Ascaride è la brava protagonista di “Isabelle” di Mirko Locatelli, che fa incontrare una madre francese con un passato da nascondere e un giovane studente che non sa quanto vicine siano state le loro vite. Lei, gran scienziata in trasferta triestina, lo aiuta con la fisica e finisce in qualche modo, assai ricambiata, per provare un’attrazione profonda e gioiosa per lui. Ma, davvero, non è il caso
Mirko Locatelli, a cinque anni dal film I corpi estranei e a dieci da Il primo giorno d’inverno, torna ora a parlarci, con Isabelle, di solitudine e dolore, di una sfida esistenziale quasi impossibile da fronteggiare. È un film dall’impianto tradizionale, girato con grande rigore stilistico e ambientato in una delle zone più belle d’Italia. Nel mezzo della natura friulana, in una bellissima magione fra i vigneti locali, vive Isabelle (Ariane Ascaride conosciuta, seguita e amata attraverso il cinema del marito Robert Guédiguian) astronoma francese che da diversi anni lavora a Trieste. Come Guédiguian, Locatelli riesce a rendercela nella leggerezza dei suoi vestiti a fiori e a valorizzarla nei gesti quotidiani: fare la spesa, telefonare, guidare la macchina, preparare la marmellata, curare il giardino o lavorare al Centro di Fisica come docente, in un qui e ora quasi invidiabile. Il suo italiano con la cadenza francese, la parlata veloce ma non nevrotica, l’energia e la grazia del suo incedere ce la rendono amica, mentre riempie la scena con la disinvoltura che le appartiene.
Come ogni estate, Jerome (Robinson Stevenin) va a fare visita all’amata madre, mente la moglie è incinta e molto vicina al momento del parto. Madre e figlio condividono un segreto, un peccato commesso con il quale devono fare i conti. Nel frattempo Isabelle comincia a dare ripetizioni a Davide (Samuele Vessio), un giovane che sembra essere attratto da lei.
In Isabelle è forte la presenza del territorio friulano, rappresentato dall’alternanza fra le colline, con i loro vigneti e la loro solitudine, e le spiagge, il mare e il porto di Trieste. In un contesto che ricorda il cinema di Bernardo Bertolucci e Luca Guadagnino (lo straniero intellettuale che si trasferisce in una bellissima casa nella natura italiana) va in scena una vicenda che per certi versi è debitrice della poetica del regista di Ultimo tango a Parigi. Per via di un senso di colpa e per proteggere la sua famiglia, Isabelle intraprende con un giovane una relazione che non ha nulla di carnale.
Si tratta piuttosto di un rapporto familiare nel mondo della psicologia: l’allievo che si innamora della maestra, la donna borghese e intellettuale che in fondo prova attrazione per un ragazzo semplice ma di bell’aspetto. Ed è proprio la tensione carnale a tenere vivo il film di Mirko Locatelli, con i due protagonisti che si attraggono reciprocamente sempre di più, fino al drammatico epilogo finale. Nei loro sguardi e nei loro gesti sta racchiuso il nocciolo di Isabelle, un dramma che convince nonostante lo stile classico della narrazione e della regia; un dramma borghese, quindi, in cui nonostante la modernità dei personaggi si ripropone un tema che tanta letteratura e tanta realtà ci hanno raccontato – quello di una madre che difende il bene a lei più caro, il proprio figlio- e che viene riproposto in modo credibile e con un linguaggio essenziale, attento ai dettagli e all’insieme della rappresentazione, all’estetica e ai sentimenti.
Alice Munro ha scritto che se un romanzo contiene troppa sofferenza il lettore se ne allontana. Vale anche per il cinema, e Mirko Locatelli, ora al suo terzo film di finzione, ha confermato una competenza non comune: quella di aderire all’intimità, al dolore (ora anche al senso di colpa), mantenendo dall’inizio alla fine la giusta distanza. Ciò che non convince appieno è semmai la recitazione dei personaggi secondari, a tratti quasi autentiche macchiette cui vengono affidati ruoli davvero poco interessanti. Bravissimi invece Ariane Ascaride – col suo dolce accento francese – e il giovane attore friulano Samuele Vessio, perfettamente calati nelle loro parti.
Isabelle, di Mirko Locatelli, con Ariane Ascaride, Samuele Vessio, Robinson Stévenin, Lavinia Anselmi, Riccardo Toccacielo, Chiara Spizzo