Quando Milano è un’Isola felice

In Teatro

Il quartiere più “in” di Milano alle prese con un festival che unisce arte, cultura e tanto teatro

Trent’anni fa era la Milano da bere a imporsi come ricettacolo di frattaglie, yuppies, esseri umani di tendenza, mode e caleidoscopica umanità. Oggi, che di quel campionario umano si è assottigliato ogni emblema, oggi, in cui possiamo e dobbiamo fare a meno di espressioni come «sotto la Madonnina», Milano si è reinventata: madre di hipsteria, per molti vera e propria capitale d’Italia, crocevia di vita, di morte e di tutto quello che c’è intorno. Being italian è, in un certo senso, anche passare per Milano.

Sono lontani gli stereotipi della erre moscia, della vocazione all’industrialismo, del grigiore a tutti i costi: Milano è ormai talmente tante cose da essersi imposta, territorialmente, come fosse quasi un sistema capillare che tiene fede e cuore ai suoi quartieri che cominciano a (ri)vivere di nuova luce. Una gentrificazione diversa, in sottrazione, ma che adesso è impettita e spudorata, sotto gli occhi di tutti: quella che, per esempio, ha investito lo storico quartiere di Isola. Chi conosce la città sa bene che è questo, ormai, il posto in cui bisogna andare a vivere. Quello con i locali che contano. Con il cibo giusto. E forse è vero, e forse forse sarebbe anche parecchio insopportabile se non fosse che a nord di Porta Garibaldi effettivamente si muove qualcosa di interessante.

Come questo Milano Off Isola Festival, che dallo scorso 30 maggio (fino al 12 giugno) investe letteralmente il quartiere di suggestioni culturali: spazi aperti dedicati alla musica, all’arte, alla poesia e alla narrativa, “spalmati” su un ventaglio di incontri e performances che, proprio il 30 maggio, hanno preso avvio con il concerto di Stefano Bollani, un artista che – in quanto a poliedricità – ha buona ragione di parlare.

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Interessante, va sottolineato (considerata la sezione del magazine in cui state leggendo questo articolo) è lo spazio dedicato al teatro, durante due attività riunite sotto l’egida protettiva del quartiere.

La prima è un Festival all’interno del Festival che, dal 2 al 5 giugno, vede dodici spettacoli realizzati da giovani compagnie “allestiti” in quattro località del quartiere: Teatro Verdi, Stecca 3.0, Fonderia Napoleonica, Isolacasateatro. Tra questi, spicca sicuramente Shylock di Gareth Armstrong, originato e super-amato al festival di Edinburgo e in seguito tradotto ed esportato in tutto il mondo, che arriva a Milano OFF nella versione di Mauro Parrinello. O ancora Turi Marionetta, omaggio al mondo dei pupi siciliani e alla Catania del secondo Dopoguerra scritto e diretto da Savì Manna, con creazioni dell’originale bottega Cartura, e le musiche dello stesso Manna, che ha già portato il suo spettacolo su diversi palchi, sempre con successo.

Degni di menzione anche il jukebox musical Cinque allegri ragazzi morti – ispirato alle canzoni dei Tre Allegri Ragazzi Morti e alla saga a fumetti di Davide Toffolo e il monologante Dieci, già premio Calandra 2014, che mette Napoli al centro dell’universo nelle parole dell’interprete e regista (insieme ad Raffaella Tagliabue) Elena Dragonetti.

Tra tutte le dodici opere, spettano tre prestigioso onore a quella che risulterà essere la più amata dal pubblico: un posto nella programmazione 2017 del Teatro Libero e la partecipazione al Festival OFF di Avignone e di IN Scena New York.

Non solo: in occasione della terza parte di Milano Off Isola, alla Stecca vanno inoltre in scena sette spettacoli, molti dei quali caratterizzati da una forte impronta muliebre – nei contenuti e nel sesso di chi li ha ideati e realizzati. Basti pensare a Luxuriàs, di e con Caroline Pagani, un excursus che abbraccia nel corso dei secoli alcune delle figure femminili che hanno deciso di votare la loro esistenza alla spettacolarità, all’arte di raccontarsi. Come Franca Valeri e Moana Pozzi, ma anche Eleonora Duse. O la simpatica, soffusamente erotica commedia Dottore, c’ho la vagina pectoris!, elaborata e messa in scena da Manuela Tadini che, nell’arco di alcuni decenni, racconta le trasformazioni della donna italiana tra conquiste e sessismi. La brava e fascinosa Egidia Bruno, con Cunti di casa, rimetterà in circolo l’antica tradizione dei racconti meridionali, qui legati da un fil che più rouge non si può: una ricetta di… passata al pomodoro che si tramanda da generazione a generazione.

 

Insomma, il teatro a Milano OFF Festival occupa un ruolo di tutto rispetto. E non solo all’interno di una cornice ormai ad alto profilo, che sa intercettare le tendenze e re-inventarsi come quartiere di grido. La rassegna permetterà di scoprire e vedere teatro giovane, lontano dalle istituzioni, creativo e legato a temi e ispirazioni eterogenei e stimolanti. Val bene una visita – e l’offerta non manca di certo…

 

(per il video si ringrazia Mauro Parrinello)

Per tutte le informazioni e il calendario dei programmi, consultare: http://milanooff.com/

 

 

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