Tre generazioni di attori (la intramontabile Annie Cordy, il sempre bravo Michel Blanc, il fresco Mathieu Spinosi) in “Le souvenirs”, tenera, gradevole commedia firmata da Jean-Paul Rouve: con humour e bei paesaggi, ci dice qualcosa di vero anche su temi, ed emozioni, piuttosto grandi
Ancora una volta la tradizione du cinéma français ci mostra con Les souvenirs di Jean-Paul Rouve un film delizioso, che racconta con estrema dolcezza quanto sia duro affrontare i cambiamenti della vita ad ogni età. Romain (Mathieu Spinosi) ha 23 anni, studia letteratura lavora come portiere di notte in un piccolo albergo per pagare l’affitto. Incarna la giovinezza, la speranza per il futuro, la gioia di vivere, tutto quello che suo padre Michel (Michel Blanc) ha perso: da poco pensionato, trascorre le sue giornate impassibile, di fronte ai problemi coniugali che la noia e la prevedibilità comportano, riversando le sue energie sull’anziana madre, l’unica di cui si possa prendere cura. Insieme ai fratelli, Michel decide di trasferire la madre ormai vedova in una casa di riposo, essendo ormai rischioso, secondo loro, lasciare una donna anziana e sola in un appartamento.
Romain sembra restare l’unico della famiglia che riesca a comprendere davvero sua nonna Madeleine, una meravigliosa Annie Cordy, ancora splendida nonostante gli anni. Un giorno Michel si precipita a casa del figlio: la nonna è scomparsa, evasa dalla casa di riposo, e nessuno sembra sapere dove possa essere andata. Toccherà a Romain intraprendere un viaggio tra i ricordi di Madeleine, per cercare di trovarla, un questo percorso che lo condurrà in Normandia, terra natia di sua nonna, che dovette lasciarla già da bambina a causa della guerra. Nel corso di questa ricerca, reale ed esistenziale, il giovane sembra cambiare il suo sguardo su di lei, iniziando a vederla come la semplice testimone di una vita vissuta, un essere umano carico di emozioni, una fonte da cui apprendere idee ed esperienze. E a questo punto si rende necessario un passaggio scenografico dalle strade di Parigi alle immagini di Étretat; senza creare una vera rottura, la regia porta sullo schermo la Normandia con un profondo senso di completezza e continuità funzionale alla storia.
Il film racconta coi toni di una commedia le difficili relazioni tra tre diverse generazioni, mostrando come spesso quelle più distanti temporalmente abbiano maggiori elementi in comune: non avendo da gestire il peso dell’autorità, accade spesso che i nonni siano spesso più morbidi coi propri nipoti. Romain, in questo contesto familiare appare il personaggio più maturo e più adulto, e forse l’unico davvero proiettato verso il futuro, a differenza sia del padre, ancorato al vecchio lavoro, col quale si assiste a un costante ribaltamento di ruoli, che della madre (Chantal Lauby), legata al passato romantico dei primi anni di matrimonio, e ancora a differenza della nonna, avvinta ai suoi souvenirs.
I personaggi principali sono qui tutti alla ricerca di qualcosa, di un nuovo ruolo da interpretare, a seconda dell’età. Se il giovane uomo trova la propria strada alla ricerca dell’amore, l’uomo adulto ristabilisce le proprie priorità, riscoprendo la relazione coniugale che aveva trascurato. L’anziana ritornerà alle origini, traendo sollievo e pace dai luoghi dell’infanzia.
Basato sul bestseller di David Foenkinos e diretto dal regista Jean-Paul Rouve (autore di Quand je serai petit), il film trova un piacevole equilibrio tra note di humor e rappresentazione di emozioni autentiche, trattando temi impegnativi come il passaggio di età, l’invecchiamento anche con un approccio tenero, grazie soprattutto alla forza recitativa degli attori che rendono l’opera molto piacevole.
Les souvenirs di Jean-Paul Rouve, con Annie Cordy, Michel Blanc, Mathieu Spinosi, Chantal Lauby.