Fare previsioni sul futuro è pratica massimamente rischiosa. A maggior ragione se si tratta di orientarsi nella sterminata offerta di mostre che caratterizzano la piazza…
Fare previsioni sul futuro è pratica massimamente rischiosa. A maggior ragione se si tratta di orientarsi nella sterminata offerta di mostre che caratterizzano la piazza milanese. Consapevoli del rischio, vale la pena di tentare, sperando di essere baciati dalla chiaroveggenza che contraddistingue i sogni sognati all’alba. Abbiamo scelto le tre mostre su cui, se dovessimo scommettere, punteremmo i nostri denari.
Boccioni al Museo del Novecento
Cade il centenario della morte di Umberto Boccioni (1882-1916) e, ineluttabile come l’influenza autunnale, arriva la mostra celebrativa. Questa volta però le cose sembrano promettere bene. Il progetto scientifico sembra serio e si potrà contare sul fondo dei disegni dell’artista al Castello Sforzesco, di ricchezza senza uguali. Soprattutto, nessun luogo potrebbe essere più adatto del Museo del Novecento che già vanta nelle sue collezioni un nucleo notevole di opere dell’artista, milanese di Reggio Calabria. Dovrebbe essere una narrazione scandita cronologicamente del percorso dell’artista, dalla giovinezza inquieta fino alla stagione futurista e alla morte prematura. L’incognita maggiore riguarda gli spazi un po’ infelici del Museo che poco si prestano alle esposizioni temporanee. Una vera sfida per chi curerà l’allestimento.
Umberto Boccioni (1882-1916). Genio e memoria, Museo del Novecento, dal 25 marzo al 3 luglio 2016.
Carsten Höller all’Hangar Bicocca
L’Hangar ci ha abituato negli anni a esposizioni di alto livello dedicate ad artisti affermati sulla scena internazionale ma poco noti al pubblico meneghino: scelte lungimiranti, allestimenti curati, spazi versatili. Dovendo scegliere tra le proposte dell’anno appena iniziato, vale la pena soffermarsi sul belga Carsten Höller, classe 1961, già noto ai frequentatori della Fondazione Prada che lo ospitò nel 2000. All’Hangar sarà protagonista di un’antologica curata da Vincent Todolì con lavori vecchi e nuovi che promettono, al solito, di minare le certezze percettive dei visitatori trasformandoli nelle cavie di un brillante esperimento scientifico. Se tutto va come deve, sarà un’esperienza da non perdere.
Carsten Höller. Doubt, a cura di Vicente Todolí, Hangar Bicocca, dal 07 aprile al 31 luglio 2016.
La XXI Triennale
La notizia dell’anno è certamente la ripartenza dell’Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, a vent’anni dall’ultimo capitolo. Nata nel 1923 come Biennale delle arti decorative ha scandito tre quarti di secolo, seguendo le giravolte della Storia (dalla ricostruzione post-bellica alle contestazioni del ’68), anticipando tendenze e sancendo fortune. Tutti i migliori ci sono passati. Ora riparte, con il respiro internazionale che l’ha sempre caratterizzata. L’argomento prescelto, e non poteva essere altrimenti, è il design; anzi Design after design. Eventi, workshop ed esposizioni si moltiplicheranno e, partendo dal Palazzo della Triennale in Parco Sempione, dilagheranno a macchia d’olio per colonizzare diversi spazi nella metropoli: sarà difficile orientarsi ma le occasioni di valore certo non mancheranno. Non ci si può che augurare che sia un successo: le premesse ci sono.
XXI Triennale Internatiol Exhibition 2016. 21st Century. Design after Design, dal 2 aprile al 12 settembre.
Gita fuori porta
Da metà giugno e per quindici giorni si potrà attraversare il Lago di Iseo a piedi, passeggiando da Sulzano a Monte Isola all’Isola di San Paolo e ritorno. Merito di Christo (quello dei monumenti impacchettati, per intenderci) che appronterà un gigantesco ponte fluttuante ricoperto di tessuto giallo. Ottenere i permessi non è stato facile, molto si è speso Germano Celant, che ha patrocinato l’operazione. È il ritorno in Italia di uno dei massimi esponenti di “Land art” viventi, a quarant’anni dall’ultimo passaggio. E in un giorno assolato di giugno, passeggiare sul Lago d’Iseo potrebbe davvero valere la gita.
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