La cantautrice irlandese regala uno show intimo e partecipato in Santeria Social Club.
Fa specie, in un sabato sera milanese, vedere una sala concerti piena, in assoluto silenzio, ad ascoltare una delle cantautrici più talentuose della musica folk, che dal palco del Santeria Social Club illuminato di blu accarezza la chitarra e danza intorno al microfono. Lisa Hannigan presenta a Milano il suo terzo album, At Swim (Hoop Recordings / Pias, 2016): un disco che ha avuto una gestazione particolare e che ha visto la collaborazione tra la cantautrice originaria di Dublino e Aaron Dessner dei The National, che in veste di co-produttore ha contribuito a sviluppare un tessuto sonoro più ampio in cui dare fiato alla scrittura della Hannigan. L’album, registrato a New York, arriva cinque anni dopo l’acclamato Passenger, dopo una crisi creativa che ha visto la Hannigan allontanarsi dall’amata Dublino alla ricerca di ispirazione per scrivere i testi del disco.
Pur avendo una band al completo alle spalle (batteria, basso/contrabbasso, tastiere e chitarra elettrica), è Lisa al centro dello show. Gli occhi e le orecchie sono tutti su di lei, e non solo perché è l’unica musicista sul palco ad essere costantemente avvolta da un fascio di luce chiara. Le dinamiche all’interno dei pezzi sono studiate appositamente per far emergere non solo la sua voce, ma anche i vari strumenti che la Hannigan suona. Non sono pochi, e contribuiscono tutti ad immergere il pubblico in un’atmosfera sognante, in cui potersi abbandonare con tranquillità. Eppure è difficile distogliere lo sguardo da lei: ora arpeggia lievemente sulle note alte della sua chitarra acustica, ora ancheggia mentre suona il mandolino o l’ukulele, ora scuote la testa mentre disegna strani sottofondi imbracciando il caratteristico harmonium indiano che ha accanto, quasi fosse il timone di una barca in un mare in tempesta.
Lisa Hannigan cammina sulla linea vocale con la leggiadria di un equilibrista che sa perfettamente quanto può oscillare sul filo, senza mai rischiare di cadere. Non significa affatto andare sul sicuro: anzi, le melodie sono ben studiate e mai banali, con piccole modulazioni che si insinuano tra un accordo e l’altro. La padronanza della propria voce, vero e proprio strumento musicale, è forse la chiave della musica di Lisa Hannigan. Undertow è un esempio perfetto di floating, di oscillazione della melodia fino a trasformare la linea vocale in una sorta di onda che galleggia sull’orizzonte. Il tutto con una semplicità disarmante, perfino quando Lisa canta la prima strofa del brano al contrario, raccontando di aver dovuto imparare a cantare così tutto il pezzo per registrare il videoclip ufficiale, con la regia di Alden Volney.
Il concerto è una sorta di dialogo intimo tra la Hannigan e il suo pubblico, e i brani sono quasi sussurrati nell’orecchio di chi li ascolta. Si sente la sua voce uscire dalle casse e insinuarsi tra i clic delle macchine fotografiche, tra i colpi di tosse e i passi cauti del pubblico accorso alla Santeria Social Club. L’atmosfera è unica ed è la stessa Lisa a cercare questo tipo di rapporto con il suo pubblico, quando chiede, sempre con il sorriso in volto, di abbassare per un attimo cellulari e macchine fotografiche per non rovinare l’empatia che si sta creando tra palco e platea.
Eppure non mancano momenti più ritmati, soprattutto verso la fine dello show, quando la band esegue i suoi due brani più conosciuti: prima What’ll do (qualcuno lo ricorderà per un vecchio spot di Sky Go), poi Knots. È il tempo dei saluti e dei ringraziamenti ai fan e al locale – «Tonight we had the best dinner of the tour, but that’s exactly what we expect every time we come to Italy», dice Lisa con un sorriso ricco di affetto e riconoscenza.
Il live si chiude con un bellissimo encore, in cui le Saint Sister, meraviglioso duo al femminile che ha aperto la serata, accompagnano Lisa prima in una versione a cappella di Anahorish , poesia del premio Nobel per la letteratura Seamus Heaney, poi, raggiunte dagli altri musicisti, in Fall e A Sail, ultimi due brani di un emozionante concerto sottovoce.
Immagine di copertina di Giuditta Sala
Lisa Hannigan – Santeria Social Club
Lisa Hannigan – At Swim (Hoop Recordings / Pias, 2016)