Nel suo romanzo I Gillespie, Jane Harris sfodera tutte gli artifici di un consumato scrittore di noir psicologici per raccontarci una storia tutta vittoriana
I personaggi e le situazioni apparentemente più normali, noiosi, grigi, nascondono spesso aspetti inquietanti e morbosi. Ce l’ha insegnato Poe, ce l’ha insegnato Hitchcock, ce l’ha insegnato la Highsmith.
Nel suo romanzo I Gillespie, Jane Harris sfodera tutte gli artifici di un consumato scrittore di noir psicologici per raccontarci una storia tutta vittoriana. All’inizio è fin troppo ovvia e perbene, tanto da annoiarci un po’, poi inaspettatamente prende il volo, e siamo travolti da improvvisi colpi di scena e non riusciamo più a smettere di leggere per scoprire la verità, che si rivela, pagina dopo pagina, maligna e inafferrabile.
Nel 1933 Harriet Baxter, anziana signorina che abita nell’elegante quartiere di Bloomsbury a Londra, ha deciso di scrivere un libro su Ned Gillespie, talentuoso artista, ormai dimenticato, e suo impareggiabile amico di gioventù.
Mentre scrive, Harriet, apparentemente un po’arteriosclerotica, viene accudita da una successione di diverse dame di compagnia che lei continua a licenziare perché le appaiono sospette.
Il racconto comincia nel 1888 a Glasgow, dove la giovane ereditiera Harriet s’è trasferita temporaneamente per visitare la straordinaria Esposizione Internazionale, e dove rimane colpita da un quadro di Ned Gillspie esposto in un padiglione d’arte. Casualmente conosce la famiglia del pittore e, per coltivare l’affinità elettiva con lui, comincia a frequentarne la casa, rendendosi indispensabile a tutti. Diventa amica della petulante madre di Ned, aiuta la sua bellissima moglie nei lavori di casa, copre di regali le capricciose e viziatissime figlie, combina un matrimonio per l’onnipresente sorella, ma soprattutto incita Ned a dipingere, proteggendolo dalle continue incursioni delle sue donne nello studio e presentandogli ricchi clienti per liberarlo dalle pesanti difficoltà economiche.
L’attività creativa di Ned è continuamente disturbata dall’invadente famiglia che adora, ma per fortuna c’è Harriet che corre sempre in suo aiuto; per preservarne la carriera riesce perfino a tener nascosta alla stampa la scandalosa omosessualità del fratello dell’artista.
Le cose sembrano mettersi bene: il pittore ottiene un premio all’Esposizione Internazionale e le commissioni cominciano a fioccare. Lo spettro della miseria si allontana. Ned sfiora il successo.
Poi, in un bel pomeriggio di maggio, ai giardinetti, la figlia più piccola scompare…
Un rapimento. Le indagini portano alla luce segreti nascosti, strane coincidenze, i sospetti sfiorano tutti, nessuno si fida più di nessuno, non c’è più posto per l’amore. Dopo qualche mese, un colpo di scena sembra svelare la verità e il vero colpevole del rapimento. Ma non è che una possibilità, un punto di vista, non ci sono prove.