Tutto ciò che è regia femminile, corto, lungo, fiction e documentario: a Sguardi altrove si spazia dalla Turchia del protagonismo feminile ai 15 corti che mostrano quanto vivace sia la scena in giro per il mondo. Ospite d’onore Margherita Buy e non mancano riflessioni e incontri
Se pensate che la Turchia, stretta tra un regime musulmano sempre più tradizionalista e la crescente militarizzazione della politica – dal governo all’opposizione curda, all’Isis – sia un paese a scarso protagonismo femminile, troverete una clamorosa smentita nella proposta di Sguardi Altrove, il film festival dedicato a tutto ciò che è regia femminile, dal corto al lungo, dalla fiction al documentario, in corso a Milano fino al 25 marzo.
L’edizione n. 23 della rassegna, che si è ormai consolidata come forse la più importante in Italia, presenta infatti nel concorso internazionale, su otto titoli complessivi, ben due film turchi. Motherland, brillante debutto in regia di Senem Tuzen, passato all’ultima Settimana della Critica a Venezia e Until I Lose my Breath della giovane e talentuosa Emine Emel Balci, apprezzato alla Berlinale 2015, insieme ai 9 titoli della sezione che il festival dedica alla “Turchia dei giorni nostri”, contribuiscono a delineare con forza un paese in rapida evoluzione, tra una dura modernità urbana, che offre il lavoro anche alle donne ma a prezzo di grandi sacrifici, e la sopravvivenza di legami affettivi e culturali più o meno arcaici, che disegnano relazioni familiari intense, a volte quasi strazianti.
In concorso anche l’Italia con due film, entrambi di ambientazione siciliana, il già premiato Erba celeste di Valentina Gebbia e La città senza notte di Alessandra Pescetta, reduce dal Taofest, mentre da segnalare sono senz’altro il canadese Le garagiste di Renée Beaulieu, che lontano dalle ambientazioni urbane, spesso presenti in quel cinema, ci racconta la crisi di un uomo in bilico tra i legami del passato e una nuova scoperta che rimette in discussione la sua identità, e lo struggente, doloroso, appassionante ritratto di violoncellista che ci offre la spagnola Anna M. Bofarull in Sonata for cello, protagonista la straordinaria Montse German. A completare il concorso, il belga Un homme à la mer di Géraldine Doignon, che mette in scena un atipico rapporto tra una fascinosa signora e il futuro genero, un biologo marino in fuga dalla sua vita futura, e Parallel Lines Meet at the Infinity della siberiana Lina Akseeva, impegnata a raccontarci la relazione estrema tra un fotografo di evidenti pulsioni sadiche e le sue più o meno “consenzienti” modelle/amanti.
A Sguardi Altrove 2016 l’ospite d’onore sarà Margherita Buy, che il 23 e 24 marzo a Milano incontrerà il pubblico partecipando a una sua personale in cui verranno riproposti Mia madre di Nanni Moretti, Lo spazio bianco di Francesca Comencini, Maledetto il giorno che ti ho incontrato di Carlo Verdone e Controvento di Peter Del Monte.
Due altri spazi competitivi all’interno del festival riguardano il documentario, con una selezione internazionale di titoli che va da Israele alla Polonia, dall’Algeria al Libano, dall’Uganda alla Cina, e le produzioni più giovani e vivaci che da tutto il mondo porteranno sugli schermi milanesi 15 selezionatissimi corti. Un’ultima sezione con premi, ribattezzata “a regia mista” mostra cinema d’autore maschile e femminile, anche a 4 mani, in cui trovano posto titoli italiani attesi come La vacanza di Daniela Vicari, omaggio a Ilaria Alpi, l’ultimo lavoro di Daniele Segre, Morituri, e Oggi insieme domani anche di Antonietta De Lillo. Quattro lungometraggi e due corti compongono il mini-ciclo “Diritti umani, oggi”, tra cui Redemption Song di Cristina Mantis e Sponde di Irene Dionisio, mentre una serie di incontri ( “Fiction e documentario”, le donne di Teheran, ancora Ilaria Alpi, “Memoria e giustizia in Argentina”) completano la parte della rassegna più dedicata alla riflessione e all’incontro.