Parenti serpenti alla rumena: Puiu è bravo, ma dov’è il graffio alla Monicelli?

In Cinema

“Sieranevada” di Cristi Puiu, passato lo scorso anno al Festival di Cannes, è la cronaca di una veglia funebre religiosa ma fin troppo laica, piena di risentimenti reciproci, imprevisti, personaggi stravaganti e rese dei conti. Il tutto per commemorare la morte del patriarca di famiglia, le cui non sempre commendevoli azioni finiscono per affiorare, come le colpe e le malefatte di tutti i suoi successori e congiunti. Che non mancano di rinfacciarsele: ma forse, nel farlo, non sono abbastanza cattivi

Sieranevada è il titolo (si noti, meramente identificativo) del nuovo film del rumeno Cristi Puiu, passato in concorso al Festival di Cannes 2016. Un ritratto familiare e sociale, intimistico e umoristico, con spunti autobiografici che stupiranno lo spettatore per l’affinità con le dinamiche che la vita ci presenta quotidianamente. Anche in Occidente.

Lary, medico e padre di famiglia, si ritrova con la moglie e i parenti in casa dei genitori per commemorare la morte del padre, avvenuta quaranta giorni prima. Il programma è semplice: aspettare il prete per la cerimonia tradizionale e pranzare tutti insieme a tavola, con antipasti, birra, vino e i fantomatici involtini di cavolo preparati dalla sorella di Lary, su consiglio della madre. Ma tra un discorso politico, un arrivo inaspettato, un treno in ritardo, un’infedeltà coniugale e un vestito della taglia sbagliata, il pranzo diventerà una cena e il protagonista sarà costretto a rivalutare se stesso e il proprio ruolo di neo capostipite.

Già dalla prima scena, in cui Lary fa scendere la moglie dall’auto per scaricare delle borse bloccando così il passaggio a un furgoncino per le consegne, ci è chiaro l’andamento della pellicola di Puiu: il giro con la macchina che il protagonista deve fare per ritornare davanti a casa, non è altro che un simbolo della sua vita, costretta tra un impegno e l’altro, bloccata in una vertigo continua e stantia. Il regista ci presenta una piccola comunità, una famiglia, per spiegarci la struttura di un’intera società in cui ognuno vuol affermare la propria opinione aldilà delle informazioni e del pensiero altrui. E un’occasione di commemorazione diventa lo scenario ideale per rinfacciare al marito (certamente non un santo) un’infedeltà davvero fuori luogo. E mentre lo scontro generazionale, e di tutti contro tutti, si fa sempre più esplicito e vorace, non si spezza comunque quel legame forte che rende la vita familiare asfissiante e pericolosa, nonostante tutto.

 

In Sieranevada è proprio il defunto che osserva lo scorrere degli eventi, seguendo fedelmente i personaggi da una stanza all’altra, tra una porta chiusa e una frase sentita per metà; lo spettatore ha il suo medesimo punto di vista, e grazie a una regia sicura e precisa entra, ma sempre con riserbo, negli anfratti di una casa troppo ricca di ricordi, di carta da parati scolorita, di Storia raccontata da prospettive diverse e inconciliabili. “Il nostro giudizio è sbagliato perché abbiamo paura”, afferma uno dei fratelli di Lary, in risposta a un dibattito tra i parenti, senza fine e senza soluzione, sugli avvenimenti dell’11 Settembre 2001.

Puiu fa un lavoro di cesello, sia con la cinepresa, sia con la sceneggiatura, presentando di volta in volta aneddoti familiari che risveglieranno i più tremendi ricordi di feste tra parenti che credete di aver sepolto per sempre; ma ottenendo anche un’opera dalla durata smisurata e in cui il dramma è condito da un manierismo che non porta da nessuna parte. “Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate”, affermava un certo Alfred Hitchcock: in Sieranevada di tagli non ce ne sono e la noia prevale, prevarica.

Da sempre la famiglia è uno specchio lampante della società e dei suoi protagonisti, e guardando il film di Puiu non può non ritornare alla mente quel piccolo ma meraviglioso lavoro del 1993 di Mario Monicelli, divenuto col tempo un cult e un immancabile appuntamento durante le feste natalizie: Parenti serpenti. Di famiglia, noi italiani, ne capiamo qualcosa.

Sieranevada, di Cristi Puiu, con Mimi Branescu, Judith State, Bogdan Dumitrache, Dana Dogaru, Sorin Medeleni

(Visited 1 times, 1 visits today)