in scena al Parenti un emozionante spettacolo per i più piccoli per scoprire qual è il canto dell’animale
Esiste un teatro particolare, che si concentra sui particolari, di movimento, di gestualità, di uso degli utensili, in cui immagini e azioni, non parole, illustrano la narrazione, ancora poco praticato in Italia, che di definisce teatro d’oggetto.
Al Teatro Franco Parenti fino a domenica è in scena proprio uno spettacolo d’oggetto e d’attore – Il canto del coccodrillo – che mischia quindi le due tipologie di teatro fondendole in un’unica opera che risulta adatta a grandi e piccini, anche se in alcuni punti con ricezioni diverse.
Le immagini create dalla Compagnia Teatrodistinto, compagnia che si rivolge con particolare attenzione ai ragazzi tramite lavori finalizzati all’espressione emotiva, sono fortissime. Poche cose, pochi oggetti ma che hanno una grande forza evocativa e scenica.
In questo spettacolo, diretto e ideato da Daniel Gol, le immagini e gli oggetti servono per raccontare il viaggio emotivo del protagonista, Josef, alla ricerca di sé tramite l’incontro con l’altro, in questo caso Josephine.
Il coccodrillo diventa così il mezzo per raccontare del proprio io interiore, il canto del coccodrillo, che si sviluppa e cresce dentro ognuno di noi ma che ci può spaventare e far male, perchè ci rende diversi dagli altri ma che nel momento della sua accettazione ci rende unici, ci rende noi stessi.
Gli attori sulla scena Jacopo Fracasso e Giuseppe Palasciano, sono molto espressivi e lo spettacolo risulta ironico e delicato nello stesso tempo, interpretano uno una vecchina e l’altro un ragazzo giovane, questa differenza di età evidente porta gli spettatori grandi e piccini a interrogarsi non solo sulla conoscenza di se stessi, e sulla conoscenza con l’altro ma anche nel rapporto con il più grande, il genitore, per tutto il primo pezzo dello spettacolo a vegliare sul loro incontro c’è infatti una cicogna.
Tutto lo spettacolo è organizzato come un viaggio capace di toccare moltissime emozioni, dall’amore, alla gioia, al piacere della scoperta, alla paura, alla solitudine, alla rabbia, alla tristezza, rendendole tutte parte del gioco e non facendo sentire nessuno di questi sentimenti inadatto o fuori luogo.
Lo spettacolo è adatto anche ai bambini, le risate sono assicurate insieme ad una profonda riflessione su se stessi e sul proprio canto, ma anche gli adulti alla fine della rappresentazione avranno la loro dose di ragionamento da compiere. Che male non fa.