Trapero racconta i traumi argentini e due sorelle nella venefica quietud di famiglia

In Cinema

Martina Gusman, Bérénice Bejo e Graciela Borges (l’incombente madre) sono le grandi protagoniste di “Il segreto di una famiglia”, che l’ottimo regista ha girato quattro anni dopo il premiato “Il Clan”. Il ritrovarsi di Eugenia e Mia nell’enorme tenuta dove sono nate scatena una drammatica serie di rese dei conti: tra passato e presente, Parigi e Buenos Aires, matrimoni falliti e oscuri segreti economici

Eugenia e Mia, due sorelle legate da un rapporto tanto forte quanto inquietante, sono le protagoniste di Il segreto di una famiglia, il nuovo film del 47enne regista argentino Pablo Trapero. Eugenia (Bérénice Bejo) è appena tornata a casa, nella sterminata tenuta di famiglia immersa nella pampa argentina. Da molti anni vive a Parigi, la città in cui aveva abitato anche da adolescente, seguendo il padre diplomatico, ai tempi della dittatura del generale Videla. In Francia ha lasciato un uomo non particolarmente amato, e un matrimonio messo in pausa dall’estenuante attesa di un figlio che tarda ad arrivare.

Mia (Martina Gusman, moglie del regista), invece, non se n’è mai andata da La Quietud, questo il nome della tenuta e anche il titolo originale del film. È rimasta a vivere all’ombra di una madre ingombrante (Graciela Borges, star delle telenovelas argentine) e di un padre amatissimo (Isidoro Tolcachir), che però ha appena avuto un ictus devastante ed è ridotto alla stregua di un vegetale. E proprio al capezzale del genitore riaffiorano con virulenza vecchi rancori e inediti risentimenti, paure e tensioni, rabbie sopite e inconfessabili segreti, portando lo scompiglio in questa grande famiglia assai privilegiata e quasi altrettanto infelice.

Non ci sono soltanto personaggi femminili in questo film potente e sensibile, ma gli uomini sembrano rivestire in gran parte ruoli di contorno. Si muovono sul palcoscenico della vita con apparente autorevolezza, ma in realtà restano relegati sullo sfondo. In primo piano rimane infatti sempre il triangolo amoroso fra una madre e due figlie, una figura geometrica instabile e ambigua, che si nutre di menzogne anche e soprattutto quando rivendica il bisogno assoluto di una qualunque verità.

È un rapporto viscerale quello che lega le tre donne, e il regista/sceneggiatore non ha paura di mostrarlo dal di dentro, scandagliando l’intimità della madre e soprattutto delle due sorelle, in una serie di scene che possono risultare piuttosto disturbanti, a partire da quella (quasi iniziale, e forse per questo ancor più scioccante) in cui Eugenia e Mia si masturbano insieme, rinsaldando il loro legame quasi simbiotico e al tempo stesso sfidandosi su un terreno sempre più scivoloso e inquieto.

Trapero, Leone d’Argento alla mostra del cinema di Venezia nel 2015 per il notevole Il Clan, racconta ancora una volta una storia di famiglia sullo sfondo della tragica storia dell’Argentina, fra sanguinarie rappresaglie militari e catastrofiche crisi economiche. E ancora questa volta non ha paura di confrontarsi con i tanti scheletri nascosti negli armadi della nazione, prendendo una posizione netta nei confronti della dittatura dei militari, ma anche e soprattutto nei riguardi di coloro che hanno saputo approfittare di tutti i possibili vantaggi della situazione, e riuscendo sempre a evitare di sporcarsi direttamente le mani.

Il segreto di una famiglia di Pablo Trapero, con Martina Gusman, Bérénice Bejo, Edgar Ramirez, Joaquín Furriel, Graciela Borges, Isidoro Tolcachir

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