“Il ragazzo invisibile” di Salvatores è un fantasy (tra Harry Potter e Superman) con pathos e intelligenza
Gabriele Salvatores ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’infanzia e ha ammesso più volte che gli sarebbe piaciuto avere un figlio. Quel figlio “cinematografico” che le sue pellicole rappresentano (da Io non ho paura a Come dio comanda), ora sta crescendo e si trova a attraversare il dificile momento dell’adolescenza: è Michele in Il ragazzo invisibile, innamorato di Stella, timido, bullizzato dai compagni, alle prese con le scoperta del sesso e i primi dubbi sul suo ruolo nel mondo di bambino che sta per trasformarsi in uomo.
Una mattina Michele si sveglia e scopre di avere un dono soprannaturale: l’invisibilità. Celato agli sguardi di compagni di scuola e passanti, si destreggia cercando di trovare un equilibrio tra la sua vita quotidiana e questa sua singolare attitudine. Intanto si fa un po’ giustizia e sfoggia la sua incredibile abilità per intercettare l’amore della ragazza di cui è attratto. Finché irrompe nel film il vero tema, la scoperta delle sue (lontanissime) origini. Salvatores apre così il racconto al fantasy, genere poco praticato dai registi italiani, coniugando l’epica dei supereroi americani e il romanzo di formazione alla Harry Potter. E dedicando la pellicola soprattutto a un pubblico di giovanissimi.
Non è una sfida facile, ma se ne colgono appieno le intenzioni ed è interessante come il nucleo fondamentale sia il tema della crescita. Michele, come Ludovico Girardello che lo interpreta e anche gli attori coetanei Noa Zatta, Flippo Balese, Enea Barozzi, sono ragazzi alle prese con un gap generazionale che li oppone a figure adulte che cercano di impossessarsi dei loro talenti e di sfruttarli (Fabrizio Bentivoglio). Ma non mancano gli amici affidabili, e altre figure “grandi”, vicine a loro (Valeria Golino), in grado di aiutarli nel loro cammino di vita. L’adolescente è per sua natura fragile, quasi inerme, ma ha potenzialità che se riesce ad usare, senza venire usato, promettono e permettono grandi traguardi
Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stafano Sardo, autori dello script e del romanzo, illustrato da fumetti, pubblicato in parallelo al film da Salani, offrono una struttura narrativa essenziale al racconto, parafrasando e citando modelli di genere, mentre la regia di Salvatores, pulita, impeccabile, rende quel mondo interiore con forza e chiarezza. I suoi eroi sono ragazzi i cui sforzi di fronte alle prime, importanti scoperte intime, sono spesso “invisibili” al mondo degli adulti: ma da loro viene la vera spinta per un futuro più giusto, per un società più umana.