La devozione blues di Dave Gahan & Soulsavers

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Il frontman dei leggendari Depeche Mode di nuovo in campo con i Soulsavers. Il potere ipnotico di angeli e fantasmi in CD e al Fabrique stasera

La capacità di rigenerazione di Dave Gahan sembra essere infinita: in senso fisico, avendo incontrato e sconfitto la morte (prima per problemi di droga poi per un tumore) in svariate occasioni – occasioni che ispirano la sua lirica di negoziazione con l’idea di Dio e della morte – ma anche in senso artistico.

Oltre a essere il frontman dei leggendari Depeche Mode, Gahan è infatti artista solista e collaboratore, in questo caso, con i Soulsavers. Dopo un primo album, The Light the Dead See, cui Gahan ha prestato la voce, l’incontro con questo duo di produttori e musicisti ha dato vita a Angels & Ghosts, nove tracce scritte in collaborazione. Ora vi spiego perché non stiamo nella pelle per il loro concerto sold out di stasera al Fabrique.

Angeli e fantasmi sono immagini perfette per sintetizzare il sound del disco, quasi un urlo spirituale di chitarre blues e canti tra dannazione e rivelazione. Se si percepisce un po’ del sound alla Depeche (specialmente Songs of Faith and Devotion), questo è come sporcato, bruciato, reso ruvido dal graffio della chitarra che sostituisce i synth di Andy Fletcher. Dei Depeche, e del classico Gahan, rimane soprattutto la grande investigazione del confine tra sacro e profano che caratterizza gran parte dei suoi testi. Attraverso questi nove pezzi, entriamo in un mondo dall’anima pulsante, un disco coerente dall’inizio alla fine.

Shine inizia invocando la luce, divina o fatale, che illumina e brucia come la chitarra blues mista al coro, quasi gospel nella sua illuminazione. Anche You Owe Me gioca con questo contrasto, ma in una veste più regale, a tratti orchestrale, in un testo che sembra evocare un incontro con la morte, con l’immagine di una “mano” che scende dal cielo.

Il battito incessante di All of This and Nothing, singolo e punta di diamante del disco, riesce a rendere potente un testo che è una lotta interiore tra declino e grandiosità: «sono tutto questo, e niente / sono lo sporco sotto i tuoi piedi». Poi arriva One Thing, orchestrale in modo sottile ma folgorante, dove l’unione tra la voce baritona di Gahan e il coro gospel raggiunge la perfezione.

Una simbiosi che ritorna su Lately, sospesa tra accenni di chitarra riverberata e una comunione di voci che invocano un’altra comunione, quella fisica che “lascia indietro l’anima”. Il tutto, infine, sembra come esplodere su My Sun, pezzo di chiusura che ci fa intravedere uno spiraglio di luce, come una rivelazione in un’apoteosi di chitarre, cori, e fiati.

Angels & Ghosts ha un potere ipnotico, un fascino graffiante, e un sound trascendentale nel suo essere terreno. Nell’eterna lotta con i propri demoni interiori, Dave Gahan continua a scrivere canzoni di rara profondità, e a ridefinire il proprio personale confine tra sacro e profano. Tutti ingredienti che ci fanno pensare che, stasera, il Fabrique vivrà un’esperienza spirituale.

Dave Gahan & Soulsavers Angels & Ghosts (Columbia)

Dave Gahan & Soulsavers stasera al Fabrique

Immagine di copertina: Dave Gahan & Soulsavers for WFUV di Wfuv

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