“Mal di Pietre” è un film tutto al femminile: da un bel romanzo italiano, della cagliaritana Milena Agus, la regista franco-algerina Nicole Garcia ricava un riuscito e appassionante ritratto di donna, davvero fuori dagli schemi, cui la bravissima attrice parigina di “Un sapore di ruggine e ossa” sa dare forza e spessore. Accanto a lei il bel tenebroso ufficiale Louis Garrel e il vigoroso bracciante spagnolo Alex Brendemühl, con opposta indole, si divideranno il suo cuore e la sua vita molto tormentata
Nella campagna francese, agli inizi degli anni Cinquanta, bastava davvero poco per distruggere la reputazione di una ragazza. Un gesto, uno sguardo, un qualsiasi atto che potesse rappresentare una minima deviazione rispetto ai modelli imperanti: rigidi, ristretti, piccoloborghesi, totalmente privi di fantasia, ermeticamente chiusi ad ogni forma di immaginazione. La protagonista di Mal di pietre di Nicole Garcia, Gabrielle (Marion Cotillard), incarna esattamente questo: l’incapacità radicale di accettare un certo modello, di accomodarsi all’interno dei limiti dati. Selvatica e sfuggente, sembra rosa dentro da una sorta di follia amorosa che la porta a “pretendere” un amore con l’A maiuscola, una richiesta che nel suo ambiente sociale equivale a una patente di conclamata pazzia. Il suo destino sembra così quello di finire in manicomio, perché la piccola borghesia di provincia cui la sua famiglia appartiene non è minimamente in grado di reggere la forza d’urto di questa ragazza indocile e perturbante, che insegue furibonda, correndo come una pazza, i suoi sogni e i suoi desideri, erotici e non.
Per fortuna si trova a passare in quei paraggi José (Alex Brendemühl), bracciante in fuga dalla Spagna franchista. Attratto dalla bellezza di Gabrielle, sembra indifferente alla sua presunta “follia”: se la sposa e per lei costruisce una casa, apparecchiandole una vita all’insegna di una prospera serenità, fatta di abitudini familiari, trantran quotidiano, duro lavoro e niente grilli per la testa. Peccato che nella testa di Gabrielle ci sia ben più di qualche grillo! C’è una vera e propria lava che scorre incandescente e in ogni momento cerca di esplodere, venire fuori. Un furore assoluto che non sente ragioni, un bisogno di amore che non ha nulla a che fare con la vita quotidiana.
Una fatica del vivere che ben si rappresenta nel “mal di pietre” che le infligge tanto spesso terribili dolori impedendole di portare a termine le gravidanze che più di una volta ha tentato di iniziare. Il mal di pietre, ovvero – più prosaicamente – i calcoli renali, sono quelli che la conducono a un certo punto in uno stabilimento termale, per sottoporsi a una cura destinata a durare diverse settimane e sconvolgere definitivamente la sua vita. Perché in questo luogo lontano e tranquillo, ma anche tanto triste e isolato, Gabrielle incontrerà il tenente André Sauvage (Louis Garrel), militare in Indocina e perfetta rappresentazione di quel sentimento assoluto di cui lei è alla disperata ricerca. Un incontro che cambierà il suo futuro. Anche se il vero senso del tutto lo scopriremo soltanto alla fine.
Sempre di corsa, Gabrielle cade spesso ma sempre si rialza, e incarna alla perfezione l’eroina di questo racconto di formazione malinconico e bruciante. Più che una sorta di madame Bovary arrivata con un secolo di ritardo, è una femmina folle che sembra uscita da un mélo hollywoodiano anni Cinquanta. Non è semplicemente una moglie insoddisfatta alla ricerca di un altrove, ma piuttosto una coscienza infelice che vuole trovare un posto per sè nel mondo. Il suo bisogno di altrove, infatti, non si nutre di romanzetti rosa e sospiri, e nemmeno di canzonette o poesie sdolcinate. È un bisogno di essere che pretende l’assoluto, ed è disposto a corteggiare la morte pur di non rassegnarsi alla pura e semplice rinuncia.
All’origine di tutto c’è un bel romanzo italiano (della cagliaritana Milena Agus) uscito nel 2006 e diventato un clamoroso successo, in Italia ma soprattutto in Francia. Un piccolo libro dalla scrittura tersa e ipnotica, che racconta una storia molto simile ma al tempo stesso profondamente diversa da quella del film di Nicole Garcia. E non solo perché all’ambientazione italiana, fra Cagliari e Genova, è stata sostituita la campagna francese e il mare di Marsiglia. È proprio differente lo sguardo dell’autore, e quindi, inevitabilmente, del lettore/spettatore. Capita spesso che un film e un libro portino lo stesso titolo come per caso, e solo uno dei due (nei casi più disgraziati nessuno dei due!) valga la pena di una visita. Questa è l’eccezione di un libro e un film che si somigliano poco ma sono entrambi in grado di offrire emozioni.
Mal di pietre di Nicole Garcia, con Marion Cotillard, Alex Brendemühl, Louis Garrel, Brigitte Roüan, Victoire Du Bois