Cinquanta titoli bellissimi e arbitrari: mancano molti classici e vi invitiamo ad aggiungere i vostri. Ma non Gigi D’Alessio, “quella sua maglietta fina” e…
Ma davvero voi lo festeggiate san Valentino? Be’, auguri, se può aiutarvi qui c’è una playlist che parlano d’amore e altre catastrofi. Mancano molti classici, ma potete aggiungerli voi. Le vostre scelte (per favore, non indicate Gigi D’Alessio o una boyband o quella sua maglietta fina) finiranno nella playlist definitiva.
1. One love (Bob Marley, 1977)
Un po’ di armageddon, un po’ di religione, qualche tirata contro i corrotti, ma quel che vale è il refrain: “Un solo amore, un solo cuore, uniamoci e sentiamoci bene”. Dall’album Exodus.
2. Ho capito che ti amo (Luigi Tenco, 1964)
“Ho capito che ti amo, quando ho visto che bastava una tua frase, per far sì che una serata come un’altra cominciasse per incanto a illuminarsi”. Io la preferisco a Mi sono innamorato di te.
3. Thing called love (John Hiatt, 1987)
Le metafore bibliche, in America le usano anche per le esecuzioni, pensate a Pulp Fiction. Ma io non sono il tuo re e tu non sei la regina di Saba, puoi toglierti i guanti di capretto, non sono un porcospino: sei pronta per quella cosa che chiamano amore? Alla chitarra il grande Ry Cooder.
4. Ho voglia d’innamorarmi (Francesco Baccini, 1993)
Una canzone viscerale e invecchiata bene. “Ho voglia d’innamorarmi di una donna, di un animale, di una borsa di coccodrillo, di uno straccio di ideale”.
5. You do something to me (Paul Weller, 1995)
Niente meno, lui sta appeso a un filo, danza sul fuoco, aspetta il cambiamento, la fiamma da catturare per sentirsi ancora un essere reale. Soul bianco per Paul Weller.
6. Ba-Ba-baciami piccina (Alberto Rabagliati, 1940)
Puro, delizioso swing all’italiana. Canta Alberto Rabagliati, tra i nostri primi divi canori, che nel 1927 fu scelto come miglior sosia di Rodolfo Valentino e se ne andò per un po’ a Hollywood.
7. San Diego Serenade (Tom Waits, 1974)
“Non avevo mai visto la luce della luna finché non ha brillato sul tuo seno, non avevo mai visto il tuo cuore finché qualcuno ha cercato di rubarlo, non avevo mai visto le tue lacrime finché non sono scese sul tuo viso”. Un giovane Tom Waits alle prese con una torch song.
8. Show time (Francesco De Gregori, 2012)
“Che posso dirti se mi fai sognare, dove devo mettermi per non precipitare?” Una serenata del De Gregori più recente.
9. Dance Me to the End of Love (Leonard Cohen, 1984)
“Sfiorami con la tua mano nuda, toccami con il tuo guanto, portami danzando sino alla fine dell’amore”. È Leonard Cohen, non si discute.
10. Let’s Do It, Let’s Fall in Love (Ella Fitzgerald, 1956)
Lo fanno i lapponi, gli argentini, gli olandesi nella vecchia Amsterdam, e poi gli uccelli, le api, le ostriche di Cape Cod, gli scimpanzè nello zoo, i canguri: fatelo anche voi e innamoratevi, e che diamine. Cole Porter doc, datato 1928.
11. Piccola serenata diurna (Fiorella Mannoia, 1992)
Una canzone del cubano Silvio Rodriguez, arrivata al traduttore Ivano Fossati con ogni probabilità attraverso la versione di Chico Buarque. Sono così rari i brani di felicità amorosa, che facciamo persino finta di credere che Cuba sia un paese libero.
12. Stubborn Love (Lumineers, 2012)
“È meglio provare dolore che niente affatto, il contrario dell’amore è l’indifferenza, fa’ attenzione adesso, sono sulla tua veranda ad urlare e non me ne andrò finché non verrai giù da me, quindi alza la testa, mantieni il tuo amore, mantieni la testa alta, amore mio…” A voi i Lumineers di Denver.
13. Love Has Fallen On Me (Chaka Khan, 1978)
L’amore mi è cascato addosso, ora ci vedo bene, l’amore mi è cascato addosso. Un classico della chicagoana Yvette Marie Stevens in arte Chaka Khan, regina del funk.
