Serie tv, i top e i flop 2021, le novità 2022

In serieTV, Weekend

Ci hanno tenuto compagnia nell’assai casalingo 2021, ci hanno entusiasmato o deluso. Ecco a insindacabile giudizio di Cultweek le scelte che, insieme alle novità del 2022, valgono anche come consigli per le lunghe serate che ci aspettano

IL FLOP: Foundation (Apple Tv+)
In teoria, una serie fantascientifica tratta dall’epopea più spettacolare di Isaac Asimov. In pratica, dopo la prima stagione non c’è traccia né della saga di Asimov, né di una qualsiasi forma di fantascienza degna di questo nome: quasi dieci puntate per vedere un’astronave o poco più, personaggi freddi come robot, effetti speciali non pervenuti. Al di là delle polemiche, più o meno pretestuose, sulla pesca a strascico nel politically correct per assemblare un cast da manuale Cencelli, Foundation ci ricorda quanto sia labile il confine tra quel che oggi si può onorevolmente definire serie TV a tutti gli effetti, con una sua dignità cinematografica, e il semplice telefilm a basso costo di una volta. Episodi da un’ora l’uno, fatti quasi esclusivamente di primi piani e dialoghi sui massimi sistemi, come la peggiore e più pretenziosa delle telenovelas, ma in tutine di pelle. Per feticisti del binge watching: gli altri (ahimè, fan di Asimov compresi) cambino pure canale e guardino altrove. Per esempio…

IL TOP: Loki (Disney+)
Anche nel panorama delle serie TV, casa Marvel è una delle poche capaci di mantenere sempre ciò che promette, nel bene e nel male. Tra alti e bassi, forse, ma riuscendo nell’impresa non scontata di trasferire sul piccolo schermo la stessa professionalità mostrata nei lungometraggi cinematografici. In questo, Loki è indubbiamente il fiore all’occhiello di quanto visto fin qua: non è la più spettacolare tra le miniserie targate MCU (The Falcon and the Winter Soldier o l’ultima Hawkeye sono decisamente più adrenaliniche), ma è senza dubbio quella che meglio di tutte combina buone idee e una realizzazione che nulla avrebbe da invidiare a un prodotto distribuito nelle sale anziché in streaming. La perla, però, è quell’ambientazione fantascientifico-delirante che fa tanto Guida Galattica Per Autostoppisti, presente a mani basse nel primo episodio, e pronta a riaffiorare nei successivi quando meno te lo aspetti. Non è un caso, infatti, che tra i pur ottimi Tom Hiddleston e Sophia Di Martino, la parte del leone la faccia un certo Owen Wilson… (Stefano Benedetti)

