SXSW18: italiani in Texas per suonarla agli americani

In Musica

Reportage da Austin, Texas. Ecco chi sono gli italiani che se la sono giocata (e brillantemente!) al SXSW18, lo storico festival di musica

Giovani, talentuosi e cittadini del mondo. È questo l’identikit comune dei 15 artisti italiani che hanno partecipato nei giorni scorsi al SXSW18, lo storico festival di Austin, Texas, uno degli appuntamenti più importanti del mondo della musica (ma non solo: si parla anche di cinema e di televisione).

Tantissimi artisti provenienti da tutto il mondo si esibiscono per un pubblico di circa 12mila appassionati che tra il 12 e il 18 marzo frequentano e animano l’intera città texana. E c’è anche un po’ di Italia tra i palchi del festival, con ben quindici artisti che portano negli States la loro musica. Artisti italiani, sì, ma di ampio respiro internazionale, apprezzati anche, e forse soprattutto, all’estero.

BLINDUR
Nati nel 2014 dall’incontro tra il cantautore Massimo De Vita e il polistrumentista Michelangelo Bencivenga, i Blindur ricreano un suono particolarissimo, a metà tra i Mumford & Sons e il folk islandese. In soli tre anni di attività, il gruppo ha vinto riconoscimenti importantissimi in Italia (leggasi premi Bertoli, De Andrè e Buscaglione) e ha riscosso apprezzamenti in giro per l’Europa, dalla Francia all’Irlanda che tanto pervade i brani della band. Particolarità: Blindur significa cieco in islandese. Un nome che nasce dall’esperienza di vita di Massimo, non vedente, e dal suo incontro con Jónsi, chitarra e voce dei Sigur Rós, che non vede dall’occhio destro.

CHRISTAUX
Un nuovo inizio, una nuova vita musicale. Clod, voce degli Iori’s Eyes, uno dei progetti più intriganti della musica indie italiana, torna sulle scene musicali con il volto trasfigurato di chi ha trovato una nuova vita. A partire dal nome, Christaux, il cambiamento è evidente: un’apertura pop più sontuosa e drammatica rispetto alle atmosfere sognanti di qualche anno fa. Una ventata d’aria fresca, che a volte si trasforma in una pioggia tanto agognata davanti alla carestia di talento che troppo spesso dobbiamo subire.

WRONGONYOU
Marco Zitelli, in arte Wrongonyou, è l’incontro improbabile, ma proprio per questo affascinante e ipnotico, tra la chitarra del John Frusciante solista, il cantautorato lieve di Justin Vernon e quella voce metallica, carica di autotune e effetti, che un po’ a sproposito abbonda nella canzone italiana più giovane, ma che in questo caso è più che mai funzionale al prodotto finale. Ad Austin presenterà il suo primo disco, Rebirth.

BRUNO BELISSIMO
Chiudete gli occhi, mettete un brano di questo stranissimo cantautore italo-canadese, e vi troverete proiettati in una discoteca anni Settanta. Una musica ricca di influenze, dai Daft Punk alle colonne sonore dei film di quarant’anni fa, che Bruno porta sul palco con il suo fido basso e una serie di audio e video programmati che rendono i suoi concerti un’esperienza unica.

FABRIZIO CAMMARATA
Cantautore palermitano, Fabrizio Cammarata ha il dono rarissimo della sinestesia: le sue canzoni sono visioni della realtà, e vanno viste e sentite insieme, grazie agli splendidi videoclip ricchi di simbologia e studio iconografico che li accompagnano. Ma questo non significa che Fabrizio non sappia come stare su un palco. Anzi, dal vivo, con la sua chitarra Fabrizio ci sa davvero fare.

ESPAÑA CIRCO ESTE
TangoPunk: è questa la meravigliosa sintesi della musica dell’España Circo Este, vero e proprio collettivo di spirito gitano che dalla sua fondazione nel 2014 ha girato il mondo con la media pazzesca di 100 concerti all’anno, e ha accompagnato come spalla ufficiale sia Manu Chao che i Gogol Bordello, riferimenti ideali di una musica che nasce dalla periferia.

