In “I suoceri albanesi” di Clementi con Francesco Pannofino l’impietosa analisi sociale che fra il dire e il fare…
Il salotto della tipica famiglia borghese è stato spesso al centro della finzione scenica e, a maggior ragione, nello spettacolo I suoceri albanesi in scena al Teatro Carcano domina scenograficamente dalla prima all’ultima battuta. I componenti che appaiono dinanzi alla platea non appartengono però ad un passato lontano, bensì ad un presente quanto mai attuale: una famiglia borghese italiana al tempo della tecnologia, dei social network.
Da una parte, vi è il padre Lucio, interpretato da Francesco Pannofino, cinquantacinquenne consigliere comunale immerso nella sua azione politica, amante della buona cucina e del caffè, ma che mal riesce a digerire l’atteggiamento ostile da parte della figlia sedicenne, Camilla. Dall’altro lato, c’è la figura della madre Ginevra, Emanuela Rossi, cinquantenne chef in carriera, con un’ossessione per la cucina “fuori dall’ordinario” e che in più d’una occasione tende a giustificare le azioni della figlia: «Come sono fragili i giovani…». Alle vicissitudini quotidiane e bizzarre del nucleo familiare improntate al “politicamente corretto” si aggiunge la migliore amica di Ginevra, Benedetta, erborista in analisi e disperatamente alla ricerca del compagno della sua vita e, letteralmente dal piano di sotto, il nuovo inquilino del palazzo: un eccentrico colonnello poliglotta che si lamenta della perdita del bagno dal piano di sopra. Ed è proprio l’arrivo della ditta di due fratelli idraulici albanesi, il trentacinquenne Igli e il diciottenne Lushan, che porterà scompensi nelle certezze, nei valori di questa famigliola borghese, ma anche a qualche cambiamento non incluso nel preventivo.
Ciò che salta immediatamente agli occhi e alle orecchie è il perfetto equilibrio tra battute e tempi comici da parte di tutto il cast, diretto da Claudio Boccaccini, ma particolarmente dagli attori-doppiatori Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, i quali, fin dai primi minuti di scena, trasformano ogni più piccolo vizio, difetto di Lucio e Ginevra in un ampio sorriso o in una sonora risata. I personaggi della commedia di Gianni Clementi hanno il pregio di non essere solo delle macchiette di cui ridere o con cui ridere, ma il riflesso di genitori, figli, amici o vicini di casa non del tutto assenti dal mondo in cui viviamo. Tuttavia, il punto di forza della commedia stride un po’ nell’ultima parte, perché rischia di sovrastare l’importante messaggio di cui si fa portatrice attraverso i borghesi piccoli piccoli: siamo davvero in grado di mettere in pratica ciò che sosteniamo in teoria?
(per il video si ringrazia Teatro Carcano)
I suoceri albanesi …due borghesi piccoli piccoli, al Teatro Carcano fino al 24 gennaio