14. Che coss’è l’amor (Vinicio Capossela, 1994)
Inizi di carriera – la canzone è tratta dal suo terzo album, Modì – quando Capossela faceva un po’ il Tom Waits e un po’ il post-Buscaglione de noantri.
15. Love Will Tear us Apart (Joy Division, 1980)
Post-punk, inglesi, gran canzone di crisi sentimentale. Uscì quando la band si era già sciolta, sorvoliamo sui (tragici) dettagli.
16. La stagione dell’amore (Franco Battiato, 1983)
Meglio questa o meglio La cura? Sono indeciso, intanto metto questa.
17. Amore che vieni, amore che vai (Fabrizio De André, 1966)
Per amplificare l’eco di Battiato, la madre di tutte le stagioni dell’amore possibili.
18. You’ve Got the Love (Florence + The Machine, 2009)
Tu possiedi l’amore di cui ho bisogno per essere completa. Beata la londinese Florence Welch, classe 1986, che ha di queste certezze. La canzone è nell’album di esordio Lungs.
19. Un poison violent, c’est ça l’amour (Serge Gainsbourg, 1967)
Manca qualche anno a Je t’aime, moi non plus, qui parliamo di Anna, album colonna sonora di un telefilm omonimo, con Anna Karina musa di Godard e Marianne Faithfull, dove Gainsbourg s’innamora di una donna vista solo in fotografia.
20. Wonderful World (Sam Cooke, 1960)
Non so molto di storia, e neppure di biologia, non mi ricordo molto del libro di scienze e neanche delle lezioni di francese, ma so che ti amo e so che, se anche tu mi ami, questo mondo sarebbe meraviglioso. Una gemma pop di Sam Cooke, padre nobile del soul.
21. That’s a Pretty Good Love (Big Maybelle, 1956)
Rhythm & blues grezzo degli anni ’50, prima che si ripulisse con il soul. Lei, all’anagrafe Mabel Louise Smith, è stata una grande, scippata in vita da Elvis e rivalutata post mortem da Janis Joplin.
22. Il bacio sulla bocca (Ivano Fossati, 2003)
“Inciampa piuttosto che tacere/ e domanda piuttosto che aspettare”. Canzone per vecchi amanti che sanno dire abbracciami, fruga dentro le mie tasche e parlami, perdonami, e sorridimi. L’album è Lindbergh.
23. La chanson des vieux amants (Jacques Brel, 1967)
E a proposito di vecchi amanti, il grande classico è questo. Molto bella la versione italiana di Franco Battiato.
24. Les amoureux des bancs publics (Georges Brassens, 1954)
La pietra di paragone per “les amours debutants”, per i ragazzi delle panchine, è invece questo vecchio classico del grande anarchico Georges Brassens.
25. Lovin’ in My Baby’s Eyes (Taj Mahal, 2003)
Henry Saint Clair Frederick, in arte Taj Mahal, è uno dei grandi innovatori del blues-rock, che contamina spesso e volentieri con suggestioni caraibiche. Dolcezza pigra e rilassata, dall’album Blues with a feeling.
26. Costruire (Niccolò Fabi, 2005)
La “costruzione di un amore” di uno dei più interessanti cantautori romani.
27. Somebody to Love (Jefferson Airplane, 1967)
Meglio Somebody to love, scritta e cantata dalla grande Grace Slick, che To love somebody, pressoché contemporanea, dei Bee Gees pre-febbre del sabato sera. Però vedete voi…
28. Dedicated to the One I Love (Mamas & Papas, 1967)
Nello stesso anno, una versione più educata del Californian sound si imponeva con i Mamas & Papas (California dreamin‘). Eccoli in versione sentimental, grandi armonie vocali.
https://www.youtube.com/watch?v=4M7gKZqgHn4
29. Harvest Moon (Neil Young, 1992)
Serenatella deliziosa e un po’ truzza, che sa tanto di camporella estiva e di ristorante da camionisti. Il maestro Neil Young avrà fatto di meglio, ma questa è perfetta per limonare.
30. I Melt With You (Modern English, 1982)
New vawe inglese, c’era di peggio. E comunque l’idea di sciogliersi, fondersi con l’amato/a non è da buttare via.
31. Luna di marmellata (Paolo Conte, 1975)
Ci sarà un rifugio, un paradiso provvisorio, anche per gli amanti clandestini? A risarcirli provvede Paolo Conte, nel suo secondo album.
