Esce finalmente il delizioso film che ha stregato la Mostra di Venezia 2014: tra registi donnaioli, squillo con il talento di attrici, e tante altre sorprese
Nel 1979 Peter Bogdanovich, già autore di due titoli di grande successo come Ma papà ti manda sola? e Paper Moon, si trova a Singapore per dirigere Saint Jack, con Ben Gazzara protagonista nei panni di uno sbarellato statunitense reduce dalla guerra di Corea che decide di fare il pappone mettendo in piedi un bordello a Singapore. Bogdanovich fa provini e raccoglie testimonianze di prima mano dalle giovani prostitute. Così ne scopre un paio che proprio non hanno la vocazione per “fare la vita”, anzi si sentono prigioniere del ruolo e allora dà loro una quantità di denaro che possa permettere di svoltare. Al suo ritorno negli Stati Uniti quel gesto “stravagante” diventa la base per una sceneggiatura. Che trae spunto anche da Ernst Lubitsch, o meglio dal suo ultimo film, Fra le tue braccia, con Charles Boyer e Jennifer Jones. In quel film il protagonista dice: “In Hyde Park alcuni amano dare noccioline agli scoiattoli. Ma se ti rende felice dare scoiattoli alle noccioline, chi sono io per dire che bisogna fare il contrario?”
La frase diventa nodale e reiterata nel nuovo film, perché questi spunti, con il titolo di una canzone anni ’30, sono diventati She’s funny that way (Tutto può accadere a Broadway, nella versione italiana). Come si evince, una commedia d’altri tempi, rimasta nel cassetto per decenni e poi tornata a brillare, nel 2o14 (con passaggio alla Mostra di Venezia), grazie all’intervento dei registi Wes Anderson e Noah Baumbach, che in veste di produttori hanno saputo coinvolgere, grazie anche al carisma di Bogdanovich, attori come Owen Wilson, Jennifer Aniston, Rhys Ifans. e una spumeggiante Imogen Poots, mentre sullo sfondo appare anche Cybill Shepherd, indimenticata protagonista di L’ultimo spettacolo, il film di Bogdanovich più amato dai cinefili.
Tutto può accadere a Broadway è una screwball comedy, protagonista un famoso regista teatrale, sposato, che ama trasgredire passando serate con ragazze a pagamento, e talvolta le copre di dollari invitandole a cambiare vita. Lo fa anche all’inizio del racconto, così che la call girl, che è un’aspirante attrice, molla il mestiere antico per intraprendere quello nuovo, arrivando inattesa all’audizione proprio della nuova commedia che il regista sta allestendo a Broadway. Solo che nel frattempo il primattore ha sgamato tutto e la moglie del regista è arrivata come protagonista della pièce, mentre l’ormai ex mondana, a detta di tutti, è perfetta nella parte che dovrebbe interpretare: una ragazza squillo.
Aggiungete un vecchio investigatore dai travestimenti improbabili, un giudice ossessionato dalla prostituta, una psicanalista delirante, figlia di mamma terapista alcolizzata in disintossicazione, un autore di buon cuore ma poco perspicace, e avrete solo una vaghissima idea dei fuochi d’artificio che Bogdanovich ha allestito (con la complicità di sua moglie Louise Stratten, sorella di Dorothy, uccisa dal marito perché geloso di Peter). Tutta la narrazione prende l’abbrivio da una antipatica e saccente giornalista che intervista l’ormai affermata giovane attrice, che da quel palcoscenico di Broadway nel frattempo è approdata a Hollywood, dove ha conosciuto il successo e l’amore di un personaggio che nel finale sorprenderà. E come ormai spesso accade, bisogna gustarsi i titoli di coda che offrono ulteriori motivi di ilarità.
Travolti da commedie che nei migliori dei casi fanno solo sorridere, vedere Tutto può accadere a Broadway porta una ventata di aria fresca ripescata nella tradizione del cinema classico. Può sembrare una contraddizione, ma chiunque abbia voglia di divertirsi deve vedere questo film, che del resto era stato scritto proprio per fuggire dalle tristezze della vita. Anche solo per un’oretta e mezza.