A San Marco un programma originale: il Maestro Aldo Bernardi accosta al celebre brano del compositore di Jesi quello meno eseguito del musicista pesarese
Che dire, probabilmente perché il tempo per le prove è stato poco, forse perché il programma era piuttosto fitto, ma la prima parte della serata organizzata dall’Associazione Mozart Italia di Milano a San Marco il 3 dicembre in occasione dell’Anniversario dalla morte di Mozart non ha ottenuto il risultato sperato.
Sulla carta un programma interessante e originale: una selezione del celeberrimo Stabat Mater di Pergolesi – cui si sono affiancati l’Ave Maria tratta da Otello di Verdi e dall’Ave Verum Corpus di Mozart – messa a confronto con il meno diffuso e soprattutto meno eseguito Stabat Mater di Rossini. Il tutto pensato dall’Associazione in sostituzione del tradizionale Requiem KV 626, suonato abitualmente in questa ricorrenza.
In realtà il tempo scelto per lo Stabat Mater di Pergolesi era piuttosto lento, il basso continuo più che spingere e guidare l’orchestra sembrava appesantirla. Daniela Bruera – soprano – e Laura Verrecchia – mezzo soprano – non hanno trovato, o non sono riuscite a trasmettere, quella sintonia necessaria a due voci che duettano. Inoltre Daniela Bruera è sembrata più a suo agio nei registri bassi che in quelli acuti, in cui è mancata di agilità e a volte di intonazione. La cantante si è poi ripresa con l’Ave Maria di Otello anche se nel complesso la sua interpretazione non ha convinto per tutta la serata.
Più che per motivi esecutivi, però, a rendere difficoltoso l’ascolto del primo atto è stata l’infelice scelta di alternare i brani musicali con la lettura recitata di alcuni testi scritti da Aldo Bernardi, Presidente e Direttore artistico dell’Associazione nonché direttore della serata: l’intento era nobile, perché i testi in questione sono nati in ricordo di Pierfranco Vitale (Presidente onorario e fondatore dell’AMI-Milano, mancato lo scorso 18 ottobre), e in nome della grande amicizia che ha legato i due “mozartiani” nel corso del tempo, ma in chiesa il rimbombo era tale da non riuscire a capire cosa le due attrici Elda Olivieri e Giulia Lombezzi stessero interpretando e cosa dicessero. Inoltre per sua natura la musica sacra predispone l’animo ad una sorta di raccoglimento interiore, interrotto continuamente dalle due voci microfonate.
Fortunatamente a rappacificare gli animi è giunto in primis lo splendido Ave Verum di Mozart, dolcissimo, e in seguito lo Stabat Mater di Rossini, appunto, in cui spiccano il basso Carlo Malinverno e il tenore Francesco Marsiglia (peccato per la steccata finale!). Il lavoro si distanzia sostanzialmente da altre opere dello stesso genere: esso è posto a mezza via tra l’opera e la musica sacra e la scrittura vocale ricorda lo stile operistico del Rossini più maturo. Bravi in questo senso tutti e quattro i cantanti nell’interpretazione.
Il Maestro Bernardi riesce invece a esprimere con l’orchestra tutte le sfaccettature che questa musica presuppone: dal cupo pathos inziale, con i violoncelli e i fagotti in sol minore, cui si aggiunge l’orchestra creando un’atmosfera da brivido, fino ad arrivare alla dimensione più profonda della sofferenza, della compassione ma anche della speranza e dell’amore ineffabile.
Una particolare menzione merita il coro di Bergamo di Erina Gambarini, che sin dall’inizio emerge per bravura, coesione e professionalità.
Una serata, dunque, con uno inizio forse non dei migliori ma che in corso d’opera è riuscita a decollare, a coinvolgere il pubblico raccolto e a introdurre l’animo al periodo dell’Avvento.
Immagine di copertina: Pietà di Pietro Perugino