Lorene Scafaria dirige Jennifer Lopez, Constance Wu e un gruppo di ragazze sveglie in “Hustler”, una commedia non banale sull’America d’oggi. In cui si capisce come “sfruttare” uomini vogliosi, danarosi e incravattati e sopravvivere poi alla più grande crisi economica vista di recente al mondo
Prendete una discoteca dei bassifondi newyorkesi, un palo da pole dance, luci soffuse, un manipolo di uomini dell’alta finanza e verrà fuori Le ragazze di Wall Street (in originale Hustlers) della sceneggiatrice e regista americana Lorene Scafaria, film che ha come protagonista un’insolita Jennifer Lopez in compagnia di Constance Wu. Insieme ad altre due ragazze formeranno un gruppo dedito a truffare gli uomini ricchi e ingenui di Wall Street che vanno tutte le sere a ubriacarsi e ballare con le spogliarelliste del locale in cui lavorano. Solo così potranno permettersi di vivere nello sfarzo, senza pensieri e lontane dai problemi. Un evento catastrofico, però, le farà tornare coi piedi per terra, e con loro molta altra gente: nel 2008 arriva e una delle crisi più nere, finanziarie e sociali, che gli Stati Uniti abbiano mai visto post-1929. Tirarsi su sarà dura: il film parla anche di questo e il fatto che sia ispirato a una storia vera lo rende ancora più interessante.
Inizialmente sembra un susseguirsi di avvenimenti già visti più volte sul grande (e piccolo) schermo: c’è la nuova ragazza che arriva nel locale e deve adattarsi ai ritimi (Constance Wu), la diva che la “salva” (Jennifer Lopez), l’ascesa, la caduta e infine la risalita. Tralasciando alcuni tratti narrativi, il film vale la visione anche solo per l’interpretazione stratosferica della Lopez, che si destreggia tra lap dance, sorrisi sgangherati e vestiti da ventenne. Si tenga presente che l’attrice di anni ne ha 50, ma nel film ne dimostra 30 e si muove come ne avesse 20, con una naturalezza da far venire i brividi.
Quasi tutto il film si svolge su ad almeno 12 centimetri da terra, su tacchi vertiginosi e imponenti. La regista Lorene Scafaria sottolinea che non è stato semplice da girare, perché voleva evitare il più possibile di mercificare il corpo delle donne, valorizzando la loro lotta per la sopravvivenza piuttosto che il lavoro di dancers in un locale dove se non ti muovi in modo sensuale non ti guarda nessuno. Certo, le scene dove Lopez o Wu aprono completamente le gambe in spaccate lunghissime o sono molto poco vestite non mancano, ma fa parte del gioco (e della trama).
Quanto c’è di più interessante, invece, è il modo in cui vengono rappresentati gli uomini. Tutti uguali, come fossero usciti da uno stampino. Giacca e cravatta, sorriso maligno, soldi in contanti, scarpe (e capelli) laccati. Alcune scene li mostrano nei loro due habitat: uno, il lavoro dove grondano sudore e tensione, l’altro il club dove invece si lasciano andare a ogni desiderio e impulso di trasgressione, l’importante è che venga accettata la loro carta di credito. Forse per questo le ragazze pensano sia facile truffarli, e, finché non arriva la crisi e il locale resta pieno di clienti, in effetti è un gioco da ragazze.
A questo punto vien da chiedersi quale sia la morale del film. Si può rispondere su due livelli: uno, più superficiale e schietto, l’altro più in profondità, se si vuole filosofico. Il primo mostra quanto l’unione e la fiducia tra amici e/o persone appartenenti allo stesso gruppo di lavoro come lo sono le ragazze del film faccia la differenza. Se una delle pedine sbaglia o va controcorrente rispetto all’idea originale del gruppo, rischia di far crollare tutto il sistema. L’amicizia e l’attenzione ai particolari sono elementi fondamentali nel film, questi ultimi sottolineati da alcune sequenze cinematografiche molto interessanti, nelle quali una scena viene ripetuta più volte con figure diverse senza mai risultare noiosa.
Guardando tutta la faccenda da un punto di vista più profondo, invece, si evince quanto la povertà, il problema di come arrivare a fine mese e poi la voglia di avere sempre di più portino a commettere azioni di cui poi ci si pente, o che comportano forti conseguenze da pagare. Quanto si puo’ spingere in là un essere umano per arrivare al proprio obiettivo? A questa e altre domande risponde il film, che infatti può anche essere visto, in sostanza, come la versione femminile di The Wolf of Wall Street.
Le ragazze di Wall Street di Lorene Scafaria, con Constance Wu, Jennifer Lopez, Julia Stiles, Keke Palmer, Lili Reinhart, Lizzo, Cardi B.