Conversazione col direttore d’orchestra esperto di musica del cinema muto, che dirigerà laVerdi all’Auditorium in occasione della proiezione del capolavoro cinematografico del regista tedesco Friederich W. Murnau
Il flusso inesorabile del tempo non solo intacca le pellicole dei vecchi film del cinema muto ma contribuisce anche a disperdere le partiture musicali che ne accompagnavano la visione nelle sale cinematografiche dell’epoca. Così è stato anche per le musiche di Nosferatu, celebre film del 1922 del regista tedesco Friederich W. Murnau, composte da Hans Erdmann.
Un primo tentativo di ricostruzione della sua musica era stato realizzato dalla musicologa e direttrice d’orchestra Gillian B. Anderson. Il suo lavoro avevo preso le mosse da due Fantastische-Romantische Suiten, dieci brani che Erdmann aveva ricavato dalle musiche per il film, e che avevano come modello musicale il poema sinfonico tardo ottocentesco.
Ben diversa è invece l’operazione realizzata da Timothy Brock, direttore d’orchestra, tra i massimi esperti di musica del cinema muto (in particolare di quello di Charlie Chaplin), che dirigerà l’orchestra Verdi all’Auditorium il 16 e 17 novembre in occasione della proiezione di Nosferatu. Per musicare il film, Brock ha scelto le note che Heinrich Marschner – compositore attivo in Germania durante la prima metà dell’Ottocento e rivale del più celebre Carl Maria von Weber – aveva composto per l’opera Der vampyr (1828). Un mondo affascinante, quello del cinema muto, che il direttore e compositore americano ci racconta.
Come è nata l’idea di lavorare su Nosferatu? Come si è avvicinato alla composizione di questa partitura?
L’idea di scrivere questa musica mi venne 10 anni fa, quando il Teatro comunale di Bologna mi commissionò una nuova partitura per Nosferatu. Quella originale, composta da Hans Erdmann, è andata perduta. Da alcune fonti sappiamo che nel 1922 l’orchestra suonò il preludio di Der Vampyr di Heinrich Marschner. L’idea di Murnau di utilizzare quel preludio mi sembrò buona e quando dovetti pensare a una nuova partitura decisi di utilizzare il materiale musicale di Marschner. Anche se il materiale di Der Vampyr è stato elaborato, per renderlo più moderno, il preludio è rimasto intatto.
Che cosa hanno di affascinante Murnau e Nosferatu?
Con Nosferatu ho un rapporto molto particolare. È stato uno dei primi film a cui ho assistito con accompagnamento dal vivo. Avevo 10 anni, e il film era accompagnato da un organo elettrico. Mi aveva spaventato a morte, ma ascoltando con attenzione la musica, mi resi conto che avrei voluto dedicarmi alla musica per il cinema muto. Per me Nosferatu ha un significato simbolico. Murnau è un regista a cui ritorno spesso: ho scritto le musiche per Aurora, nel 1989, su richiesta della Twenty Century Fox.
Erdmann insieme a Giuseppe Becce (altro compositore di partiture per il cinema muto ndr) ha pubblicato un manuale sull’accompagnamento musicale dei film negli anni Venti. Questo tipo di documenti hanno qualche importanza nel suo lavoro di direttore e compositore?
Noi non sappiamo esattamente quale fosse il “colore” della musica a quell’epoca per un film come Nosferatu. Una componente importante se si vuole ricostruire una musica che sia fedele all’originale, ma non è il mio caso. La mia è un’operazione ben diversa: nella mia partitura non ho intenzione di confrontarmi con i testi di Hans Erdmann, Giuseppe Becce e Domenico Savino che i musicisti accompagnatori dell’epoca utilizzavano normalmente. Eppure, nonostante io non intenda fare un’operazione filologica di ricostruzione di “quel” suono, è innegabile che loro abbiano influenzato alcune mie decisioni sulla musica. Non scriverei mai una musica per Nosferatu che suoni troppo “moderna” per il 1922 perché per me è importante focalizzarmi sul contesto culturale-musicale in cui il film è uscito.
La sua operazione sembra inserirsi perfettamente nello spirito del cinema muto.
Sì. Questo è il repertorio che amo. Per me è facile scrivere musica che sembri provenire da quel momento storico, perché sono abituato ad ascoltarla spesso! Per me non è un lavoro difficile o limitante, anzi.
Il suo rimane comunque un lavoro di ricostruzione.
Il lavoro sulla partitura di Nosferatu è nato con l’idea – e la consapevolezza – che Murnau aveva preferito la musica di Marschner per alcune parti del film. Der Vampyr non è un’opera molto popolare, penso che l’abbiano eseguita forse due volte negli ultimi trent’anni. Marschner non è mai stato un compositore molto famoso, sebbene all’epoca abbia raggiunto una certa notorietà, ma non per questo lavoro.
Attualmente Der Vampyr è un lavoro praticamente caduto nell’oblio, ma alla sua rappresentazione Richard Wagner ne era rimasto profondamente colpito, e l’aveva definito “una delle più grandi opere “demoniache” di tutti i tempi”.
Penso che l’idea demoniaca di Der Vampyr sia dovuta al soggetto, musicalmente l’opera non è particolarmente paurosa. Il soggetto – basato su due fonti letterarie ottocentesche di Heinrich Ludwig Ritter e John Polidori – è ancora distante dall’idea di vampiro di Bram Stoker (Dracula è stato pubblicato solo nel 1898 ndr). Non dimentichiamo che Der Vampyr si inserisce nella riscoperta del misterioso da parte del Romanticismo, di cui Der Freischütz di Carl Maria von Weber è stato una grande esempio.
Quali sono i suoi prossimi impegni?
Sto finendo di scrivere un Concerto per la BBC e sarò tra Milano e Parigi nelle prossime settimane. Inoltre, sarò a Torino per dirigere The Gold Rush di Charlie Chaplin.
Ho un ricordo bellissimo di quando ha diretto qualche anno fa a Milano City of Lights di Chaplin. Come procede il rapporto con la Fondazione Chaplin?
Lavoro con loro dal 1998 ed è una bellissima collaborazione. Continueremo a lavorare insieme.
Orchestra sinfonica Giuseppe Verdi – Nosferatu, dirige Timothy Brock – Auditorium (16, 17 novembre)