Il Miracolo a Milano di Studio Azzurro

In Arte

A Palazzo Reale, una mostra retrospettiva celebra la carriera più che trentennale del collettivo Studio Azzurro, tra contaminazioni di linguaggi e sperimentazione incessante sui nuovi media. E nella Sala delle Cariatidi un’installazione sorprendente omaggia Miracolo a Milano del grande De Sica.

Studio Azzurro definisce una retroprospettiva la sua mostra Immagini sensibili a Palazzo Reale di Milano: guardiamo indietro, al passato, per andare avanti, per cogliere i segni del mutamento. Esemplare a questo proposito è che l’esposizione cominci con Il nuotatore ( va troppo spesso a Heidelberg) del 1984. Il nuotatore percorre dieci monitor con le sue bracciate ripetute, affaticate, infinite; intanto – improvvisi, inaspettati, imprevedibili – cento  microeventi attraversano lo schermo per pochi istanti: li avvertiamo appena, ma ci danno un senso di attesa, di cambiamento.

Studio Azzurro - Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016 -© Studio Azzurro
Studio Azzurro – Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016. © Studio Azzurro

“In anni in cui eravamo abituati alla televisione, uno schermo unico in cui tutto  succede, sviluppiamo un racconto mettendo insieme varie TV, dando una continuità alla frammentazione… si sfonda lo spazio unico. Potenzialmente infinito, il percorso del nuotatore suggerisce l’enigma dell’imprevisto con l’estemporaneità delle apparizioni. I monitor sono all’interno di una piscina, ricostruita per intero in una sala del museo Fortuny a Venezia. Un ambiente, definito da migliaia di piastrelle di vetro, saturo di luce azzurra, avvolto in una Suite di quaranta minuti composta da Peter Gordon. E’ la nostra prima videoambientazione concepita come scena totale, come luogo del fatto e non della rappresentazione”, racconta Fabio Cirifino, che ci accompagna nel percorso.

Fabio è uno dei fondatori, nel 1982, di Studio Azzurro, insieme a Paolo Rosa e a Leonardo Sangiorgi. All’inizio la ricerca artistica si basa su videoambientazioni, in cui si integra immagine elettronica e ambiente fisico con l’idea di rendere centrale lo spettatore, le sue sensazioni, le sue emozioni. Un esempio tra i tanti potrebbe essere Due piramidi del 1984, in cui una grande piramide di PVC occupa l’intero cortile del Palazzo del Senato a Milano. La struttura è sostenuta da undicimila metri cubi d’aria calda e al suo interno troviamo decine di monitor disposti come un’altra piramide rovesciata, su cui si proiettano le immagini di tre danzatrici. Entrare in questa architettura è come entrare in una gigantesca bolla d’aria calda, piena di immagini e suoni, proviamo una sensazione di rovesciamento, di meraviglia.

 

Studio Azzurro - Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016 -© Studio Azzurro
Studio Azzurro – Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016. © Studio Azzurro

Anche nel percorso teatrale e performativo di questi anni Studio Azzurro applica lo stesso principio di integrazione tra recitazione e immagine video: si fa sempre più stretta la relazione tra i corpi degli attori e lo spazio virtuale del video, fino a modificarlo. Nelle sale troviamo diverse registrazioni degli spettacoli e la documentazione del back-stage che ci mostra il work in progress e le diverse soluzioni: per vederle tutte occorrerebbero almeno un paio di giorni.

La sperimentazione verso sempre nuove tecnologie è ben rappresentato da Il giardino delle cose, esposto alla Triennale di Milano nel 1992. Sui monitor compaiono una serie di oggetti ripresi al buio, con una telecamera a raggi infrarossi. La telecamera termica riprende gli oggetti che si formano sotto il calore delle mani sapienti del vasaio, dello scalpellino; è il calore delle mani dell’uomo che dà esistenza alle cose.

