Lella Costa e Serena Sinigaglia presentano le novità del teatro di cui sono direttrici artistiche
Se l’anno scorso, al primo anno del nuovo corso del teatro Carcano c’era l’emozione e i fuochi d’artificio della prima volta, l’allegro spaesamento della novità – della dirompenza, a suo modo – della direzione artistica affidata a Lella Costa e Serena Sinigaglia (in rigoroso ordine alfabetico) all’alba di questo secondo anno – e il secondo album, progetto, libro, gli artisti lo sanno. è sempre il più difficile – c’è la gioia quieta della conferma. Perché dopo il primo anno, l’azzardo e la scommessa dell’emersione da due anni di teatri chiusi, il tentativo e la paura di come sarebbe andata, la risposta c’è stata. Quella degli spettatori e della città, spiegano le direttrici, che ha risposto in massa alle sollecitazioni e alla ricchezza dell’offerta. E lo si è visto anche nella partecipata conferenza di presentazione della stagione, che il teatro ha aperto alla città come ormai (per fortuna) è sempre più d’uso fare. Perché il teatro dalla strada nasce e alla strada, alla polis, alla comunità che lo vive, torna e deve ritornare. Lo rivendica Sinigaglia, in conferenza stampa, lo dimostrano le scelte fatte per la programmazione, con il fondamentale apporto organizzativo di Mariangela Pitturru. Ed è si questo stretto legame che si apre la stagione, che accoglie su uno dei palcoscenici più iconici di Milano alcuno degli esperimenti più felici degli ultimi anni in questo senso.
Un esempio per tutti, da subito: si comincia infatti. Dal 7 al 9 ottobre con la fortunatissima Tournèe da Bar di Davide Lorenzo Palla, che per l’occasione diventa Shakespeare da Bar. Si raccoglie, anche, inevitabilmente, la lezione e l’esperienza di ATIR, che di rapporto tra il teatro e la città ha avuto tempo per fare uno dei suoi cardini. È dai laboratori nati in piazza Fabio Chiesa che arrivano i 160 cittadini pronti a riportare in scena El nost Milan, che sulle tavole del teatro Carcano era nato. Ci torna dal 2 al 4 dicembre in forma di progetto di arte partecipata. Un lavoro triennale, che inizia raccontando un tema che negli ultimi anni sta tornando di stringente, drammatica attualità: “la povera gente”. Nel felice e piecevole “dondolio” di un teatro che rinasce, infatti, non ci si dimentica – tutt’altro – di star attraversando tempi estremamente cupi. C’era bisogno, allora, di un amuleto per “attraversare insieme la notte”.
Così il sodalizio tra le direttrici artistiche non ha potuto che ricomporsi anche in scena e lasciarsi chiamare dalla grazia lieve e profonda di Le nostre anime di notte (17-27 novembre) di Kent Haruf, riscritto per la scena da una certezza come Emanuele Aldrovandi e che trova come compagno di strada un grande interprete come Elia Shilton. Un legame di lungo corso quello tra Shilton e Costa e la nota non è casuale se è vero che il leitmotiv dell’intera serata (che finisce col diventare una gag) a partire dall’assessore Sacchi è quello del ritorno in un luogo in cui si è stati bambini, profondamente innervato nel tessuto della città. Un richiamo alla memoria che non può, dunque, che far partire la stagione dai classici, come strumenti per il futuro.
C’è il Sogno di una notte di mezza estate con una ricca compagnia di giovani attori diretti da Andrea Chiodi. (15-23 ottobre) e c’è soprattutto un Otello che rovescia i canoni del teatro elisabettiano per trasformarsi in tragedia al femminile, con in ordine rigorosamente alfabetico Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Lucia Lavia, Viola Marietti, Emilia Scarpati Fanetti dal 25 al 30 ottobre.
E poi i gemelli veneziani di Malosti (2-6 novembre) e le supplici di Sinigallia con Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin dal 14 al 19 febbraio 2023, perché in tempi di guerra come questi la voce delle madri dei sette che assalirono Troia forse è quello che dobbiamo ascoltare. Non si dimentica, infatti, l’impegno e il teatro civile, con l’anno nuovo. Arrivano “Dentro” con Giuliana Musso dal 26 al 29 gennaio e Ottavia Piccolo con Cosa nostra spiegata ai bambini (21-26 marzo). E poi una corsa (o meglio, un dondolio) di capolavori di chi ha scritto per musica: Il dio bambino di Gaber e Luporini lo porta in scena Fabio Troiano dal 13 al 16 aprile, La Buona Novella di De Andrè invece è affidata a Neri Marcorè. E ancora, da Rubini a Solenghi che da voce a Allen, in leggerezza, passando per Serena Dandini, Ambra Angiolini e Arianna Scommegna che tornano in scena con Il nodo.
Tra i testi contemporanei ci sono però quelli che “classici” sono già: Oylem Goylem di Moni Ovadia, che festeggia il suo ventesimo anniversario, e L’attesa di Remo Binosi per la regia di Michela Cescon. Ricordiamo con gratitudine l’allestimento di Cristina Pezzoli che lo portò inb scenaventitré anni fa, ora insieme per la prima volta due attrici molto amate: Anna Foglietta e Paola Minaccioni.
Torna poi un fortunato appuntamento fisso del carcano, quello del Lunedì: il tradizionale giorno di chiusura diventa quello giusto per Roberto Saviano e Michela Murgia e Chiara Valerio in apertura e chiusura rispettivamente., In mezzo le lectio storiche di Paolo Colombo, la geopolitica di Federico Rampini, gli appelli di Alessandro D’Avenia che chiamano in causa i temi emersi nel mese; le esortazioni di Beppe Severgnini; le riflessioni sulla commemorazione della marcia su Roma di Aldo Cazzullo e Moni Ovadia; il testo letterario in scena di Daniel Pennac; storie di uomini e piante senza confini di Matteo Caccia e Stefano Mancuso; le lezioni di meraviglia dei Tlon con Murubutu e Barbascura X; l’etica per giorni difficili spiegata da Vito Mancuso; le canzoni rievocate da Ernesto Assante e i suoi ospiti; i libri che rovinano e salvano la vita di Daria Bignardi; l’America di Francesco Costa; la poesia purissima di Mariangela Gualtieri; il viaggio onirico tra cinema, inconscio e neuroscienze condotto da Vittorio Lingiardi. E infine, um nuovo viaggio nella musica: Lella Costa e Francesco Micheli si fanno carico della la nuova sezione Note del martedì con le conversazioni d’opera Per caso, per sbaglio, per amore: Eroine all’Opera per riscoprire la grande lirica. Ma la musica si intreccia anche alla prosa: Peppe Servillo legge Il resto della settimana di Maurizio De Giovanni accompagnato da Maurizio Califano; Paolo Calabresi legge il capolavoro di Nabokov Lolita con l’accompagnamento musicale di Violetta Zironi. ma soprattutto, per chiudere in bellezza questa cavalcata Sonia Bergamasco, in occasione dei 250 anni dai viaggi di Mozart in Italia, nell’ambito delle giornate FAI di primavera, prende la voce di Paolina Leopardi che racconta Mozart accompagnata al piano dal maestro Scolastra il 28 marzo. Un dondolio senza posa, insomma, ma tutto da gustare!