“Ben is Back”, scritto e diretto da Peter Hedges e interpretato dal figlio Lucas e dalla diva americana, offre un ritratto di madre disperata alle prese con gli sbandamenti di un ragazzo che torna a casa da un centro di recupero. Le sue intenzioni sono buone, ma insieme i due finiranno per ripercorre angosciose vie di dipendenza. FIlm a tratti originale, meglio comunque l’idea e lo script della regia
Quando un personaggio di un racconto dice «questa volta sarà diverso», si sa già che non bisogna fidarsi. Nel caso di Ben is Back, il nuovo film interpretato da Julia Roberts e Lucas Hedges, scritto e diretto dal padre di Lucas, Peter Hedges, la frase viene pronunciata da una mamma speranzosa quando il figlio tossicodipendente, mandato in una comunità di recupero, torna a casa la vigilia di Natale. E la visita è inaspettata: perché Ben (Hedges), forte di 77 giorni di sobrietà, arriva a casa un po’ prima che i suoi genitori e il suo tutor pensino sia meglio per lui.
Ci sono stati parecchi drammi sulle dipendenze ma Ben is Back riesce a spiccare all’interno di questo genere. Le premesse sono consuete: Ben torna a casa da una famiglia sorpresa, cauta, incerta. Il primo istinto della madre Holly (Roberts), oltre alla gioia nel rivedere suo figlio, è nascondere i gioielli e tutte le pillole dall’armadietto dei medicinali. La sorella di Ben, Ivy (Kathryn Newton), ha già superato la speranza ed è arrivata al realismo scettico. I fratellini di Ben, nati dal secondo matrimonio di Holly, non possono essere più felici di riaverlo a casa; il loro padre Neal (Courtney B. Vance), infine, che ha stipulato una seconda ipoteca per pagare le cure di Ben, è invece stufo.
Chiunque abbia familiarità con questi temi, e/o con i film su di essi, sa che il diavolo si trova nei dettagli. Si possono scoprire tutti i traumi del passato di Ben da tossicodipendente, tutti i modi in cui è stato ferito o ha lottato contro la sua famiglia, si può vedere il suo modo di tener d’occhio quello che gli altri fanno al fine proteggersi, ora che è tornato, e riuscire così ad empatizzare un poco col personaggio, grazie alla sensibile performance di Lucas. Ma il comportamento di Ben, anche nel presente, giustifica in realtà l’istinto della sua famiglia, l’idea di tenerlo a distanza: basterebbe il racconto di quando sua madre tornò a casa, l’estate precedente, e lo trovò a terra, ai piedi delle scale, con un ago nel braccio.
Naturalmente l’amore familiare dovrebbe – e forse lo fa – vincere anche tutto questo. Ben è tornato e dimostra le sue buone intenzioni. Ma le cose cominciano a precipitare quando il cane della famiglia scompare e il film crea un motivo per mandare Ben nella parte più profonda della città, con sua madre al seguito, ritrovandosi faccia a faccia con certe persone della sua vita da tossicodipendente. Il tutto diventa così uno strano, inquieto tour nei passati peccati di Ben, spunto che sembra sorprendente sulla carta, ma non è del tutto convincente sullo schermo. Anche la decisione di limitare l’azione del film a un periodo di 24 ore, senza flashback, è una scelta intrigante, aiuta ad aumentare la tensione ma si rivela anche una difficile sfida per il narratore.
Ma il problema è soprattutto che Peter Hedges, ottimo scrittore, non si esprime altrettanto bene come regista. La sua sceneggiatura vuole dirigersi verso un’intima introspezione: le reazioni morali ed emotive di Holly alle azioni del figlio sono particolarmente interessanti e per un momento guidano il film verso un percorso di disperazione e angoscia, ma senza riuscire a raggiungere la profondità di tali emozioni. Sicuramente le intenzioni del regista sono lodevoli, come apprezzabili sono le prestazioni della Roberts e di Vance, migliori interpreti del film, in grado di incarnare i loro ruoli anche ad occhi chiusi. Però alla fine il film risulta confuso, rispetto a ciò che vorrebbe essere e a dove vorrebbe arrivare.
Ben is Back di Peter Hedges. Con Julia Roberts, Lucas Hedges, Courtney B. Vance, Kathryn Newton, Tim Guinee, Alexandra Park, Rachel Bay Jones, David Zaldivar,