Incuriosisce la campagna abbonamenti del teatro Franco Parenti per la prossima stagione: come nel rugby la programmazione è infatti suddivisa in tre diverse “formazioni”, tre rose di undici spettacoli da cui lo spettatore è chiamato a scegliere i sette titolari ai quali abbonarsi. E che titolari: Celestini, Cecchi, Asti, Bergamasco…
In un’annata che sembra caratterizzarsi per l’intento di facilitare e organizzare la fruizione degli spettacoli delle sale milanesi, anche la campagna abbonamenti del teatro Franco Parenti opera in questo senso. La scelta del teatro diretto da Andrée Ruth Shammah è quella di una metafora che occhieggia allo sport. Come in alcune specialità di calcio o di rugby la corposa produzione è infatti suddivisa in tre diverse “formazioni”, tre rose di undici spettacoli da cui lo spettatore è chiamato a scegliere i sette titolari ai quali abbonarsi.
Una scelta che può rivelarsi complessa, perché è soprattutto la varietà a farla da padrone. Il Parenti conferma il suo status di tempio teatrale milanese destreggiandosi come di consueto fra interessanti novità e ritorni a casa. Due delle tre formazioni possibili, la prima e la seconda, si reggono in gran parte su interpreti dai nomi di richiamo, pronti a saziare ogni palato. Nella terza spiccano invece sopratutto gli autori, accanto ai nomi di interpreti giovani eppure già di sicuro talento: Camilla Semino Favro, Mathieu Pastore, Valentina Piciello.
Anche il teatro Parenti, poi, si adatta all’ormai consueta collaborazione con altre sale. La stagione 2017/2018 non si snoda infatti soltanto nelle tre sale di via Pierlombardo, ma migra anche al Teatro della Triennale. Qui, il 14 e 15 novembre prende la scena il “balletto smontato” di CollettovO CinesteticO Silphydarium; in Triennale, dopo la fortunata esperienza di Louise e Renèe, torna invece al monologo Sonia Bergamasco. Il più recente dei suoi racconti di scena, ormai diventati garanzia di emozione per il pubblico del Parenti, sarà L’uomo seme, di Violette Ahilaud. Della prima formazione, insieme a questo titolo, fa parte anche il ritorno alla regia di Andrèe Ruth Shammah, che guida Adriana Asti in scena con la propria biografia, Memorie di Adriana, appena presentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto (12-24 settembre).
Si segnalano poi i ritorni degli spettacoli che il pubblico ha imparato ad amare: tra i primi titoli quel Buon anno ragazzi (foto in copertina © Elizabeth Gaeta) di Francesco Brandi che al Parenti è ormai di casa, per la regia di Raphael Vogel (6-20 ottobre), mentre con l’anno nuovo sarà tempo di Lacci, con Silvio Orlando (24-28 gennaio). Tornano, ma con nuovi titoli, altri nomi importanti. Rosario Lisma parla di teatro in L’operazione (21 novembre – 14 dicembre), Milena Vukotic accanto a Lucia Poli dà vita alle Sorelle Materassi (9-21 gennaio) mentre ad aprile è tempo di Ascanio Celestini: dopo il fortunato Laika, in Pueblo (24-29) protagonista è la cassiera Violetta. Ben due poi le interpretazioni di Gioele Dix: Cita a ciogas, diretto ancora dalla Shammah e disponibile in ben due formazioni, (6-29 marzo) e il monologo Vorrei essere figlio di un uomo felice (18-21 febbraio).
Due anche i testi firmati da Stefano Massini, punta di diamante della drammaturgia nostrana: la riduzione teatrale de Il nome della rosa che vede in scena, in una compagnia di ben tredici interpreti, anche Eugenio Allegri (2-12 novembre) e L’ora di ricevimento, in cui il drammaturgo toscano indaga a modo suo le tensioni sociali delle banlieu francesi, con Fabrizio Bentivoglio in scena e Michele Placido in cabina di regia (18-29 ottobre)
Non mancano certo i titoli per chi ama i classici, siano essi interpreti fedelmente – Il giocatore di Dostojevskij va in scena dal 30 gennaio al 4 febbrario, l’Enrico IV di Pirandello con Carlo Cecchi dal 16 al 26 novembre – oppure reinterpretati, come avviene per Locandiera B&B, firmato da Edoardo Erba per la regia di Roberto Andò. Curioso anche il Peer Grynt, “opera mondo” di Henrik Ibsen con, tra gli altri Federica Fracassi.
Infine, sarà interessante valutare la resa scenica di interpreti resi noti da fortunate esperienze televisive come Marco D’Amore, Ciro in Gomorra, che al Parenti porterà una commedia nera (foto). American Buffalo, da Mr. David Mamet. 5-10 dicembre.
Tra risate e riflessioni, una stagione tutta da scoprire.