Misterioso Schubert

In Musica

Barenboim affronta le sonate più sfuggenti e insinuanti del grande austriaco. Un felice congedo il suo che segna il passaggio alla nuova stagione scaligera

Dopo la fatica discografica dell’integrale delle sonate per pianoforte (le undici ultimate) di Schubert (incise per la Deutsche Grammophon), Daniel Barenboim accetta la sfida di portarle in scena, in quattro concerti al Teatro alla Scala (l’ultimo, il 22 dicembre).

Sfida ardua. Queste sonate, infatti, nonostante la popolarità di alcune di esse (in particolare delle ultime tre) e l’esistenza di precedenti illustri incisioni integrali (Kempff, Brendel, Schiff) hanno faticato non poco a essere apprezzate ed eseguite (in vita Schubert riuscì a pubblicarne solamente tre su undici).

Pur possedendo tutti i caratteri del pianismo schubertiano, che hanno reso amatissimi gli Improvvisi, le sonate appaiono sfuggenti, richiedono una particolare concentrazione all’ascoltatore non meno che all’esecutore.

Il secondo concerto, ascoltato alla Scala il 15 dicembre, prevedeva l’esecuzione di tre sonate, forse non tra le più note ma molto affascinanti: la D. 568 in mi bem. maggiore, la D. 784 in la minore e la D. 850 in re maggiore.

A colpire fin dall’inizio è la purezza del canto di Barenboim (in particolar modo alcuni pianissimo appena sussurrati e allo stesso tempo di grande intensità), associato a un fraseggio cristallino, che ha messo a nudo tutte le sfumature dell’elusivo dramma che si dipana nello scorrere della musica (è Barenboim stesso a definire Schubert, nelle note di sala, «elusivo, vago, sfuggente, persino insinuante»).

Quello che il pianista argentino fa così emergere è un mondo misterioso, che allo stesso tempo ci è familiare e ci intimorisce, dove ritmi leggeri di danza – penso al bellissimo secondo tema dell’Allegro moderato della D. 568, o alla diffusa spensieratezza della D. 850 – convivono senza pudore accanto a malinconie quasi disperate – di cui è colma la D. 784.

La sfida di Barenboim, insomma, appare pienamente vinta.

Ciclo Schubert – Daniel Baremboim, pianoforte – Teatro alla Scala

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