Il capolavoro goldoniano rivisto e corretto dall’inglese Bean e poi da Favino che ne fa un grande show tipo avanspettacolo dell’Italia piccola piccola degli anni 30
Immaginatevi Goldoni, Strehler, Fellini, Garinei & Giovannini e il Trio Lescano riuniti tutti assieme a collaborare per una nuova versione de Arlecchino Servitore di due Padroni e immaginate che il trait d’union sia il testo di Richard Bean, un drammaturgo inglese che ha riadattato l’originale goldoniano in una contemporanea per il National Theater di Londra.
Immaginate poi che il servitore sia un attore italiano come Pierfrancesco Favino, appassionato di tutti gli artisti sopracitati et voilà, quello che viene fuori è Servo per due, una commedia dell’arte musicale arricchita da numeri di avanspettacolo e varietà, omaggiante il teatro di Garinei e Giovannini, ambientato in una Rimini anni ’30, vessata dal fascismo e vivacizzata dallo swing dell’epoca. I personaggi cambiano i nomi ma non il loro scopo, senza tradire le dinamiche di Goldoni: Pippo (Arlecchino) incappa in rocamboleschi fraintendimenti dopo aver deciso di servire sia Ludovico (Florindo), che Rocco (Beatrice) confondendo nomi e servigi, prima di scoprire che i due sono effettivamente amanti e coronare la sua storia d’amore con Zaira (Smeraldina), permettendo così il matrimonio di Clarice con il suo vero amore Amerigo (Silvio).
La Rimini di Favino è un crogiolo di giochi dialettali che mischiano al romagnolo il siciliano, il veneto e il napoletano, ma soprattutto è un calderone sketch comici, balletti, numeri di danza e canto, battute rivolte al pubblico ed interazioni finte e vere, in grado di svelare metateatralmente i trucchi del mestiere per poi ricomprenderli in una leggera e dinamica messa in scena, arricchita di una colonna sonora eseguita interamente dal vivo dall’ensemble toscano dei Musica da ripostiglio.
Si notano le citazioni ad Amarcord, quando appare gigante un enorme Rex che illumina con le sue luci il panorama notturno del molo riminese, tanto quanto l’omaggio ad una Josephine Baker/Wanda Osiris in un assolo cantato dal personaggio en travesti di Lucio, dirimpetto ad un ponte illuminato che sembra trasformarsi in un luogo mondano ad hoc per celebrare il desiderio dei due innamorati.
Una delle sostanziali differenze rispetto al testo inglese di Bean: One man, two guvnors è proprio l’ambientazione italiana anni ’30 e l’incessante presenza dell’orchestra dal vivo, capace di intrattenere con la stessa carica degli attori, numeri di mimica e comicità.
Lo spettacolo nasce dopo 8 mesi di prove e laboratori acrobatici, clownistici e musicali e l’affiatamento tra gli attori Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Pierluigi Cicchetti, Ugo Dighero, Anna Ferzetti, Giampiero Judica, Marit Nissen, Eleonora Russo, Diego Ribon, Fabrizia Sacchi, Luciano Scarpa, Thomas Trabacchi e Pier Francesco Favino è perfetto sia nell’esecuzione che nella scelta di non lasciare in ombra nessuno dei personaggi, dotati ciascuno di una specifica e particolare caratterizzazione. Servo per due è uno spettacolo che va bene per grandi e piccini, in grado di omaggiare un genere misto spesso poco visto sui palcoscenici ma ancora in grado di catturare, divertire ed emozionare intere generazioni di spettatori.