I semafori dell’arte per una città-museo

In Arte

Da qualche mese le cabine semaforiche di Milano si sono trasformate in opere d’arte. Una collaborazione virtuosa con il Comune, un gruppo di street artists, il rispetto dei writers. E un supermarket intollerante.

Energy Box – Urban Art Renaissance – Milano. La prima grande mostra a cielo aperto è il titolo del catalogo edito da Skira che fotografa centocinquanta centraline di controllo dei semafori dipinte da street artists.

Davide Tinelli, alias Atomo, ci racconta com’è nato il progetto, sponsorizzato da A2A e Fondazione Aem proprio nei mesi dell’Expo: «Nella Milano piena di idee e fucina insostituibile di iniziative ed eventi, ecco che si è fatta strada ed è maturata una nuova idea per rendere la città quel museo a cielo aperto che, fin dai miei inizi come writer e agitatore artistico e culturale, avevo tante volte sognato: trasformando le cosiddette cabine semaforiche in contenitori di creatività, dando finalmente vita, forma e colore a quei grigi scatoloni sparpagliati in tutti i quartieri, trapiantati con i loro basamenti di cemento senza troppi complimenti davanti a palazzi storici, a ridosso di gioielli architettonici, attaccati a case popolari, a palazzoni o nel centro delle piazze, davanti ai giardini e nei parterre a verde. Così quelli che fino a ieri non erano altro che contenitori di matasse di fili elettrici che scandiscono con i loro verdi, gialli e rossi i tempi del nostro quotidiano, sono diventati anche contenitori di creatività diffusa e da veri e propri inestetismi urbani (paradossalmente i tombini, che sono meno appariscenti, hanno design e grafiche molto più ricercate di queste vuote scatole sparse ovunque per la città), da creature aliene asetticamente grigie e spoglie (e quasi sempre inevitabilmente sporche) si sono trasformate d’un tratto in brillanti e colorate lavagne per appunti, per complessi e raffinati disegni, per sprazzi di strabordante e gioiosa creatività, di colore, di arte».

Energy box, Atomo
Energy box, Atomo

L’entusiasmo carica un po’ le tinte al discorso di Atomo; comunque l’idea di far dipingere quelle orrende scatolone grigie chiamando cinquanta artisti da tutto il mondo, diversi per stile e poetica, e far incontrare delle opere d’arte alla gente che va al lavoro, che torna a casa, che va in giro è proprio bella. Se poi ci ricordiamo quegli orrori di centraline che c’erano sotto, è ancora più di soddisfazione.

Significativo come riconoscimento, ci dice Rendo, uno dei fondatori dell’aerosol art italiana, è che la comunity dei writers ha rispettato le Energy Box non scrivendoci sopra. L’unica a essere stata cancellata è quella di piazza Virgilio, dove lo stabile è stato acquistato da un supermarket che l’ha fatta ridipingere tutta di grigio, per fare ordine e pulizia dice il direttore; il paradosso è che ha lasciato una centralina di fronte tutta imbrattata di scritte e annunci pubblicitari, orrenda. Si sconsiglia vivamente di frequentare detto stupido supermarket.

Per entrare nel merito delle opere, troviamo di tutto; forse nulla di particolarmente nuovo o sperimentale, forse perché la selezione è stata supervisionata da un critico d’arte come Flavio Caroli, star di A che tempo che fa e un po’ trombone.

Energy Box, GGT
Energy Box, GGT

Belle a livello grafico le centraline di Atomo: su fondo verdolino vediamo le silhouette nere di una ballerina e di un volo di colombe, intorno contatori della luce di tutti i colori. Acme, all’angolo col cimitero Monumentale non resiste alla suggestione del luogo e fa un monocromo di una donna dolente con un rivolo d’acqua e dei fiori, giustamente molto funebre. Di impatto e divertentissime le centraline di GGT: un’ondata di nero inchiostro cola giù sul fondo rosso fiamma. Ma come si diceva c’è di tutto: dal new-pop, all’iper-realismo, all’astratto, al fumetto, al romantico, al classico; c’è perfino, proprio accanto alla Scala, il ritratto di Verdi di Boldini, rivisitato in verde e blù da Frode.

 

ENERGY BOX  – Urban Art Renaissance – Milano. La prima grande mostra a cielo aperto, catalogo Skira.

Immagine di copertina: Energy Box, Acme.

 

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