Otto film e mezzo, più script da Oscar e camei da attore. Tutto questo è Quentin Tarantino, raccontato in un bio-pic dove parlano tanti suoi attori e si raccontano episodi, di set e no, retroscena, aneddoti, riflessioni. L’ha ben confezionato Tara Wood, autrice nel 2014 di un documentario simile su Richard Linklater. Sullo sfondo la Hollywood sfavillante e caotica, geniale e riprovevole degli ultimi 30 anni
C’è chi arriva al successo immediatamente, da giovanissimo, e poi magari si perde per strada, e chi lo raggiunge dopo una lunga e faticosa gavetta. E chi, pur meritevole, non ci arriva mai. Quentin Tarantino, raccontato ora in QT8, il bel documentario di Tara Wood (che nel 2014 ha fatto un’operazione analoga ripercorrendo la carriera di Richard Linklater) è tra quelli capaci di farsi subito notare con le sue due prime sceneggiature, diventate Una vita al massimo di Tony Scott e Natural Born Killers di Oliver Stone. Ma soprattutto con il primo film che ha girato ormai quasi 30 anni fa, Le iene (Reservoir Dogs, 1992) finanziato anche grazie ai 20.000 dollari guadagnati apparendo come sosia di Elvis Presley nella serie tv Cuori senza età (The Golden Girls).
Un film realizzato con un budget ridottissimo, tanto che – come racconta Michael Madsen, uno dei tanti ospiti/protagonisti che raccontano il regista del Tennessee – le “divise” dei rapinatori chiamati con nomi di colori (completo nero e camicia bianca) provenivano in gran parte dai guardaroba degli stessi attori, e a volte giacca e pantaloni erano anche spaiati, ma con tutto il sangue che ci veniva versato sopra, a litri, non si notava nemmeno. Un esordio baciato da un successo immediato: Le iene, presentato a Cannes, trasforma il giovane Tarantino (a malapena trentenne) nel regista che tutti vogliono conoscere, con il quale tutti vogliono lavorare, a partire da un certo Harvey Weinstein, allora potentissimo produttore.
Poi è la volta di Pulp Fiction, Palma d’oro al Festival di Cannes 1994, ma soprattutto film spartiacque: perché c’è un prima e c’è un dopo Pulp Fiction, e non si può fare a meno di riconoscerlo, anche nella (malaugurata) ipotesi di non essere fan di Quentin. Seguono poi gli altri film, in una magnifica cavalcata di emozioni raccontate dalla viva voce di molti degli interpreti del suo cinema. Alcuni mancano e ci si chiede perché, ma in fondo non importa, perché nelle immagini dei film sono tutti presenti. E comunque c’è spazio per una gran quantità di curiosità e aneddoti piacevoli, ma anche per interessanti riflessioni sugli ingredienti del cinema di Tarantino, dall’uso strepitoso di brani musicali fin troppo noti per creare colonne sonore di inedita bellezza, alla capacità tutta sua di mettere in scena personaggi femminili di rara potenza, dalla indimenticabile Pam Grier in Jackie Brown alla impavida Beatrix, vendicatrice di Kill Bill.
La magnifica carriera di un regista diventato leggenda ritorna in un documentario dedicato a tutti i fan, che si può vedere sulla piattaforma MioCinema, con un bel mix di animazioni originali e interviste, spezzoni di film e retroscena inediti, aneddoti buffi, riprese dei set e video di archivio. Una visione interessante, curiosa, divertente, un prodotto costruito con professionalità ma senza particolari guizzi, capace tuttavia di raggiungere il suo obiettivo: farci venire voglia di rivedere tutti i film di Quentin Tarantino, compresi quelli che magari all’epoca ci erano piaciuti di meno.
QT8 – Tarantino, documentario di Tara Wood, con Zoë Bell, Louis Black, Bruce Dern, Robert Forster, Jamie Foxx, Richard N. Gladstein, Samuel L. Jackson, Jennifer Jason Leigh, Diane Kruger, Lucy Liu, Michael Madsen, Eli Roth, Tim Roth, Kurt Russel, Christoph Waltz