Studio Azzurro - Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016 -© Studio Azzurro
Studio Azzurro – Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016. © Studio Azzurro

Dal 1995, anche grazie all’apporto di Stefano Roveda che si unisce a Studio Azzurro, si pone come centrale l’esigenza di coinvolgere sempre di più lo spettatore, trasformandolo in attore della scena, attraverso l’introduzione di tecniche interattive e multimediali sempre più sofisticate dal punto di vista tecnico e più semplici, più emotive, più intuitive per il pubblico. Sono gli Ambienti sensibili: su superfici naturali di legno, di pietra, di tessuto, di metallo vediamo degli oggetti; con un gesto, un pugno, una carezza, un cliccare, provochiamo un succedersi di avvenimenti: quei legni cominciano ad ardere e bruciano la stanza; tocchiamo una tovaglia, si strappa, precipitano le stoviglie; dalla scodella  rovesciata esce dell’acqua, ecco un ruscello…

Toccandola, l’immagine reagisce, prende vita e svela una parte della sua storia. Virtuale e reale si rimandano in un continuo gioco di specchi. Una meraviglia, da portarci i bambini, ma anche per noi, è giocare con La pozzanghera, ideata per l’Arengario di Monza nel 2006. Vediamo un’innocua pozzanghera proiettata sul pavimento, l’attrazione di saltarci dentro è irresistibile – come nei cartoons di Peppa Pig – ma la pozzanghera reagisce: insieme agli schizzi fangosi saltano fuori dei ranocchi, poi l’acqua diventa scura scura e turbolenta per i goccioloni di un temporale, ci saltano dentro dei cani, ecco dei biscioni che ti inseguono…In più si è a saltarci dentro, più cose inaspettate succedono, più ci si diverte.

Studio Azzurro - Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016. © Studio Azzurro
Studio Azzurro – Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016. © Studio Azzurro

Poi c’è  il lavoro sul Mediterraneo – viaggio attraverso cinque paesaggi instabili. All’inizio quel che colpisce istintivamente, emotivamente è la meravigliosa natura: l’acqua, l’aria, la luce, i colori, i suoni, i profumi, le traiettorie degli spostamenti; e ritroviamo le somiglianze tra i paesi, le genti che si affacciano sul Mediterraneo, che siamo noi. La nostra storia è la loro, per secoli abbiamo coltivato le stesse terre, attraversato lo stesso mare per pescare, ci siamo scambiati le stesse merci: quel Mar Mediterraneo, che oggi è visto solo come una brutta autostrada percorsa dolorosamente da  migliaia di profughi su gommoni stracarichi; quel Mare che è diventato una tomba per migliaia di loro; quel Mare torna a essere ancora il mare nostrum, il mare che unisce, che fa crescere e vivere le civiltà che vi si affacciano, con i loro miti, le storie, l’arte, l’agricoltura, la pesca, l’artigianato. Nei video vediamo i campi maturare, i mercati dei paesi e delle città, le fabbriche artigiane; tocchiamo un punto dello schermo e l’oggetto, la persona che abbiamo scelto ci racconta la sua storia.

Studio Azzurro - Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016. © Studio Azzurro
Studio Azzurro – Immagini sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016. © Studio Azzurro

Ma concludiamo con la sala più spettacolare, davvero site-specific, come si usa dire. È Miracolo a Milano, ispirato al magico film di Vittorio De Sica, nella maestosa sala delle Cariatidi. Nell’oscurità, guardiamo in alto e vediamo fluttuare nell’occhio di cielo, che si apre sull’immensa volta, decine di persone, un po’ dimesse, con dei fagotti.

Sulle pareti laterali, alla nostra altezza, incorniciati dalle cariatidi, degli specchi verticali; quando ci avviciniamo riflettono la nostra immagine, dopo un attimo, mentre la nostra immagine sparisce, dal buio ci si avvicina una persona e ci racconta la sua breve storia. Poi con un salto si solleva e raggiunge il grande occhio di cielo dove si unisce agli altri che vagano tra le nuvole grigie di Milano. Sono tutte persone che sono state emarginate dalla crisi, che vivono nelle strutture d’accoglienza che gli permettono di sopravvivere. E’ gente che sfioriamo tutti i giorni e non ce ne accorgiamo neanche. Sono diventati invisibili.

 

 Studio Azzurro – immagini sensibili, Palazzo Reale, fino al 4 settembre.

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