In un vortice di sesso occasionale “La mia massa muscolare magra” ci ricorda che la vita non ha niente di speciale se non sei tu a metterglielo dentro.
«L’amore è una cassetta di arance portate per la città e lasciate davanti a un portone». Semplice come un gesto stupido che però è proprio quello giusto. Sulla scena, non senza ironia, si dice che l’amore è una bolla di sapone calda su un mare d’inverno. Inarrestabili le risate, e poi un pensiero che sfiora: forse l’amore è proprio questo.
Dario è un ragazzo che ha lasciato la periferia “più inculata” per andare a Milano e fare l’attore, ha quasi trent’anni, comunque solo ancora quasi, è omosessuale e ha la dipendenza del sesso occasionale. Dario è Daniele Pitari: il protagonista del monologo scritto da Tobia Rossi e diretto da Manuel Renga, in programma al Teatro Libero fino al primo dicembre.
Sì, certamente La mia massa muscolare magra parla d’amore, fra le altre cose, ma di un tipo di amore particolare, quello per se stessi, e poi parla di tutte le fenomenologie di quando non ci si ama.
La scena è un cerchio di brutte sedie, proprio come quello di un qualsiasi gruppo di auto mutuo aiuto, bottiglie e contenitori di cibo take away. Dario parla di sé agli immaginari compagni di sventure che a poco a poco diventano gli stessi spettatori. Nel tempo di dieci minuti scanditi da una campanella passano i giorni del protagonista. Dario si racconta, si spoglia, fa incubi e sogna riflessi di sé, si sveglia, cambia i vestiti e ricomincia. Fa sesso con partner qualsiasi, conosciuti tramite un’applicazione del cellulare: sesso meccanico, un bisogno fisiologico da espletare alla prima pulsione.
La vita di Dario è costantemente in erezione, con scarsissima considerazione di se stesso e dei compagni che di volta in volta si sbatte. Finché una sera conosce Luca, misterioso e con una dipendenza da vitamine, di cui si innamora e che puntualmente non ricambierà il suo sentimento.
Lo spettacolo è speciale e maestoso non tanto per gli espedienti usati in scena, ma per la forza e l’ironia del testo e per la bravura dell’attore, un po’ impreciso, ma strenuamente devoto al suo personaggio. E per quanto la trama sembri molto più che scontata, La mia massa muscolare magra è invece il rosario di un ragazzo di fronte alla constatazione che la vita non ha niente di speciale se non sei tu a metterglielo dentro.
“La mia massa muscolare magra” di Tobia Rossi, regia di Manuel Renga, con Daniele Pitari