Boldini, ovvero il pittor Stranamore

In Arte

Giovanni Boldini è tra i tanti pittori ridotti ad etichette. Ecco quindi “Il Pittore della Belle Époque”. Forse è anche un po’ vero, ma quanto fascino…

Il cielo insolitamente terso e roseo accarezza Milano in un placido pomeriggio novembrino, una pennellata carnosa sopra un liquido fondo grigio che osservo stupito da una panchina del Parco di Porta Venezia, racchiuso in un brano di secolo decimonono immaginario. Accompagnato da questa “impressione al calar del sole”, imbocco via Manzoni, esclusiva corsia dell’Europa ottocentesca. Al civico 45 si trova la GAM Manzoni, che in vetrina espone il cartellone della mostra Boldini Parisien d’Italie: lo sguardo provocatorio della principessa Radziwill mi invita a entrare.

Giovanni Boldini, Ritratto della principessa Radziwill, 1910. Collezione privata.
Giovanni Boldini, Ritratto della principessa Radziwill, 1910. Collezione privata.

Un poco diffidente, ma curioso, accetto. Dietro un’angusta biglietteria, una signora distinta, prodiga di spiegazioni didascaliche, sembra voler partecipare al circolo delle dame boldiniane, sebbene ricordi piuttosto la cassiera con gli occhi da lupa cantata da Paolo Conte, altro parigino d’adozione. La signora snocciola un paio di informazioni essenziali: quaranta le opere di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) in mostra, provenienti da collezioni private, alcune delle quali persino inedite.

Giovanni Boldini, Al parco, 1872. Collezione privata.
Giovanni Boldini, Al parco, 1872. Collezione privata.

Nella stessa saletta d’ingresso si incontrano piccole pitture di genere, già potenti nel tratto e sicure nell’esecuzione, reduci dalle giovanili influenze macchiaiole e dalle più recenti e scottanti esperienze francesi. L’acquerello Al parco, freschissimo nella sua banalità, mi riporta per un istante sulla panchina verde e legnosa dei giardini di corso Venezia. Già dalle prime opere si intuiscono i principali caratteri di Boldini: elevate doti tecniche, ricerca di una formula identitaria vincente, scarsa apertura nei confronti di sperimentazioni, forte passione per i soggetti femminili. Elementi che si ritrovano più o meno invariati nella seconda e ultima sala, dove, dalla parete di fondo, tre dame irrompono sulla scena: Mademoiselle de Gillespie (La dame de Biarritz), la Principessa Radziwill e la Signora che si scioglie i capelli. Attorno a questo fulcro visivo ruotano le altre opere di analogo soggetto, ma minori dimensioni, mentre le forme allungate e avvitate del Ritratto della contessa de Leusse, ricordano i nobili manierismi dell’Emilia, terra d’origine del pittore.

Giovanni Boldini, Ritratto di Madame Lacroix, 1910. Collezione privata.
Giovanni Boldini, Ritratto di Madame Lacroix, 1910. Collezione privata.

Oggi risulta difficile guardare Boldini senza ricorrere all’etichettatura di “pittore della belle époque”, cui ammicca anche il titolo, prevedibile, della mostra. Senza che se ne capiscano il dialogo con la Scapigliatura,  la differenza rispetto all’Impressionismo e la prefigurazione del Futurismo, con troppa facilità, e forse un pizzico di invidia, tentiamo di limitarlo al mero ruolo di abile ritrattista di frivole amanti. Nei confronti della sua pittura abbiamo probabilmente lo stesso atteggiamento che assumeremmo di fronte ai suoi soggetti: attraenti donne, che indubbiamente piacciono, ma delle quali con affettazione ci ostiniamo a scovare i difetti. Chi disprezza compra, come si dice. In sostanza la mostra, piacevole nonostante alcune mancanze, come i cartellini privi di notazioni tecniche, gli spazi troppo stretti rispetto alla quantità di opere e il sentore del mercato che preme dietro alle pareti, presenta un pittore potente, che nella nostra contemporaneità di triti sofismi e deprimenti prospettive può ancora dire la sua, forse col tono della beffa. E’ una pittura che chiede di essere goduta più con i sensi che con l’intelletto e per farlo bisogna saper mettere da parte momentaneamente le pur giuste riserve: d’altronde, come gracchia Paolo, “era – quello – un mondo adulto: si sbagliava da professionisti”.

“Boldini. Parisien d’Italie”, GAM Manzoni, fino al 18 gennaio 2015.

Foto: Giovanni Boldini, Mademoiselle Laure, 1910, collezione privata.

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