road trip di cinque deficienti che fra una parolaccia, una canna e un frozen yogurt si recano per un ultima esibizione a una convention di spogliarellisti, (ebbene sì, non ci sono solo quelle dei rappresentanti di aspirapolveri e dei dentisti).
Mike (Channing Tatum), Ritchie (Joe Manganiello), Ken (Matt Bomer), Tito (Adam Rodriguez) e Tarzan (Adam Nash) sono corazzati al meglio, con muscoli addominali che paiono arrivare direttamente dalle Tartarughe Ninja e un’attitudine rilassata nei confronti della vita notturna, in versione hippy con falò sulla spiaggia o hot nel club privèe di un’amica. I pochi atout della pellicola sono alcune battute divertenti (Mike, che pensando alla vita tranquilla con la fidanzata immagina che guardino insieme Downton Abbey il weekend), i sopracitati muscoli addominali e una fotografia non terribile.
2) È una colossale presa per il culo. Il produttore è Steven Soderbergh, uno che “sa come si fa” e dunque vogliamo dargli il credito di un qualche tipo di ragionamento. Per questo, di fronte a cose involontariamente comiche, a un certo punto ti viene persino il sospetto che ci sia tutto un sottotesto furbissimo in grado di dare un senso a tutto. Te lo chiede Soderbergh. I cinque sono abbastanza ironici, qualche battutona da caserma non è male, ci sono riferimenti alle milf, ai gay, alle terapie naturali, alle drag queen; e una lettura del mondo americano che, dietro l’apparente display di simpatia, appare in tutta la sua agghiacciante desolazione, fatto di piscine, bicipiti, tatuaggi e un’infinita pletora di cliché che voglio sperare siano autoironici.
3) È un film di stronzi maschilisti. Apparentemente le donne sono cazzute. Ci sono quelle che si godono gli stripper e gli toccano il pacco. Quelle che vengono pomposamente definite “regine” dalla proprietaria di un club esclusive (Jada Pinkett-Smith). E ci sono le anziane milf (una è Andie Mc Dowell) che si vendicano del marito fedifrago facendo sesso con gli stripper e regalando loro la Rolls dell’ex.
Ma poi, negli ultimi minuti del film, quando c’è l’apoteosi dello spettacolo alla convention e Mike fa la sua esibizione ballando intorno alla bella di turno (Amber Heard, la signora Depp per intenderci) inizia il disagio. Avete presente le bambole gonfiabili, quelle con tutti i buchi pre-confezionati, pronte a finire fra le mani dall’ultimo sfigato come fossero un palloncino? Ecco, la bella Amber viene rigirata fra le dita da Mike più o meno come fa Tex Willer con l’amata Colt. A un tale livello che dopo un po’ lo spettatore inizia a soffrire di mal di mare.
A seconda dell’estro coreografico di Mike, Amber si ritrova sballottata come una povera cosa: in aria con la faccia contro il pacco di Mike, piegata per terra con lui che finge l’atto alla pecorina contro il suo popò, riversa sulla schiena con Mike che le allarga le gambe a squadra e di nuovo mima l’atto come un cagnetto in calore. In pochi minuti, vengono performate (vocabolo che odio, ma in questo caso funziona) sulla povera ragazza decine di variazioni, come in un Kamasutra impazzito. E dopo po’ inizia a salire nello spettatore una sorta d’imbarazzo ginnico, che non riesce a disperdersi neanche quando le luci illuminano di nuovo la sala.
Insomma, se vi piacciono le Tartarughe Ninja andate a vedere MMXXL (ebbene sì nel titolo c’è anche questa gomitatina da eruditi latinisti). A tutti gli altri non rimane che Bergman e la Pixar.