THE YELLOW TRAFFIC LIGHT
Questi ragazzi di Torino, in attività dal 2013, si presentano ad Austin proprio nei giorni in cui esce il loro primo album, Worlds Within Walls. Un incontro felice tra l’ispirazione psichedelica anni Settanta e i primi Tame Impala, che dà vita a quanto di più simile a una cover band dei DIIV. E non vuole assolutamente essere una critica: questi ragazzi sanno quello che fanno!

SONARS
Cos’hanno in comune Bergamo e Brighton, a parte l’iniziale? Sono il punto di partenza di Serena Oldrati e Frederick Paysden. Il punto d’arrivo? I Sonars, il duo electro-pop che tra synth e drum machine ha all’attivo oltre 200 concerti in tutta Europa, e che vanta aperture a big del calibro di Franz Ferdinand e Thurston Moore.

WEIRD BLOOM
Atmosfere psichedeliche che incontrano il post-pop contemporaneo, il tutto rigorosamente in analogico: i Weird Bloom, progetto ambizioso sui generis del cantautore Luca Di Cataldo, sembrano nati in un’altra epoca e in un altro paese. E invece sono la dimostrazione più sincera che anche Roma può diventare Woodstock.

DAMIEN MCFLY
Viene da Padova, ma è il perfetto artista anglosassone: Damien McFly è un cantautore che unisce la sensibilità di artisti come Damien Rice e Ray LaMontagne a una voce rock, corposa e carica di energia, che non sfigurerebbe in una band elettrica ma che sa rendere al meglio anche in acustico. Ed è in questa veste che si presenta in Texas.

VIOLETTA ZIRONI
Aprire il concerto di una delle leggende della musica soul americana, e salire sul palco al suo fianco per cantare il suo pezzo più famoso: è il sogno di una vita per tanti giovani artisti, è il racconto di una serata del 2014 per Violetta Zironi, che durante un concerto a Senigallia viene invitata sul palco dal leggendario Ben E. King per cantare con lui  Stand By Me. Vi basta per darle una chance?

DENIS THE NIGHT & THE PANIC PARTY
Power trio di Fano, ma con forti influenze britanniche, Denis The Night & The Panic Party vincono sicuramente il premio per nome più simpatico della spedizione. Se non bastasse a suscitare la vostra curiosità, immaginatevi la colonna sonora perfetta per un rave party. Ecco: loro sono gli autori principali.

THE JACKSON POLLOCK
Duo garage crudo e graffiante, che nasce non tanto dal piacere, quanto dal bisogno di suonare insieme e di sfogare quell’energia di cui è piena Bologna, la città da cui arrivano Emily (batteria e voce) e Reginald (chitarra e basso). Uno schiaffo distorto che promette benissimo.

ALTRE DI B
Altre di B è il progetto più longevo tra quelli italiani presenti al SXSW: attivi dal 2005, i quattro ragazzi di Bologna hanno portato sui palchi di tutta Europa il loro particolarissimo punk, fatto di riff e suoni raffinati. Sembra una contraddizione, e invece è un esperimento riuscito, che li ha portati sullo stesso palco di band come Primal Screams e Alt-J. In patria hanno raggiunto la notorietà grazie al brano “Zoff”, dedicato al portierone della nazionale campione del mondo nel 1982.

JOAN THIELE
È forse il nome più noto della spedizione: nata in Italia ma di famiglia svizzera e colombiana, Joan Thiele è stata una vera e propria giramondo, prima di tornare in Italia ed essere scoperta dalle major durante un concerto in un locale,  come accadeva tantissimi anni fa. Una storia d’altri tempi, una musica di un altro mondo, che è sintesi di tante esperienze e di tantissime influenze.

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