Torna Jason Bourne

In Cinema

Supercast e attori in gran forma nel nuovo episodio delle avventure dell’agente più perseguitato al mondo dalla Cia: accanto ai due protagonisti, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel e Julia Stiles vengono tutti orchestrati al meglio da Paul Greengrass, che garantisce ritmo, azione e suspense

Sono passati 14 anni da quando un uomo ferito e senza memoria venne salvato da un peschereccio al largo della Liguria. Quell’uomo, divenuto il protagonista di una delle più grandi saghe del cinema d’azione, torna nel nuovo film di Paul Greengrass che porta il suo nome: Jason Bourne.

Salvatosi miracolosamente nel finale di The Bourne Ultimatum, Jason (Matt Damon) ha recuperato i ricordi perduti ma deve continuare a nascondersi dalla CIA, guadagnandosi da vivere grazie a incontri di lotta clandestini. Ma il passato ritorna un giorno nelle sembianze della sua vecchia conoscente Nicki Parsons (Julia Stiles), che gli fornisce documenti riguardanti un possibile coinvolgimento del suo defunto padre nel progetto Treadstone (omicidi illegali sotto copertura). Inutile dire che la CIA se ne accorge, e darà inizio a una nuova caccia all’uomo per eliminare i due ex-agenti una volta per tutte.

Chi ha visto i precedenti film della saga (compreso lo spin-off The Bourne Legacy, in cui Damon fu sostituito da Jeremy Renner) si accorgerà subito dell’esistenza di alcuni ruoli fissi, affidati ogni volta ad attori diversi: il cinico direttore della CIA, interpretato da Tommy Lee Jones, che ricorda il personaggio di David Strathairn, o la donna fedele all’agenzia ma capace di pensare con la propria testa, che ieri si chiamava Joan Allen e oggi Alicia Vikander, e infine, non meno importante, lo spietato sicario che vede bersagli invece di persone, nel primo film era impersonato da Clive Owen e stavolta da Vincent Cassel. Cambiano i nomi e i volti, ma la sostanza resta la stessa.

Quando annunciarono che sarebbe uscito un nuovo capitolo della serie di Bourne, probabilmente molti si saranno fatti la stessa domanda: è davvero necessario? La scena finale di Ultimatum sarebbe stata perfetta per chiudere il ciclo tratto (in minima parte) dai romanzi di Robert Ludlum  che assieme a Will Hunting, ha consacrato Damon come uno dei più grandi attori nella Hollywood dei giorni nostri. Fortunatamente, a differenza di altre saghe danneggiate da sequel non all’altezza, in questo caso le aspettative non vengono deluse.

Paul Greengrass, che ha diretto il 2° e il 3° capitolo della saga, riconferma l’abilità nel rappresentare situazioni cariche di tensione e adrenalina, facendo passare allo spettatore due ore di emozioni forti. Un po’ meno convincente rispetto al passato è la sceneggiatura, di cui lo stesso Greengrass è co-autore, che tuttavia presenta un fattore da non sottovalutare, l’ambientazione: la CIA che oggi ci racconta ha dovuto fare i conti con l’affare Snowden (sul quale a dicembre uscirà un film diretto da Oliver Stone), è un’organizzazione decisa a stroncare qualsiasi tentativo di far ripetere tali eventi, anche uccidendo dei civili.

Matt Damon, non più giovane come all’inizio della saga, riesce ancora a interpretare al meglio uno dei suoi ruoli più famosi, mentre Cassel, pur non riuscendo a mascherare il suo accento francese, riesce comunque a indossare i panni dell’assassino come fece in Nemico Pubblico n°1. Ma la vera sorpresa è la Vikander, il cui Oscar ricevuto per The Danish Girl sembra essere solo l’inizio…

Jason Bourne, di Paul Greengrass con Matt Damon, Julia Stiles, Alicia Vikander, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel

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