Nel Cerchio con gli oligarchi digitali

In Letteratura

L’incursione nella rete di Dave Eggers: un ritratto scettico, ironico, inquietante e preveggente del mondo del web che suggerisce al lettore di frequentarlo con qualche cautela

Quello che non era riuscito a fare Jonathan Franzen con le sue spocchiose arringhe contro Twitter, Facebook e la superficialità della cultura digitale, l’ha fatto Dave Eggers col suo ultimo romanzo, Il Cerchio: dopo averlo letto ho dovuto prendermi una pausa dai social network.

Ogni tweet, smile, like mi specchiava nell’immagine di Mae Holland, la protagonista del Cerchio, l’avveniristica azienda del titolo tutta vetri, open space, palestre, piscine, servizi, zone relax e divertimenti. «Un paradiso» pensa Mae ed il lettore con lei. Qui ogni cosa è perfetta, a partire dai tre saggi che l’hanno fondata (una beffarda fusione della trinità informatica che potrebbe rappresentare Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Julian Assange). Qui lavorano le menti più brillanti del mondo; qui nascono le idee più innovative, prima fra tutte “TruYou”, un’interfaccia che integra e ottimizza ogni operazione internet: un unico account, un’unica password, un’unica identità per socializzare, pagare, commentare, e in futuro persino votare. Un solo tasto per tutte le necessità della vita.

Il romanzo segue l’ingresso nel Cerchio di Mae. Talvolta con divertimento come quando Mae cerca di alzare il suo tasso di popolarità: passando da uno all’altro degli 11 schermi sulla sua scrivania risponde a richieste di amicizia, firma petizioni, aderisce a gruppi di discussione, invia smile, cipigli e “zing” (per citare i termini del Cerchio). O la scena di quando va a trovare i genitori in versione The Truman Show. Ma via via che la giovane s’integra nel sistema, la caricatura del presente si trasforma in una visione inquietante sul futuro dove in nome della condivisione e della trasparenza (il motto è: «tutto ciò che succede deve essere conosciuto») l’oligarchia telematica prende il controllo della vita delle persone, strumentalizzandole e asservendole ai propri scopi.

Negli Stati Uniti, il romanzo ha suscitato grandi dibattiti: c’è chi, ovviamente, ha citato 1984, la Neolingua e il Grande Fratello di Orwell e chi invece ne ha sottolineato lo spirito swiftiano, una parabola della nascente generazione digitale. Fortunatamente il mondo on line di oggi non ha nulla a che vedere con i totalitarismi del passato, ed Eggers dà voce più che a paure a scetticismo. Con una certa autoironia: il “formidabile genio” Eggers è un personaggio eclettico (scrittore, fondatore di una rivista letteraria di culto, di una scuola di scrittura creativa per bambini) con un certo fiuto per gli affari.

Il Cerchio è un romanzo astuto, ironico e preveggente. E forse è proprio in questo mix, unito al potere evocativo di ogni romanzo, che sta l’impatto del Cerchio.

“Il Cerchio” di Dave Eggers (Mondadori, pp. 391, 20 euro)

 

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