La Fondazione di largo Mahler ha partorito un importante progetto: l’Orchestra Sinfonica Giovanile di Milano. Battezzata l’11 dicembre scorso, si ripresenta all’Auditorium il 2 aprile con un programma innovativo e un direttore under 30
Sul finire del 2021 è nata una nuova orchestra, l’Orchestra Sinfonica Giovanile di Milano. L’evento è accolto con i più lieti festeggiamenti perché è noto quanto sia raro al giorno d’oggi assistere a simili iniziative. Ebbene, dopo il concerto inaugurale dell’11 dicembre che ha proposto il primo concerto per violino e orchestra K.207 di Mozart, con Francesca Dego solista, e la settima sinfonia di Beethoven, ci apprestiamo ad assistere, sabato 2 aprile all’Auditorium di Largo Mahler al secondo concerto di questa giovane istituzione.
Ma prima di parlare della serata in questione vale la pena spendere qualche riga per raccontare la nuova formazione e le sue peculiarità. L’Orchestra Sinfonica Giovanile ha la particolarità di essere composta interamente da giovani under 25 che si approssimano a terminare il proprio percorso di studi, qualcosa di piuttosto anomalo nel panorama attuale. In pratica l’iniziativa offre la possibilità di un corso di formazione biennale durante il quale gli strumentisti selezionati saranno affiancati dalle prime parti dell’Orchestra Sinfonica G. Verdi, che li guideranno, concerto dopo concerto, in un contesto molto stimolante. Proprio come, anticamente, gli artisti “andavano a bottega” per imparare il proprio mestiere.
Diamo ora uno sguardo al concerto di sabato sera. Innanzitutto, il programma proposto è formato da un dittico piuttosto originale che non passa inosservato e merita di essere commentato. A fianco di un pezzo di repertorio immortale, quale è la nona sinfonia La grande di Schubert, sta un brano che pochi di voi non solo avranno ascoltato ma perfino sentito nominare, Fanfares Liturgiques di Henri Tomasi. Compositore e direttore d’orchestra francese, Tomasi incarna insieme a Poulenc, Milhaud e Honegger lo spirito della cultura e della musica parigina degli anni Trenta.
Fanfares Liturgiques è una musica dal sapore modernista in cui politonalità e modalità la fanno da padrone, così come le figure ritmiche incisive e l’andamento enfatico di temi e sezioni dell’opera, proprio come nelle opere dei suoi più noti colleghi. Il timbro è curato e risente delle lezioni di Stravinskij e di Ravel e si serve di un’orchestra di fiati e percussioni. A livello interpretativo questa musica richiede una particolare attenzione poiché la sua sintassi non è sempre naturale e intuitiva. D’altra parte entrambi i brani sono notevolmente impegnativi per l’orchestra e sarà interessante vedere come quest’ultima affronterà la sfida. È noto, infatti, che la nona sinfonia di Schubert non venne eseguita durante la vita dell’autore proprio a causa della difficoltà delle parti e delle troppo ampie dimensioni; non certo un lavoro per principianti.
A prendere le redini dell’orchestra sarà un altro giovane (classe 1993), il tedesco Thomas Guggeis. Il suo talento è stato notato per la prima volta nel 2018, quando ha sostituito Christoph von Dohnanyi in una Salome berlinese. Da allora Guggeis non ha fatto altro che cavalcare l’onda del successo ottenendo premi e riconoscimenti sbalorditivi, tanto da renderlo un nome ormai noto nel panorama internazionale. Nel 2020 è stato nominato Staatskapellmeister alla Staatsoper di Berlino, divenendo così il più giovane direttore d’orchestra ad aver mai ricoperto questo ruolo. Inoltre è stato recentemente selezionato come successore di Sebastian Weigle dell’Oper Frankfurt, a partire dalla stagione 2023/2024. Insomma, un curriculum davvero niente male. A rendere la serata particolarmente interessante, quindi, concorre anche la possibilità di ascoltar dirigere questo astro nascente in un momento particolarmente felice della sua carriera.
È bello veder nascere una nuova orchestra ed è ancora più soddisfacente seguirla nello sviluppo e nella formazione, di partitura in partitura, direttore in direttore. È significativo che dopo un primo concerto di omaggio alla tradizione, sotto la bacchetta del direttore Andrea Oddone, nel secondo concerto il programma strizzi l’occhio al primo Novecento e a un repertorio ancora inesplorato. Non possiamo che augurarci che sia soltanto l’inizio di un percorso che non perda la spinta e ambizione che pare avere. Intanto godiamoci Henri Tomasi e Schubert nell’interpretazione dell’Orchestra Sinfonica Giovanile di Milano guidata da Thomas Guggeis.
Foto di copertina di Angelica Concari