La new entry d’eccezione Josh Brolin guida il supercast di “Avengers: Infinity War”, da Chris Evans a Robert Downey Jr., da Scarlett Johansson a Elizabeth Olsen, da Mark Ruffalo a Zoe Saldana, da Chris Hemsworth a Benedict Cumberbatch. Da parte loro i fratelli Russo abbinano l’enorme massa di spunti accumulati nei passati episodi a un montaggio alternato che acchiappa, tra battute ed effetti speciali
Allacciate le cinture: il gran tour dell’universo (nel senso letterale del termine) Marvel è ufficialmente cominciato. Avengers: Infinity War dei fratelli Anthony e Joe Russo è il momento in cui tutti i nodi della trama, intessuta con fatica e pazienza fin dal primo Captain America: The First Avenger (2011) di Joe Johnston, vengono finalmente al pettine. Ma se ognuno dei precedenti capitoli dell’epopea supereroistica targata Stan Lee aveva contribuito progressivamente ad alzare l’asticella del tasso di spettacolarità, questa volta è arrivato per davvero il momento dei fuochi d’artificio da gran finale, senza un attimo di sosta, in un ottovolante spaziale in cui succede tutto e il contrario di tutto. Che poi, è vero, è quel che si dice a ogni nuova uscita cinematografica a marchio Marvel (specialmente quelle più corali in termini di cast e personaggi), ma stavolta le trovate narrative, prima ancora che gli effetti speciali, sono di quelle che tirerebbero fuori un “porca vacca!” anche al più smaliziato dei nerd.
Sarà che per la prima volta, dopo semidei bellocci, robottoni assassini e spie venute dal freddo, si decide di sfoderare (ed era ora!) un cattivo con la C maiuscola. Sarà che ormai non c’è nemmeno più bisogno di imbastire una trama, visto che ce la si era preparata così bene nell’enorme mole di episodi precedenti “propedeutici” al megaevento. E allora, giusto due parole per riassumere la faccenda e poi via, botte da orbi come mai prima d’ora per quasi tre ore di pellicola. Anzi, botte da orbi e battute: tante, troppe, come in Thor Ragnarok, spesso nemmeno divertenti, ma evidentemente ormai la strada è quella e non si cambia, anzi si pigia sull’acceleratore e si arriva fino in fondo. Quando però, come in passato con Captain America: The Winter Soldier e Captain America: Civil War, i Fratelli Russo decidono di mettersi a fare sul serio, colpiscono senza pietà, e lì la morsa allo stomaco si sente eccome, così come si sente lo studio e la profondità nella caratterizzazione di personaggi vecchi e nuovi.
E sì che gestire questa sorta di ipertrofica Arca di Noè non dev’essere stato affatto facile. Ci sono ovviamente (quasi) tutti: da Chris Evans/Capitan America (in versione più dark e barbuta) a Robert Downey Jr./Iron Man, da Scarlett Johansson/Vedova Nera a Elizabeth Olsen/Scarlet, da Mark Ruffalo/Hulk a Chris Hemsworth/Thor, da Paul Bettany/Visione a Benedict Cumberbatch/Dr. Strange, da Tom Holland/Spiderman a Chadwick Boseman/Pantera Nera, da Chris Pratt/Star-Lord a Zoe Saldana/Gamora, dall’albero parlante al procione col cannone. Ma anche in mezzo a un simile circo, il vero, indiscusso maestro di cerimonie è la new entry più attesa, quel Josh Brolin che, confermando una volta di più la propria versatilità e carisma in qualsiasi ruolo, regala al grande schermo un villain semplicemente gigantesco: il suo Thanos, intenso e ricco di sfumature e carattere, è la vera novità del franchise, la ciliegina inaspettata su una torta altrimenti gustosa ma già assaggiata fin troppe volte.
Spetta a lui la parte del deus ex machina d’eccezione, ripagando a meraviglia un’attesa durata ben dieci anni e diciannove film: tante sono, ad oggi, le pellicole prodotte dal sodalizio Marvel/Walt Disney, tutte connesse direttamente o indirettamente dal fil rouge della ricerca, da parte di buoni e cattivi, di quelle “Gemme dell’Infinito” che darebbero al suo possessore potere assoluto di vita e morte sull’intero universo. Tanto ci è voluto perché il supergruppo composto da Samuel L. Jackson/Nick Fury trovasse un avversario (e un interprete) all’altezza, senza tanti spiegoni né secret origins a raccontarcene nascita e motivazioni (anzi, quel poco che c’è è forse la parte più debole del film, ma tant’è): solo sguardi eloquenti, voce cavernosa e tanta, tanta voglia di distruzione.
Distruzione che, in attesa del doveroso (e non si dica altro per amore della sorpresa) sequel a rimettere a posto le cose, i fratelli Russo non si fanno mancare neanche un po’, rispolverando il buon vecchio racconto a montaggio alternato e sbalordendo lo spettatore, fin troppo abituato al clima vanziniano delle ultime produzioni, con momenti così cupi che più cupi non si può. Roba da far sembrare persino l’inizio della fine, in ottica di futuro e inevitabile reboot della saga come è stato per i colleghi X-Men, comunque l’ennesimo ottimo inizio.
Avengers: Infinity War di Anthony e Joe Russo, con Josh Brolin, Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Elizabeth Olsen, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Paul Bettany, Benedict Cumberbatch, Tom Holland, Chadwick Boseman, Zoe Saldana, Chris Pratt