Tra top e flop: The Morning Show, seconda stagione (prima sì, poi no, infine nì) (Apple Tv+)
Ambizione o redenzione? Se nella prima serie di The Morning Show a tenere il tempo delle dieci puntate era il sogno di riscatto della cronista di provincia (abile, ma sconosciuta; talentuosa, ma tutta da costruire; idealista, ma a un passo dal fallimento) che si trova catapultata per capriccio e per dispetto a condurre la più popolare trasmissione americana del mattino, nella seconda serie il successo conquistato non è apice, ma punto di vista. È la rincorsa al potere a svelare, infatti, ombre e luci del microcosmo del network dentro al quale Alex Levy e Bradley Jackson sono prima antagoniste, poi co-conduttrici, quindi alleate, forse reciprocamente apprendenti l’una dall’altra. 
Superare il botto dello scandalo sessuale che ha spazzato via Mitch Kessler (lo storico partner giornalistico della stella Alex) non è, infatti, il più: anche l’assenza incide, e persiste.
La domanda sottaciuta, e rimandata di continuo da un personaggio all’altro, è: quanto profondamente incistato nella mentalità è il male, all’interno di una professione che si nutre parimenti di principi e di apparenza? E, di seguito: quanto si è disposti a rinunciare a sé per conquistare? quanto la connivenza fa chiudere gli occhi lì dove vanno spalancati? infine: quale è il senso dell’innocenza, se la medesima ombra tiene legati tutti, dall’ultimo dei cameraman fino alla scrivania di cristallo del più facoltoso produttore?
Alex e Mitch cercano entrambi un esilio: ma mentre nella prima la pacificazione dura poco, Mitch – traslato in un buen retiro italiano su qualche sponda di un Lago Maggiore che pare a tratti la costiera amalfitana – si avvicina all’annientamento. 
L’Alex-centrismo è la parte che fa un po’ più acqua. Jennifer Aniston è brava, bravissima, ma al suo personaggio ne succedono talmente tante che il patto con lo spettatore (anche quello più appassionato e condiscendente) viene messo a dura prova: crudele ma buonissima, pura ma pronta a darsi in pasto per lo share, alla ricerca di una nuova purezza ma disposta a giocarsi l’unico legame sincero per salvarsi. E molto, molto altro.
Interrotta dagli eventi pandemici poco dopo l’inizio delle riprese, la serie, prodotta da Apple Tv, è forse tra le prime ad accogliere gli eventi della nostra più recente storia come materiale narrativo, dandogli un taglio di cronaca. 
Sulle notizie di The Morning Show compaiono infatti le prime avvisaglie della pandemia: viene rimessa in scena la crisi mondiale attraverso stralci di informazione autentica, e nelle reazioni dei personaggi, nei loro commenti, negli errori, nel crescente senso di allarme, nella spettacolarizzazione, nelle false certezze si crea una risonanza con il nostro vissuto che è tra le parti più interessanti della serie. Cameo di Valeria Golino, che interpreta una giornalista italiana: sgarrupata ma fascinosa, a bordo di un’auto che sarebbe stata considerata storia anche ai tempi della Milano violenta, vistosa compulsatrice di libri in folio pubblicati a occhio tra il Sette e l’Ottocento (perché?), pronta sempre a stappare bottiglie (ma non era in bolletta?). Bizzarro concentrato, forse, di quello che, dall’America si può pensare che sia il fare giornalismo in Italia. (Michela Fregona)

IL TOP: Maid (Netflix)
In una stagione seriale ricca per qualità e quantità, ed anche per gli incroci di generi che ripescano dal vecchio cinema perfino il western (Virgin River), due sono i titoli meritevoli di molte stellette e memorie. Uno è l’americano Maid che è una specie di neo realismo Netflix ispirato al memoir di Stephanie Land, una domestica che lavora a ore per una bassa paga e con un bambinetto appresso. In 10 puntate la serie di Molly Snmith Metzler passa dal dramma alla commedia, dal grottesco al naturalismo estremo, facendo fiorire relazioni diverse, tentativi sentimentali ma soprattutto una stranissima coppia di madre e figlia interpretate da Andie Mac Dowell e Margaret Qualley, classe ’94, che abbiamo visto nell’ultimo film di Tarantino e come editor in Un anno con Salinger. Qui è la vittima di turno, l’umiliata e offesa dal mondo, ma provvista di una dignità che trasmette anche al film ed è uno dei suoi doni in uno stile intelligente e provocatorio anche nei confronti dell’arte e con un pizzico di ironia sulla follia snob. L’altra, strana, serie è Midnight mass, di Mike Flanagan (regista horror che deve farsi perdonare anche il seguito di Shining) che è un mix tra L’esorcista e Luci d’inverno di Bergman. Racconta l’arrivo di un carismatico ma pericoloso sacerdote in seno a una piccola comunità sperduta in un’isola, giocando con temi importanti come i miracoli e la fede, mescolando le carte, ogni tanto barando con gli effetti, ma insomma prendendo al lazo l’attenzione con tutti i mezzi spirituali e non.

