Shane Black, regista di “Iron Man 3” e sceneggiatore di tutti gli “Arma letale”, ambienta nella megalopoli californiana una storia anni 70 con due morti e tanti intrighi, dalle parti di Hollywood. Ryan Gosling, detective imbroglione e Russell Crowe, sicario d’onore, finiranno per unirsi per scoprire la verità e salvare la pelle. Tra un incesto e una gag ben riuscita, intinta nell’acido, il piacevole ritorno di Kim Basinger e la scoperta di Angourie Rice, una ragazza australiana che farà parlare di sè
È risaputo che le commedie vengono raramente premiate ai grandi festival, e purtroppo questi pregiudizi possono poi avere come conseguenza la sottovalutazione di film più che meritevoli. E questo rischia di essere il caso anche di The Nice Guys, presentato fuori concorso al 69° Festival di Cannes e diretto da Shane Black, sceneggiatore della cine-serie poliziesco Arma Letale, qui alla sua terza regia, tre anni dopo Iron Man 3.
Siamo a Los Angeles, nel 1977; Holland March (Ryan Gosling) e Jackson Healy (Russell Crowe) sono due soggetti assai diversi tra loro: il primo è un detective che ama imbrogliare il prossimo, il secondo un sicario cha ha un suo codice d’onore. Ma nonostante questo, i due si ritroveranno a fare gioco di squadra per svelare due misteri apparentemente non collegati tra loro: la scomparsa di una ex-cliente di Healy e la misteriosa apparizione di un’attrice porno, in teoria morta in un “incidente”. Ben presto i due scopriranno che dietro quei delitti abbastanza comuni c’è qualcosa di molto più grande, e che scoprire la verità sarà difficile quanto sopravvivere.
Dopo le accoppiate Mel Gibson/Danny Glover in Arma Letale e Robert Downey Jr./Val Kilmer in Kiss Kiss Bang Bang, Black ci propone un duo così assurdo che è quasi impossibile non ridere. Chi ha visto Kiss Kiss Bang Bang noterà sicuramente le analogie tra i due film: la somiglianza tra i personaggi di Gosling e Downey Jr. (che in entrambi i film hanno la mano ingessata), o di Crowe e di Kilmer (il cui figlio, Jack Kilmer, recita in questo film nel ruolo di Chet), o anche il fatto che in entrambe le storie c’è un caso di omicidio legato al mondo del cinema. Ma chi ha apprezzato il primo, sicuramente amerà anche il secondo. Infatti l’umorismo presente nei film di Black (a parte Iron Man 3, dove il vero autore era la Marvel) non è quello a cui siamo spesso abituati, è un umorismo acido perché fa parte di racconti in cui convivono scene molto divertenti e altre assai crude, che non esitano a trattare di omicidi e incesti.
La Los Angeles che osserviamo in The Nice Guys è una città piena di criminalità, corruzione e inquinamento, e sotto certi aspetti somiglia a quella rappresentata in Vizio di forma di Paul Thomas Anderson. Ma questo film, oltre ad avere una trama più divertente e meno complessa, riesce a comporre un affresco di problemi sociali ancora molto attuali: la differenza è che a quei tempi le proteste dei giovani erano in piazza, non sui social network come oggi.
Russell Crowe conferma ancora una volta il suo magistrale talento nella parte del duro, mentre Ryan Gosling mostra di essere un attore fortemente versatile, diverso dal naziskin/ebreo represso da lui interpretato in The Believer. Una novità piacevole si chiama Angourie Rice, ragazza di Melbourne approdata a Hollywood per interpretare Holly March, la figlia di Holland: che si rivela molto più intelligente e matura del padre, che volentieri le lascia il posto guida in auto, ogni volta che s’incontrano. Un ritorno sorprendente e gradito è quello di Kim Basinger, che dopo aver recitato con Crowe in L.A. Confidential era, per usare le parole di Healy, quasi “sparita dai radar”.
La regia di Black è molto ben curata, fotografia e scenografie ci portano a riscoprire l’America dei tempi di Jim Morrison, dell’Ispettore Callaghan e dello Scandalo Watergate. Un’epoca apparentemente lontana, ma in cui affondano comunque le nostre radici.