Blu fa ancora discutere e Affordable art Fair dedica una sezione e performance live alla street art. Molto altro, 84 gallerie da tutto il mondo, la Corea ospite, prezzi trasparenti, lezioni di storia dell’arte per tutti: per sconfiggere “l’approccio troppo museale all’arte contemporanea”, dice la direttrice Manuela Porcu
La street art è anche da collezione? Pochi giorni dopo il dibattuto caso Blu, l’Affordable Art Fair, sceglie di dare per l’edizione milanese 2016 un’attenzione particolare alla street art, con una sezione completamente dedicata. Fino a domenica sono diverse le collaborazioni con gli street artist: performance live di Ivan Tresoldi e No Curves e l’Art Night Out che si è svolta venerdì sera, alla scoperta dei graffiti sparsi per il quartiere dei Navigli, tra Porta Genova, Ripa di Porta Ticinese e il Parco Baden Powell.
La street art, spiega Manuela Porcu, direttrice da quest’anno dell’edizione milanese alla cui comunicazione e marketing ha lavorato dal 2011, «è argomento sempre di maggior interesse e mi sembra sia sempre più istituzionalizzata». Sono gli artisti i primi interessati a difendere la propria arte, al di là di quella prettamente urbana, e «l’ingresso della street art nel mercato dell’arte ha secondo me influenzato l’avvicinamento della fascia più giovane di compratori a un discorso di collezionismo». Per questo, tra le 84 gallerie italiane ed internazionali, ci sono anche D406 Fedeli alla Linea, con Ericailcane e Bastardilla, Pisacane Arte, con Yux, e ancora, da Parigi, Colorfield Gallery, che pota gli artisti David David, HeRsK e Julien Durix, e Opus Art Reunion Island, galleria che arriva dall’omonima isola dell’Oceano Indiano. In giro per la fiera, poi, le sculture di Urbansolid e i pinguini di Pao.
Lo scopo di Affordable Art Fair, nata a Londra nel 1999, si svolge ormai in 17 città di 11 Paesi, da New York a Singapore, da Amsterdam a Hong Kong, è di rendere l’arte più accessibile non solo in termini economici (i pezzi d’arte in vendita non superano infatti i 6mila euro), ma anche in termini di contenuto. Il mondo dell’arte contemporanea, infatti, «rimane spesso chiuso in se stesso, riservato a una cerchia ristrettissima». Per questo Porcu ha scelto di porre quest’anno ancora maggior attenzione sulla programmazione di eventi collaterali, pensando anche a un ciclo di lezioni di storia dell’arte per tutti. Fausto Gilberti e Denis Curti e, nel weekend, Flavio Caroli e Luca Rossi, raccontano una propria versione della storia dell’arte: «Così si aiutano i visitatori ad appassionarsi all’arte contemporanea, facendogli un passo indietro e ripercorrendo le tendenze che hanno portato al panorama odierno». In Italia, infatti «siamo vittima di un approccio ancora molto museale: Affordable Art Fair vorrebbe rendere l’arte una cosa sempre più quotidiana e vicina».
L’importante, insomma, è che le persone dell’arte si innamorino. Per questo i prezzi sono già fissati ed esposti, senza il momento di contrattazione tipico delle grandi aste, in modo che gli acquirenti possano capire subito se il pezzo può rientrare nel proprio budget e non sentirsi intimoriti. I compratori più giovani che frequentano la fiera hanno circa 25 anni, i più vecchi 50, la spesa media è sui 1000 euro. «I giovanissimi virano sulle proposte più affordable, sotto i 500 euro, con opere 50×50 che vengono incontro alle esigenze di prezzo e di spazio che spesso si pongono a chi vive in un appartamento in affitto». Tra le sezioni più accessibili c’è quella dedicata alla fotografia, «linguaggio che rimane largamente comprensibile, alla moda e prezzi contenuti». Alla fotografia è stata dedicata l’intera giornata di venerdì, con workshop, letture portfolio e incontri.
Invitato speciale dell’edizione 2016 è poi la Corea, presente quest’anno come partner per la sezione “Exchange”. «La Corea è entrata con Seoul lo scorso settembre nel circuito Affordable Art Fair e porta quest’anno a Milano gallerie molto interessanti. Accoglierà opere italiane per la prossima edizione». L’appuntamento da non perdere secondo la direttrice Porcu? «La lectio di Flavio Caroli, sabato pomeriggio alle 17, dal titolo “Il volto dell’Occidente».
Immagine di copertina: Xavier Marabout, Taxi pour noctambules