Tratto da un romanzo di un ex agente americano della Cia, “Red Sparrow” è una spy story un po’ dilatata, ambientata nella Russia di Putin dove un’ex ballerina classica, fermata da un incidente sospetto, diventa, la più seduttiva delle 007. E la protagonista riempie lo schermo e la storia, incongruenze comprese, col magnetismo del suo corpo statuario e del suo sguardo di ghiaccio
Dominika Egorova (Jennifer Lawrence) è una ballerina di talento e volteggia felice sul palcoscenico del Bolshoi, fino al giorno in cui un incidente (non esattamente casuale) le distrugge la carriera, cambiando per sempre la traiettoria della sua vita. Alla ricerca di una via d’uscita da una situazione economica drammaticamente precaria (anche per via di una madre molto malata e bisognosa di cure costose), Dominika si rivolge alla persona peggiore, ma di cui purtroppo si fida: lo zio Vanya (Matthias Schoenaerts). Vicedirettore dell’SVR (erede del famigerato KGB), il perfido zio la spinge in una vera e propria trappola. Diventata testimone di un delitto eccellente, alla protagonista non rimarrà che un’unica scelta: diventare una “sparrow”, una spia seducente e letale al servizio dello spionaggio russo.
Bellissima e spietata, dotata di un intuito straordinario e di un quoziente intellettivo decisamente al di sopra della media, Egorova si trasformerà in una macchina da guerra, capace di mettere in campo le più sofisticate tecniche di seduzione e manipolazione dell’avversario. Avversario che da un certo punto in avanti avrà le sembianze dell’agente della CIA Nate Nash (Joel Edgerton), tanto affascinante quanto determinato nel combattere la sua battaglia dall’altra parte della barricata, ma anche e soprattutto impegnato a proteggere la sua fonte più preziosa, una “talpa” che si nasconde dentro i servizi russi. Questo è solo l’inizio di una lunga e drammatica partita a scacchi, costellata di inganni, tradimenti e violenze. E l’espressione “doppio gioco” si rivela ampiamente insufficiente, volendo descrivere tutto quello che succede fra Budapest, Vienna, Bratislava e Londra.
Vi ricorda la Nikita di Anne Parillaud nel famoso film di Luc Besson? Beh, certo, e però forse avrete visto anche, di recente, Atomica bionda con Charlize Theron nei panni di una spia indistruttibile e letale. Ma se nel film uscito l’anno scorso l’accento era posto principalmente sulle sequenze action, messe in fila a ritmo serrato, senza lasciare allo spettatore un attimo di respiro, qui in Red Sparrow si è puntato più sull’atmosfera, tratteggiata in modo forse un po’ troppo lento, prendendosi tutto il tempo di divagare e di costruire con sofisticata precisione scene ad alto tasso di erotismo, forse non così profonde da un punto di vista psicologico ma di certo visivamente suggestive.
Una storia di spie un po’ vecchio stile ma ambientata nella Russia di oggi, di Putin, tratta da un romanzo dell’americano Jason Matthews, ex agente della CIA che è autore di una trilogia di successo arrivata di recente anche in Italia (grazie a Dea Planeta). Inizialmente doveva essere Darren Aronofsky a dirigere il film, poi si era fatto avanti David Fincher, che voleva come protagonista la Rooney Mara della saga di Millennium. Infine il progetto è passato nelle mani di Francis Lawrence, il quale non ha avuto dubbi andando a colpo sicuro sulla scelta di Jennifer Lawrence (sembra strano, ma i due non sono neanche lontanamente parenti), che aveva già diretto con successo nella saga di Hunger Games.
La Katniss Everdeen di Hunger Games era una guerriera, la spia venuta dal freddo di Red Sparrow somiglia più a una sorta di Mata Hari, gelida e manipolatrice. Un elemento, però, accomuna i due personaggi: sono due campionesse di resilienza, dotate di una capacità di sopravvivenza davvero fuori dal comune. Forse è questo il vero motivo per cui Dominika ci piace – proprio come ci piaceva Katniss – nonostante le lungaggini e le incongruenze, i tanti eccessi di un film che nasce ipertrofico (140 minuti sono un po’ tanti, sinceramente) e forse figlio di troppi padri, quindi inevitabilmente incerto riguardo alla strada da percorrere: un po’ spy story classica dai tempi giustamente dilatati, un po’ prodotto hollywoodiano scritto col manuale di sceneggiatura in mano, qui un colpo di scena, lì una svolta, dopo tot pagine una scena d’azione, dopo altrettante una scena di nudo (della bellissima protagonista) o di violenza efferata quasi da horror movie. Insomma, un film ampiamente imperfetto, con una sceneggiatura aggrovigliata che acchiappa e trascina, per carità, ma funziona davvero solo a patto di una totale sospensione dell’incredulità.
Ma Jennifer Lawrence riempie lo schermo e ci conquista, col suo corpo statuario, lo sguardo di ghiaccio e l’affascinante capacità (che solo i veri attori possiedono) di regalare profondità e verità a un personaggio che pure è condannato a muoversi all’interno di un teatrino fatto solo di finzione e menzogne.
Red Sparrow, di Francis Lawrence, con Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Joely Richardson, Matthias Schoenaerts, Mary-Louise Parker, Jeremy Irons, Charlotte Rampling