32. Miele su miele (Mina, 1981)
Un altro rendez-vous, un Paolo Conte raro per Mina. “Miele su miele andrà, questa serata andrà, tra la magia e la golosità”.
33. I Want You (Bob Dylan, 1966)
Diretto ed esplicito, per quanto può essere diretto ed esplicito Dylan. Il periodo è quello aureo della “svolta elettrica”.
34. Hungry Heart (Bruce Springsteen, 1980)
Tutti hanno un cuore affamato. Il Boss nel 1980, in pieno fulgore, l’album è The river.
35. Let’s Spend the Night Together (Rolling Stones, 1967)
Il titolo dice tutto. Da loro forse era facile, da noi mica tanto.
36. Che cosa c’è (Gino Paoli, 1963)
Gino Paoli innamorato contro il mondo. Per un contraltare tutto italico ai Rolling Stones, ascoltare Una di quelle, sempre Paoli e sempre 1963, dove lei che esce dal suo albergo alle dieci di mattina in abito da sera e diciamo che non passa inosservata.
37. Mad About You (Hooverphonic, 2000)
Guaio è il mio secondo nome, ma in fin dei conti non sono così male, qualcuno sa dirmi se sbaglio a essere così pazza di te? Loro sono i belgi Hooverphonic, in attività dal 1996.
38. I Put a Spell on You (Nina Simone, 1992)
L’immensa Nina Simone live a Montreal. “Ho fatto un incantesimo su di te, perché sei mio”, del bluesman voodoo Screamin’ Jay Hawkins.
39. Se tu sapessi (Bruno Lauzi, 1964)
Meglio questo amore blandamente infelice (la canzone fu portata al successo da Salvatore Vinciguerra) o La casa nel parco, affittata per fare l’amore e con una lattina di birra gelata in cucina? Nel dubbio aggiungo questa alle canzoni per San Valentino.
40. Someone to Watch Over Me (Amy Winehouse, 2008)
Puro Gershwin, suo fratello era responsabile del testo, anno di grazia 1926: cercasi qualcuno che si prenda cura di noi.
41. Love You Madly (Cake, 2001)
Indie rock californiano tendente al mischione e al bizzarro, divertente.
42. It’s oh so quiet (Bjork, 1995)
Dall’album Post, remake di una canzone degli anni ’50, la cantava Betty Hutton. Ti salta un fusibile, zing boom, il diavolo è a piede libero, zing boom, è così che va, wow bam!, quando ti innamori.
43. Try a Little Tenderness (Otis Redding, 1967)
Voce tra le più emozionanti del soul, anche qui non so se preferire I’ve been loving you too long.
44. The Way You Look Tonight (Billie Holiday, 1936)
Un classico del songbook americano. Jerome Kern la scrisse per Swing time con Fred Astaire e Ginger Rogers, Billie Holiday la incise nello stesso anno.
45. First Day of My Life (Bright Eyes, 2005)
È il primo giorno della mia vita, il tuo è il primo viso che ho visto, ero cieco prima di incontrarti. Bright Eyes è il gruppo del cantautore alt-folk Conor Oberst di Omaha, Nebraska.
46. All the Best (John Prine, 1991)
Una volta conoscevo l’amore, e l’amore mi conosceva, e quando andavo in giro, lui era al mio fianco, ero così innamorato da non poterlo nascondere. Una goodbye song gentile, con appena una punta di struggimento, del cantautore americano John Prine.
47. Woman (John Lennon, 1980)
Grazie alle donne che ci rendono migliori. Garbata e politically correct: non c’è dubbio, Yoko Ono è stata una grande rieducatrice.
48. The First Time Ever I Saw Your Face (Roberta Flack, 1969)
Con questa versione la soulwoman Roberta Flack vinse un Grammy. La canzone l’aveva scritta nel 1957, per sua moglie Peggy Seeger, il grande folksinger comunista inglese Ewan MacColl.
49. When a Man Loves a Woman (Percy Sledge, 1966)
Lui era un infermiere dell’Alabama, la canzone fu un tormentone dei tardi ’60, in Italia la rifece Fausto Leali.
https://www.youtube.com/watch?v=DcJac6OykfM”
50. E penso a te (Lucio Battisti, 1972)
Forse la più lineare (la meno guastata dai testi intorcinati di Mogol) tra le canzoni d’amore di Lucio Battisti. A me non dispiace neppure la borghese Perché no.