Una cucina milanese nel 1946 il giorno prima di un voto storico che vede i componenti della famiglia diversamente schierati. E voi, spettatori, siete in mezzo a loro. E’ il film immersivo (e riuscito) realizzato dagli studenti della Civica scuola di cinema Luchino Visconti
È un ottimo esempio di edutainment, divulgazione combinata all’intrattenimento, Domani, 2 giugno 1946, un’istallazione con film immersivo a 360°, opera degli studenti del terzo anno della Civica scuola di cinema di Milano “Luchino Visconti”. Qualcuno l’ha già vista, nei giorni scorsi, in occasione dei 70 anni dal referendum, ma si può ancora provare questa esperienza innovativa andando alla Civica Scuola di cinema, in viale Fulvio Testi 121 (M5, Bicocca) il 9 e il 10 (ore 18-20) e l’11 e il 12 (14-20, tutte le info qui).
Domani, 2 giugno 1946 è un cortometraggio di circa otto minuti, parte centrale di un progetto formato anche da un cospicuo apparato di video e da una raccolta di poster e documenti d’epoca, in primo luogo molte riproduzioni di articoli di giornali, che introducono al tema monarchia-repubblica e alla storica prima occasione in cui alle donne italiane fu concesso di esprimere il loro voto. Quelle che allora c’erano (ne abbiamo scritto qui e qui) lo raccontano tutte con emozione, passione, convinzione, e la cosa fa un po’ a pugni con il diffuso, dicono i sondaggi, stato di disaffezione al voto delle nostre/i concittadini attuali. Quando una cosa la conquisti con fatica e lotte, ci tieni ad averla, e sarebbe bene riflettere su questo pure quando diventa, molti anni dopo, una consuetudine che ti appare meno preziosa.
Dunque, dopo aver attraversato il corridoio “informativo” del secondo piano del nuovo e funzionale complesso didattico milanese diretto da Laura Zagordi, si entra in una sala dove vi vengono consegnate due schede elettorali, fac-simile di quelle d’epoca, con cui potete scegliere tra il re e il presidente della repubblica, e designare tre membri per l’Assemblea Costituente, esattamente come accadde in tutta Italia il 2 giugno 1946. A fine progetto si saprà cosa hanno scelto i visitatori di oggi, e chi sarebbe entrato, coi loro voti, alla Costituente.
Ma il divertente e istruttivo viaggio nel tempo ha il suo punto forte nel filmato, che si può vedere solo “indossando” uno speciale visore 3D (non occorre togliere gli occhiali, chi ce li ha) che vi immerge in una cucina, a tavola con una famiglia di farmacisti milanesi riunita per cena. Quasi foste un invisibile parente segreto, potete assistere a discussioni politiche e chiacchiere familiari che coinvolgono tre generazioni di milanesi del 1946, intenti a raccontare i problemi quotidiani dell’immediato dopoguerra, nel loro caso non troppo disagiato, ma anche i tragici anni appena trascorsi, il conflitto, i traumi personali e ideologici. Che dividono questi personaggi, destinati a votare tutti, l’indomani, 2 giugno 1946, ma non nello stesso modo.
Quando si dice immersi, non è affatto una metafora, perché lo spettatore, collocato visivamente nel centro geometrico della stanza, può esplorarla girando la testa in alto e in basso, a destra e sinistra (lentamente, altrimenti la sensazione di stordimento che già un po’ si prova, aumenta) e così incontrando i diversi caratteri, dal nonno monarchico alla mamma antifascista, dallo zio che compra l’Unità ai protagonisti più giovani. Può incrociare i loro occhi, osservare in tutte le direzioni gli oggetti, analizzare i dettagli e i gesti, le reazioni a ciò che accade in casa e fuori. Un’interattività che è solo dello spettatore, poiché ovviamente non muta il filmato, opera dell’ottimo team di ragazzi guidato dalla regista Giulia Olivieri, autrice del soggetto con Carlo Campanelli, Giulio Roedner e Beniamino Maria Rosa, che l’ha poi realizzato insieme a Marco Segrini, Lorenza Pisano, Fabrizio Giani, Claudio Abbiati , Perla Ambrosini, Andrea Rogledi, Roberta Merenda.
Il video a 360° è una tecnica appena entrata nel mondo audiovisivo e si sta sviluppando rapidamente, consentendo a chi guarda di fruire di un film che si sviluppa non solo davanti, ma tutto intorno a lui. Come raccontano gli allievi della Civica, in questo caso la difficoltà era coniugare una tecnologia nuovissima, che utilizza sei telecamere con diverse messe a fuoco per i vari membri della famiglia, più il green screen per gli esterni, con una vicenda ambientata nel passato, lavorando non sul terreno del gioco ma della divulgazione storica. Così i due aspetti della realizzazione, la scrittura e le prove tecniche, sono andati in parallelo, tenendo anche conto del fatto che ogni personaggio è in scena lungo tutto il filmato, perché in ogni momento lo spettatore può girarsi a guardarlo. Realizzando così un suo personale montaggio, basato sulle inquadrature scelte esplorando lo spazio, e una sua individuale narrazione.