La Fracassi torna all’Elfo con una delle componenti della trilogia di Sgorbani sulle donne attratte dalle forze del Male, dal cane di Hitler a frau Goebbels
C’è un motivo sopra gli altri per cui lo spettacolo Magda e lo spavento, di ritorno a Milano, mi ha particolarmente colpito. È la straordinaria capacità degli attori, Milutin Dapcevic e Federica Fracassi, di comporre una partitura perfetta di gesti, parole, sguardi con una scenografia sonora composta da musiche e canzoni popolari, suoni e rumori proposti dal vivo. Federica Fracassi paralizza lo spettatore con la sua voce dalle mille tonalità e il suo corpo frammezzato e consapevole. La sua Magda Goebbels accenna a passi di danza, costruisce sequenze di azioni necessarie e precise, si trasforma in una paurosa incarnazione del male, in una seduttrice sapiente, in una bambola da carillon. E Milutin Dapcevic inquieta nella parte di Hitler, lucido e folle, stralunato.
Dopo Blondie, il cane fedele e Eva, la fidanzata innamorata, sposa prima della morte, è ora Magda Goebbels la protagonista della terza parte di Innamorate dello spavento, la trilogia di Massimo Sgorbani messa in scena da Renzo Martinelli.
Siamo nel bunker della Cancelleria di Berlino nella primavera del 1945. Magda e il Fuhrer discutono amabilmente. Lei ha una risposta per tutto, lo guarda con ammirazione amorosa e aderisce completamente alle teorie naziste. Anzi, sembra quasi esserne l’ispiratrice: «le sue considerazioni sono sempre così acute, Magda – le dice il Führer – lei riesce sempre a svelare qualche verità».
E se Eva si confrontava con Via col Vento, il suo film preferito, e dialogava con Rossella O’Hara, ora Magda Goebbels e Adolf Hitler riflettono sulla grandezza dei personaggi creati da Walt Disney: Mickey Mouse, Donald Duck, Pluto. Anzi è proprio il topo disneyano a offrir loro il fianco per una riflessione suile teorie della razza eletta. E Biancaneve, «bianca come la neve, bianca come la morte». Ci sono i 6 figli di Magda che lei ucciderà nel sonno prima di suicidarsi che «dormono, si svegliano e cantano, li ha sentiti cantare vero?» – la morte di Blondie, prologo della fine per tutti, ci sono le filastrocche di Pierino Porcospino, le domande sulla vita dopo la morte.
La regia è precisa e rigorosa nel creare l’atmosfera agghiacciante del bunker nel quale proporre le fiabe e i cartoni animati in un clima da commedia americana. E tra una scena e l’altra, la sirena dell’allarme antiaereo ci ricorda dove siamo.
(Per il video si ringrazia Teatro i)