Ascolto il tuo suono, città

In Musica

È possibile creare la colonna sonora di una città? Individuare i suoni che la caratterizzano? La sound artist Chiara Luzzana armata di registratore e cinepresa ha provato a darsi una risposta. Prima con Shangai, nel 2015, e ora con Milano. E ha scoperto che a Brera…

Che suono ha Milano? Ci siamo mai fermati ad ascoltare la sua musica?

Forse mai. Quel suono ce lo restituisce Chiara Luzzana, grazie al progetto The Sound of City, nato nel 2014 a Shangai, «città in cui ho vinto una residenza artistica e dove ho vissuto per diversi mesi», racconta la sound designer e sound artist, compositrice di colonne sonore e musicista.

«Città che adoro e nella quale torno, perché ho ancora il mio studio e parte dei miei clienti. Ho con lei un rapporto simbiotico che continuo a portare avanti». A Shangai è nata la necessità di Luzzana di scoprire l’anima di qualsiasi luogo o oggetto. «Per me camminare attraverso le città, soprattutto all’alba, diventa come un rapporto intimo con una persona. Un rapporto a due in cui andare a scoprire, a sviscerare il senso di un luogo. Mi sento come un’esploratrice, con la missione di restituire una voce alla città, il suo vero carattere. Un lavoro delicato e nello stesso tempo di responsabilità».

Shangai è il primo capitolo di quattordici che verranno lì presentati a ottobre 2016. «Per Milano ho scelto Brera come anima che connettesse meglio passato e presente», facendosi guidare dai ragazzi di Studiolabo e con Brera Design District, che patrocina e ospita per questo fuori salone l’installazione del capitolo sonoro, creato in collaborazione con Swatch.

«È un quartiere cui sono particolarmente legata perché mia mamma, sin da piccola, mi portava a girovagare tra quelle vie. Ho voluto far riemergere questi ricordi». Se Shangai si contraddice offrendo un’anima zen alle prime di luci dell’alba, quando i suoi abitanti fanno thai-chi sul lungo fiume, e una visione più simile a Blade Runner man mano che si risveglia, anche Milano ha contraddizioni sonore: «ho riscoperto nella Brera dell’alba una quiete che non immaginavo vivendo a Milano, sovrastimolata da tutti i suoi suoni, convinta che fosse una città caotica. Non mi sono forse mai fermata abbastanza, come si fa spesso con le cose che conosciamo». Grazie al progetto e all’incontro ravvicinato e intimo con il quartiere di Brera, tra vicoli, mercato della domenica e Accademia di Belle Arti, «c’è stato il salto di paradigma che mi ha riportato a vedere Milano come una città estremamente delicata e quieta».

L’inclinazione di Chiara Luzzana nasce presto. «Ho avuto un’infanzia che mi ha portato alla ricerca dei suoni per combattere il silenzio. I miei si sono separati quando ero molto piccola». Il suono pesante della solitudine è così diventato il punto zero di una ricerca per combatterlo. «Crescendo ho riscoperto il silenzio come fonte di ispirazione: da qualcosa che mi spaventava, alla ricerca di questo suono puro e tranquillo che mi genera idee e creatività».

E così, nella sua vita, «Tutto diventa un suono. Da quando mi sveglio, alla sera, ogni giorno catturo almeno una decina di suoni». Suoni che di anno in anno sono stati collezionati in una preziosa library, uno «scrigno delle idee, dove all’occorrenza riesco a trovare ogni suono adatto al momento. Per questo Luzzana gira le città e il mondo con uno zaino pesante, in cui non mancano mai il computer portatile, una serie di registratori digitali e microfoni, più o meno adatti alle situazioni. «E poi plettri, bacchette per la batteria. Un kit di sopravvivenza per il suono». E per sopravvivere al suono, incessante, della vita quotidiana? «La mia casa è molto silenziosa, in macchina non ascolto musica per scelta, una scelta anche fisica, di tranquillità uditiva».

L’udito è uno dei sensi più difficili da spiegare. «È il primo senso che sviluppiamo: a partire alla quinta settimana di gestazione il nostro orecchio interno, la catena degli ossicini e il timpano sono già formati. Ed è paradossale nel corso della vita noi perdiamo questa spontaneità nell’ascolto». E poi c’è il tocco, «che è l’anticamera del suono ed è sicuramente indispensabile. Con l’udito possiamo accorgerci di come un suono può essere ruvido, tagliente… Lo stesso con il tocco, sicuramente essenziale alla descrizione di un suono. Ma non è necessario»

Fuorisalone 2016. The sound of City di Chiara Luzzana per Brera Design District

Guarda gli altri lavori di Chiara Luzzana: Vimeo, Official WebsiteThe Sound of City

Immagine di copertina © Alessandra Lanza

in collaborazione con Abitare.it

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