IL FLOP: Nine perfect strangers (Amazon Prime)
Nonostante Nicole Kidman in versione insopportabilmente new age (ma si farà perdonare con A proposito dei Ricardo su Amazon Prime, diventando per incanto Lucille Ball, la divina capofila delle mogliettine middle class americane degli anni ’50), la serie più retorica, prevedibile e molesta dell’anno resta Nine perfect strangers che si svolge in un ridicolo centro benessere che promette nuova salute contro il logorio del mondo moderno, come diceva una vecchia pubblicità. (Maurizio Porro

BILANCIO 2021, ASPETTATIVE 2022

Ed eccoci ai soliti bilanci di fine anno. La televisione è stata buona o cattiva con noi, prodiga o avara? Cosa ci è rimasto di quest’anno di serie tv? Di seguito la mia personale classifica del 2021, senza un particolare ordine di apprezzamento (e non ditemi che ne vedo troppe, lo so!).  E cosa aspettarci dal 2022.

  • We Are Lady Parts 1, Channel 4 4 Una band di ragazze musulmane in Inghilterra. Intelligente e deliziosa, una delle mie favorite.
  • Reservation Dogs 1, Hulu. Quattro ragazzi pellerossa nel desolato Oklahoma degli anni 2000. Diversa da tutto, bella proprio per questo.
  • Omicidio A Easttown, miniserie su HBO. Ne hanno parlato tutti, bella e con una grande Kate Winslet. E poi quel giusto di depressivo. 
  • The Beatles: Get Back, Disney +. Tre puntate di perfezione pura che fanno capire perché i Beatles saranno sempre i migliori.
  • Maid miniserie su Netflix. Bella e con una bravissima Margaret Qualley, anche se davvero ci si chiede che razza di paese sia l’America.
  • Sex Education 3, Netflix. Una delizia anche la terza stagione, attendo con ansia la quarta.
  • Ted Lasso 2 Apple Tv. Anche la seconda stagione del personaggio creato da Jason Sudekis non delude, la bontà, ma soprattutto il desiderio di vedere il meglio negli altri. Superlativo l’episodio n° 10, il miglior modo di raccontare un funerale.
  • The Good Fight 5, Paramount +. Questa serie che parla di avvocati è una delle migliori sul mercato, Non tradisce mai e si reinventa a ogni stagione.
  • Shtisel 3, Netflix. Finalmente, dopo qualche anno di pausa, una delle migliori serie tv è tornata con la terza stagione ed è sempre più bella, profonda e piena di sensibilità.
  • Never Have I Ever 2, Netflix. La serie creata da Mindy Kaling su una giovane liceale indo-americana continua a far ridere molto.
  • The Great 2, Hulu. La serie che ha come protagonisti Caterina la Grande e lo zar Pietro suo marito (con infinite libertà creative) continua a dare grandi soddisfazioni. Oltre a essere una festa di colori e di abiti meravigliosi, è un piacere vedere Dakota Fanning e Nicholas Hoult destreggiarsi fra intrighi e colpi di stato.
  • Loki, DISNEY +. Loki è diventato grande e dopo aver fatto tanto soffrire, soffre a sua volta. E questo aggiunge spessore al personaggio. 
  • The Pursuit Of Love, miniserie su Bbc. Dal meraviglioso libro di Nancy Mitford con lo stesso titolo, l’ennesima versione televisiva. Bellissima visivamente, anche se i personaggi sono un filo superficiali. Lily James deliziosa come sempre.
  • Scenes From A Marriage miniserie su Hbo. Jessica Chastain e Oscar Isaac al posto di Liv Ullmann ed Erland Josephson. Non è la stessa cosa, ma funziona lo stesso.
  • The White Lotus 1, Hbo. Una serie per farci capire quanto sono stronzi gli americani ricchi. Bella, ma lo sapevamo già.
  • The Chair, Netflix. Una donna e asiatica direttrice di facoltà, in una serie che, in un episodio in particolare, ci fa capire il clima delirante delle università americane fra politically correct e cancel culture.
  • Bridgerton 1, Netflix Alla fine l’ho vista, nonostante tutte le mie resistenze. Avrei anche potuto non guardarla, Jane Austen si sta ancora rivoltando nella tomba.
  • Pretend It’s A City, miniserie su Netflix. Il ritratto che Scorsese fa della scrittrice e intellettuale Fran Lebowitz è bello e irritante allo stesso tempo. Così di parte, così newyorkese, così tutto giusto.
  • Modern Love 2, miniserie su Amazon Prime. Menzione speciale del primo e dell’ultimo episodio, entrambi “inglesi” in questa serie americana. 

