Il regista teatrale Michael Grandage mette in immagini l’appassionato incontro professionale tra lo scrittore di “Look Homeward Angel” e Maxwell Perkins, che scoprì e pubblicò, oltre a Wolfe, anche Ernst Hemingway e Scott Fitzgerald. E grazie all’eccellente duetto d’attori offerto da Jude Law e Colin Firth, le loro nevrosi creative e familiari (nel cast ci sono anche Nicole Kidman e Laura Linney) prendono forma sullo sfondo di una fredda, piovosa New York negli anni della Grande Depressione
Paragrafi, lettere, pensieri destinati a rimanere nell’eternità della letteratura mondiale. Rielaborati, tagliati, riscritti tutti i giorni, sotto la meticolosa attenzione di Maxwell Perkins, editor statunitense della Charles Scribner’s Sons, protagonista occulto della pubblicazione di molti capolavori, da Scott Fitzgerald a Ernst Hemingway negli Stati Uniti post-depressione. Finché, una mattina come tante altre, “Max” riceve in visione una gran mucchio di fogli, riempiti dalle frasi di un giovane scrittore: Thomas Wolfe. La poesia tra le righe di Look Homeward Angel, romanzo divenuto poi leggendario, accompagnano il ritorno a casa dell’uomo e lo convincono incontrare l’autore e stampare la sua opera. Il loro non sarà una semplice partnership d lavoro, ma una particolare amicizia, che cambierà intensamente le vite di entrambi.
Michael Grandage trasforma tutto questo materiale in Genius, lettura cinematografica di una storia vera, tratta dalla biografia Max Perkins. L’editor dei geni di A. Scott Berg e affidata al talento di Colin Firth e Jude Law, rispettivamente Perkins e Wolfe. E sullo schermo l’impeto della creatività, seguendo percorsi diversi e originali, si spinge oltre i propri confini, in un intreccio indissolubile con le vite dei protagonisti e di conseguenza con la realtà stessa. Sapientemente preparato dalla sua formazione teatrale, Grandage organizza la sua regia in direzioni molteplici, ben controllate e in sintonia con l’agile sceneggiatura di John Logan.
Dai personaggi alle atmosfere, alle inquadrature, la struttura generale si sviluppa in uno schema ordinato e flessibile, creando confini fluidi che collegano l’uno e l’altro episodio, cadenzati da un ritmo narrativo costante, che spesso però si ferma per ottenere una visione più accurata. Ciò permette di scrutare più da vicino, pazientemente, il rapporto tra i due protagonisti, illuminato da un realismo sincero che valorizza anche gli aspetti commoventi o brillanti, e i momenti più drammatici. Perkins e Wolfe s’incontrano, si frequentano e iniziano a riflettere sui libri e sulle loro vite, fragorosamente o in eloquente silenzio, scrutando dentro e intorno a sé stessi. Uniti dalla forza prorompente della letteratura, di cui si fanno portatori in modi differenti, imparano l’uno dall’altro fino all’epilogo, in una catena di scambi ininterrotta. Non priva di brusche rotture, sentimentali anche se in senso spirituale.
Il duetto attoriale di Colin Firth e di Jude Law restituisce una definizione coerente dei personaggi, tanto da permettere di considerare alternativamente sia la loro individualità sia la loro contrapposizione caratteriale, senza perdere mai di vista il linguaggio complementare, che instaurano tra loro e poi fortificano, nonostante le differenze e i successivi distacchi. Il loro legame contagia poi, su frequenze diverse, gli interventi degli altri protagonisti, tra cui spiccano la mite e affettuosa moglie di Perkins (Laura Linney), Aline Bernstein, compagna non sposata da Wolfe (Nicole Kidman), in conflitto tra il suo amore tormentato e l’eccentricità incontrollabile dello scrittore, e i colleghi Fitzgerald (Guy Pearce) e Hemingway (Dominic West), contrapposti, o meglio giustapposti al talentoso Tom. Come su un palcoscenico, i vari caratteri si muovono in una rete orchestrata, allontanandosi o avvicinandosi ai due soggetti basilari che restano sempre al centro. Del set e della storia.
Grandage costruisce un sistema di simboli e codici per il suo personale e pacato elogio alla creatività. E lo fa usando un rapporto vero, di cui rispetta e adatta la dimensione reale. La vicenda di Wolfe e Perkins è un altro tentativo di imparare, osservare ciò che siamo e percepiamo di essere, e di rimanere ogni volta stupiti. Gli occhi vivaci dello scrittore si mescolano con la dolce malinconia dell’editor e incrociano lo sguardo dello spettatore in un’alchimia magnetica che assorbe ogni parola: sia essa pronunciata scritta.
Genius, di Michael Grandage, con Jude Law, Colin Firth, Nicole Kidman, Laura Linney