Il sequel del kolossal che ai tempi fece aumentare del 500% gli arruolamenti nell’aviazione Usa è ancora tutto sulle spalle del sorridente protagonista, che oggi ha raggiunto i 60 (anni), ma tiene botta. E il regista Jospeh Kosinski nulla aggiunge e nulla toglie ai fortunati ingredienti del vecchio successo. Così, è solo una questione di aspettative: per i fan delle spettacolari evoluzioni nei cieli il film non delude, agli altri non mancherà la sensazione di déja vu. Con Jennifer Connelly, Val Kilmer, Miles Teller
Still feeling the need – the need for speed? Nessun problema. Top Gun: Maverick è come una colazione
iperproteica all’americana in uno di quei diner da cartolina, con pancakes, caffè filtrato, uova, pancetta e
tutto il resto. Non sarà un pasto gourmet, e ogni ingrediente, preso singolarmente, avrebbe probabilmente un sapore plasticoso e preconfezionato, ma mischiato tutto quanto assieme, nel giusto contesto e con le giuste aspettative, ne viene fuori tutto sommato un’esperienza senza sorprese e gustosa quanto basta, purché da concedersi con moderazione. Quel che invece sorprende (o forse no, in realtà, visto anche il titolo di questo sequel) è che a tenere in quota le due ore abbondanti di proiezione sia ancora e sempre lui, mister “don’t give me that look” Tom Cruise, con la solita aria furba di chi sa che basta un sorrisetto, anche a sessant’anni suonati, per ammaliare platee di spettatori, oggi come allora. Non che stavolta manchino comprimari di ottimo livello, dalla sempre splendida Jennifer Connelly al giovane Miles Teller, già eccellente protagonista di Whiplash. Attorno a loro, però, una prevedibile sfilza di bellocci di ogni genere, occhio azzurro, mascella squadrata e addominale da rivista, compone il cast di un war movie a tratti così hollywoodiano da sforare il ridicolo.
D’altra parte sarebbe perfettamente inutile, come ai tempi del primo Top Gun di Tony Scott (1986, in
pieno periodo Reagan anche sul grande schermo), aspettarsi qualcosa di più profondo o impegnato, magari addirittura una denuncia della retorica a buon mercato che impregna ogni immaginario militarista. La saga degli aviatori capitanati dallo spericolato Pete “Maverick” Mitchell resta ciò che è sempre stata, ovvero un costante inno al machismo a stelle e strisce da pubblicità dei blue jeans, fatto di high five, pollicioni alzati, muscoli unti e partite a football sulla spiaggia al tramonto. Questione di aspettative, dunque: nello tsunami di revival della cultura anni ’80 che ha travolto la cinematografia americana negli ultimi anni, la resurrezione di un’iconografia fatta di assoluti e stereotipi è probabilmente lo scotto da pagare per il debito di idee che affligge sceneggiatori e registi oltreoceano. Provare ad aggiungere o richiedere, a un prodotto come Top Gun, una complessità che semplicemente non gli appartiene, sarebbe come cercare di condire un hot dog con una salsa da nouvelle cuisine.
Eppure, il regista Joseph Kosinski qualcosa sui pericoli del sequel fuori tempo massimo dovrebbe averla imparata, dopo essersi già impantanato dietro la macchina da presa di Tron: Legacy, seguito inutile e sconclusionato di un altro cult di quarant’anni fa. Peccato, perché, in compenso, la sua collaborazione precedente con Tom Cruise aveva dato vita al discreto Oblivion, gioiellino fantascientifico originale (niente sequel, prequel, remake o simili) scritto dallo stesso regista, low-budget ma ben diretto e ricco di buoni spunti. E invece eccolo qua, più realista del re, pronto a confezionare un prodotto abbastanza furbo da essere infarcito di continue citazioni grandi e piccole, senza aggiungere nulla se non quel che già c’era e che ora c’è forse fin troppo. Al film di Kosinski mancano solo i boccoli biondi di Kelly McGillis e Take My Breath Away, ma il resto è ancora tutto lì, dalla colonna sonora originale fin dai titoli di testa al faccione gonfio di un quasi irriconoscibile Val Kilmer, pronto a riprendere i panni del nemicoamico “Iceman” nonostante i gravi problemi di salute.
Nel complesso, dunque, al netto di alcuni momenti ben girati (ma in questo già il film dell’86 era
sorprendentemente avanti) Top Gun: Maverick è un film palesemente destinato solo ed esclusivamente ai fan più accaniti dell’inossidabile Tom Cruise o a chi, dopo il primo episodio, era corso a comprarsi Ray-Ban, moto e giacca da aviatore con le toppe. Per loro, dopo due anni in naftalina dal primo annuncio ufficiale, le nuove evoluzioni aeree di Maverick e compagni, girate quasi esclusivamente dal vivo e senza CGI come era stato per il primo Top Gun, avranno il sapore di una rimpatriata scolastica di mezza età con famiglie al seguito. Ma se l’originale di Tony Scott si era rivelato da subito un potenziale cult movie, tanto da regalare all’aviazione americana un incremento del 500 % nelle domande di arruolamento, per le nuove generazioni di spettatori servirà sicuramente (e fortunatamente) qualcosa in più.
Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski, con Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Val Kilmer, Jon Hamm, Glen Powell, Monica Barbaro, Lewis Pullman, Ed Harris