NI
Schmigadoon!, Apple Tv. Questa breve serie con molti dei protagonisti del SNL americano, l’unica ragione per la quale me la sono andata a guardare, funziona a metà. 

FLOP
Foundation, Apple Tv. La versione televisiva della Fondazione di Asimov è tanto bella visivamente quanto incredibilmente noiosa e soporifera.
The Morning Show 2,  Apple TV. La seconda stagione di una serie iniziata bene, è così deludente e irritante da creare profondo imbarazzo.

COSA NON HO VISTO E VORREI VEDERE 

  • Hacks, HBO. La serie racconta le vicende di un’attrice agèe, ed è interpretata da Jean Smart, l’attrice che fa la madre della Winslet in Omicidio a Easttown. Pare sia ottima e lei spacca. 
  • Anna, Sky. Me la sono persa, ma vorrei proprio vedere la serie di Ammanniti.
  • Succession, HBO. Celebratissima, io purtroppo mi sono fermata alla prima stagione perché non riuscivo a sostenere la frustrazione di Kendall, il personaggio interpretato da Jeremy Strong. Ma voglio riprovarci e soffrire in silenzio.
  • What We Do in the Shadows, FX. La serie di Taika Waititi (il regista di Jo Jo Rabbit) sui vampiri a Staten Island non si può mancare.
  • Midnight Mass, NETFLIX. 
  • Dickinson 3, Apple TV. Mi mancano tutte e tre la stagioni della serie su Emily Dickinson, ma conto di rifarmi in fretta.

E per concludere cosa aspettarsi dal 2022

  • Landscapers, miniserie su Hbo. Con Olivia Coleman e David Thewlis, su una coppia di assassini inglesi negli anni ’80. Cos’altro aggiungere.
  • A Very British Scandal, BBC. Con Claire Foy e Paul Bettany sullo scandaloso divorzio fra il Duca e la Duchessa Argyll negli anni ’50 (una sorta di sequel di A Very English Scandal, altro scandalo inglese di quegli anni). Again, cos’altro si può aggiungere: grandi attori, grande BBC.
  • Peaky Blinders 6, BBC 2. Siamo tutti in trepida attesa della sesta e ultima stagione, no?
  • After Life 3, Netflix. Appena uscita, corriamo tutti a vederla!
  • Atlanta 3, FX. La serie creata da Donald Glover (o da Childish Gambino, a seconda se siete dei suoi fan musicali) e ambientata ad Atlanta, torna dopo più di cinque anni dalla prima stagione. Non rimane che guardarla.
  • Euphoria 2, Hbo. La seconda stagione della serie con Zendaya arriva finalmente dopo una lunga pausa dovuta al Covid. Siamo pronti.
  • The Gilded Age, Hbo. Una nuova serie di Julian Fellowes, quello di Downton Abbey, questa volta ambientata negli Stati Uniti di fine ‘800, la stessa epoca dell’Età dell’Innocenza di Edith Wharton. Mi aspetto qualcosa di buono.
  • Barry 3, Hbo. La serie creata da Bill Hader ha dovuto sopportare un lungo stop per il Covid, ma felicemente le avventure di questo killer professionista che vuole diventare attore saranno presto sul piccolo schermo con una terza stagione.
  • The Marvelous Mrs. Maisel 4, Prime. Vediamo come va questa nuova stagione, speriamo con una Mrs Meisel un po’ meno vincente e un po’ più di spessore.
  • Pam & Tommy, Hulu. La serie su Pamela Anderson e Tommy Lee, potrebbe essere ottima come terribile. Come sempre, confidiamo su Lily James.
  • Russian Doll 2, Netflix. Anche questa torna dopo un po’, speriamo bene.
  • The Flight Attendant, Hbo MAX. L’hostess Kaley Cuoco torna in tv, e noi siamo pronti a decollare con lei. (Francesca Filiasi)

In apertura, A Very British Scandal, una delle novità 2022 targate BBC.

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